
“Lavoro Agile: quale impatto sul settore immobiliare e la città?”, questo è stato il tema del seminario che si è tenuto nell’Isola WOW! Lavoro Agile 2016 presso la Piscina Cozzi, moderato da Paola Lunghini. Un tema che allarga l’orizzonte degli impatti dello smart working sullo spazio al di là dell’ufficio, in una implicazione reciproca tra scelte del privato e del pubblico. Il Modello UniCredit e le iniziative del capoluogo lombardo in tema di lavoro agile sono l’esempio di questa reciproca influenza.
La terza edizione della giornata del lavoro agile, voluta dal comune di Milano, ha posto l’accento sugli spazi pubblici e privati e sull’impatto che i nuovi ways of working hanno su di essi. Ospite del seminario “Lavoro Agile: quale impatto sul settore immobiliare e la città?” all’Isola WOW! Lavoro Agile 2016, Chiara Bisconti, (assessora al Benessere, Qualità della vita, Sport e tempo libero, Risorse umane, Tutela degli animali, Verde, Servizi generali) ha aperto il dibattito testimoniando come lo smart working possa essere un modello da seguire anche per l’amministrazione pubblica, sfruttando diversamente le numerose sedi sul territorio e modificando l’organizzazione urbana. Prendendo spunto dalle esperienze del privato, anche le diverse sedi del comune, viste in ottica manageriale spesso come poco efficienti, possono quindi diventare un asset strategico per il lavoro agile, permettendo ai dipendenti di prenotare una postazione nella sede preferita con una apposita app,
L’amministrazione pubblica non è l’unica forza in grado di impattare sugli spazi della città, ma inevitabilmente anche l’azione privata imprime sui cambiamenti allo spazio circostante. Anna Maria Ricco, Head of real estate Italy di UniCredit Business Integrated Solutions, ha parlato del Modello Milano.
UniCredit ha riqualificato gli spazi interni secondo due grandi leve: il desk sharing, con un numero inferiori di postazioni rispetto ai lavoratori presenti, e la differenziazione dei work setting, formati diversi di spazi dove ognuno può fare una telefonata, video-call, meeting di dimensione diversa o concentrarsi. All’interno dello spazio la questione della privacy è stata risolta con dei locker e con l’introduzione di una clean desk policy. In ottica di lavoro agile, UniCredit ha introdotto anche degli “uffici di quartiere”, chiamati hub, con postazioni prenotabili attraverso una rete intranet.
Come testimonia la rivoluzione all’interno di UniCredit, i nuovi ways of working pongono quindi un problema: cosa fare degli spazi in esubero? Conviene ancora gestire nel real estate degli spazi lavorativi? E verso quali orizzonti si orienteranno? Barbara Polito, Presidente d’onore AREL (Associazione Real Estate Ladies), Partner di Real Consultant srl, nel suo intervento ha delineato tendenze e problematiche degli spazi co-working, sottolineando la necessità di una figura intermedia tra facility manager e utente: un direttore d’orchestra che necessita di nuove competenze che permettano di prevedere se l’immobile, uno spazio multifunzionale con un trend di ricavi altalenante, possa garantire all’investitore un reddito e in che modo.
Testo di Gabriele Masi.
Fonte foto 1-5: slide tratte dalla presentazione PPT di Chiara Bisconti (c)Comune di Milano