
Visita virtuale alla 55° Mostra Internazionale d’Arte, Biennale Venezia.
Ispirata dall’utopia di Marino Auriti, la non convenzionale Biennale di Venezia curata da Massimiliano Gioni, nella esasperata ricerca di ospitare tutto il Sapere dell’Umanità fotografa la pluralità e l’ambivalenza del mondo dell’arte.
Come ha sottolineato Paolo Baratta, presidente della Biennale “Assai più che portarci un elenco di artisti contemporanei, vuole riflettere sulle loro spinte creative e sembra portare ancora più avanti il quesito: ma qual è il mondo degli artisti?”
Il mondo degli artisti che “Il Palazzo Enciclopedico” presenta è fatto di opere d’arte dell’ultimo secolo, ma anche di memorie, esplorazioni, ricordi, ossessioni, collezioni, oggetti sciupati da mercato delle pulci o realizzati manualmente con cura maniacale che si alternano a nuove produzioni, suggestive performance, opere high-tech multimediali. Allestimenti a metà tra arte e architettura, tra arte e design, tra arte e artigianato, tra arte e cinema, tra passato e futuro: manualità e matericità convivono con effimero e virtualità. “Queste cosmologie personali, questi deliri di conoscenza mettono in scena la sfida costante di conciliare il sé con l’universo, il soggettivo con il collettivo, il particolare con il generale, l’individuo con la cultura del suo tempo” come spiega Gioni. Un empatico insieme che include elementi antropologici, esplora l’inconscio e raggiunge l’obiettivo di colpire e sorprendere il visitatore. Anche se con occhio più lucido e critico si può ribattere che il contenitore perfetto per il sapere dell’universo non è un Palazzo, ma la Città: su questo concetto si basa il Padiglione Angola (per la prima volta alla Biennale), Leone d’oro per la migliore Partecipazione nazionale. La giuria ha premiato anche Tino Sehgal Leone d’oro come miglior artista della mostra Il Palazzo Enciclopedico e Camille Henrot, Leone d’argento come promettente giovane artista. Menzioni speciali sono state assegnate a Sharon Hayes e Roberto Cuoghi. Non ha deluso il Padiglione Italia Vice Versa che attraverso la visione dei binomi, dei “concetti polarmente coniugati”, come li definisce il curatore Bartolomeo Pietromarchi, ha fatto dialogare artisti molto diversi tra loro. Anche la tanto chiacchierata presenza della Santa Sede (per la prima volta alla Biennale) con la suggestiva installazione multimendiale di Studio Azzurro ha superato ogni aspettativa. Tra gli elementi ricorrenti, non solo nel Palazzo Enciclopedico, ma anche nelle molte mostre organizzate in contemporanea a Venezia, spiccano come una sorta di fil rouge il Corpo (costretto, mutilato, violato, esaltato, controllato) talvolta con un approccio “anatomico” e la forte integrazione tra opera d’arte – oggetto o performer che sia- e lo Spazio: l’Arte penetra e si fonde con l’Architettura, talvolta (Padiglione Georgia) diventa essa stessa un’Architettura abitabile.
Testo di Renata Sias
Didascalie
1, 2 Camille Henrot, Grosse Fatigue, 2013, Video installazione (color, 13 min), Courtesy the artist and kamel mennour, Paris. Production : galerie kamel mennour, Paris ; with the additional support of Fonds de dotation Famille Moulin, Paris ; Institut Français.
3 Padiglione Angola. Luanda, Encyclopedic City, Edson Chagas. Commissario: Ministero della Cultura. Curatori: Beyond Entropy (Paula Nascimento, Stefano Rabolli Pansera), Jorge Gumbe. Sede: Palazzo Cini, Dorsoduro 864.
4 Marcello Maloberti, La Voglia Matta, installazione Padiglione Italia “Vice Versa”.
5 Karl Gustav Jung, tavola dal manoscritto Libro Rosso.