Connettersi con la Natura negli ambienti lavorativi per trarne benessere psicofisico e per aiutare a garantire un distanziamento sicuro e migliorare la qualità dell’aria interna.
Bettina Bolten, Biophilic Design Consultant, spiega in questo articolo perchè queste sono le nuove frontiere della progettazione degli ambienti di lavoro, soprattutto in questo periodo di convivenza con la pandemia e di lento ritorno ai luoghi dedicati alle attività lavorative.
Nonostante, o forse sarebbe meglio dire anche a causa dell’attuale emergenza sanitaria mondiale, stiamo vivendo un momento molto stimolante nella storia del Design e dell’Architettura, un tempo in cui nuovi saperi scientifici stanno rivoluzionando le nostre conoscenze sulla relazione tra noi esseri umani e l’ambiente circostante che può essere decisiva per il nostro stato emotivo, le nostre prestazioni e i nostri rapporti con le altre persone. Il Biophilic Design è uno di questi nuovi saperi.
Negli ultimi tempi ci siamo accorti che la carenza di Natura degli ambienti urbani, nelle nostre case e nei nostri uffici, comporta molteplici problematiche.
Il nostro desiderio di riconnessione con la Natura, sentito in maniera molto forte soprattutto durante il recente periodo di lockdown, è legato alla nostra Biofilia, un termine che combina due parole di origine greca: “bio” (vita) e “filia” (amore, affinità).
Si tratta della nostra “innata tendenza a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e, in alcune circostanze, ad affiliarvici emotivamente.”
Nel corso dell’evoluzione noi esseri umani abbiamo trascorso il 99,9 % del tempo a stretto contatto con la Natura. La nostra fisiologia e psicologia sono ancora adattate ad essa e più riusciamo a sincronizzare i nostri ritmi di vita odierni con quelli della Natura, maggiore sarà la nostra sensazione di comfort e benessere.
Un tema che in questo momento sta ricevendo molta attenzione, insieme agli edifici scolastici, riguarda i nostri workplace. Questa pandemia ha rivoluzionato il nostro modo di approcciarci al lavoro, con un forte incremento del lavoro in remoto, ma sta anche costringendo le aziende che da sempre mirano ad avere dipendenti pienamente coinvolti e produttivi, a trovare nuove soluzioni che incrementino il rendimento, ma che contemporaneamente permettano ai lavoratori di tornare gradualmente negli uffici con il massimo della sicurezza, favorendo il loro benessere psicofisico.
Biophilic Design e vegetazione negli ambienti confinati.
Il Design Biofilico è in grado di dare valide risposte alla nostra esigenza di contatto con la Natura negli ambienti costruiti. In poco tempo questa disciplina è già riuscita a dare un forte stimolo al ripensamento degli ambienti costruiti che ora è diventato di primaria importanza.
Il Biophilic Design viene definito dall’ecologo Stephen Kellert come “il deliberato tentativo di tradurre l’affinità dell’Uomo con la Natura – nota come biofilia – nella progettazione di ambienti artificiali.”
Inoltre, lo stesso Kellert afferma che “il Biophilic Design non riguarda l’ecologizzazione dei nostri edifici o semplicemente aumentare la loro estetica attraverso l’inserimento di alberi e arbusti. È molto di più, riguarda il ruolo dell’umanità nella Natura e il ruolo del mondo naturale nella società umana.”
Tra i 7 modelli fondamentali del Biophilic Design che abbiamo pubblicato in un recente studio (Bolten e Barbiero, 2020), si trova anche il tema della vegetazione, perché le piante sono fondamentali per stare bene negli ambienti chiusi, come hanno dimostrato molteplici studi scientifici.
Però non tutte le piante sono adatte a farci compagnia e di conseguenza vanno scelte con molta cura e con l’aiuto degli esperti.
Ogni pianta ha caratteristiche proprie, che vanno attentamente considerate prima di inserirle negli spazi di lavoro.
Le principali funzioni delle piante.
Accanto alle importanti funzioni di depurazione dell’aria e regolazione dell’umidità, le piante possono assumere anche altre funzioni:
le possiamo usare per creare dei divisori verticali e orizzontali per garantire il distanziamento sociale imposto dall’emergenza covid-19;
possono contribuire al comfort acustico grazie alle loro qualità fonoassorbenti;
le piante negli spazi interni hanno anche molteplici effetti benefici a livello psichico che oggi siamo in grado di misurare: sul piano cognitivo, accelerano il processo di rigenerazione dell’attenzione e rendono il pensiero più chiaro; sul piano emotivo riducono lo stress.
Le piante con la loro bellezza e l’apparente immobilità ci invitano alla contemplazione, stimolando la nostra innata biofilia che comporta una diminuzione del livello di cortisolo nel sangue e di conseguenza un più rapido recupero da uno stato di stress.
Nel complesso, l’evidenza delle sperimentazioni condotte in questo ambito, suggerisce che il contatto con la Natura, come per esempio la vista di un parco o giardino da una finestra, la presenza di piante e di pareti vegetali negli ambienti interni ed esterni degli edifici, ma anche l’inserimento di immagini e quadri con motivi naturali, ecc., può alimentare risposte psicologiche positive come l’aumento della produttività, minore assenteismo, maggiore rilassatezza, più contentezza, minore aggressività e un livello di stress ridotto dei lavoratori.
Inutile dire che questi benefici comportano anche molti vantaggi a livello economico, sia per i datori di lavoro che per tutta la società.
Testo di Bettina Bolten, Biophilic Design Consultant.
Foto courtesy HW Style.