
Anche per il 2022 continua l’accelerazione nell’applicazione dei modelli di lavoro ibrido; un numero sempre più alto di aziende ha infatti preso consapevolezza dei benefici economici, sociali e sanitari di questi ways of working.
Lo conferma il successo dei fornitori di spazi di lavoro temporanei, tra i quali il più grande player del lavoro ibrido in Italia e nel mondo, il gruppo IWG (con i suoi brand Copernico, Regus, Spaces, Signature e HQ) che ha svolto una ricerca per valutare i vantaggi e i risparmi economici per le aziende che applicano lo smart working.
Probabilmente il risparmio economico è la prima leva per indurre un’azienda ad applicare il lavoro ibrido. Il semplice risparmio sui costi fissi, tra i quali affitto, riscaldamento, pulizie ecc, può aggirarsi intorno ai 10.000 euro a dipendente.
Il che significa che un’azienda di servizi con 2.000 dipendenti risparmierebbe circa 19 milioni di euro (Fonte Global Workplace Analytic); un’azienda del settore tech con 20.000 dipendenti risparmierebbe 190 milioni di euro; una banca con 200.000 dipendenti addirittura circa 2 miliardi di euro.
Indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda, questo modello lavorativo genera risparmi sostanziali sia per le aziende che per i dipendenti, come vedremo più avanti, anche se sono le grandi aziende a beneficiare di risparmi più sostanziali.
Non a caso l’indagine condotta da IWG ha evidenziato come il numero di aziende del FTSE 250 (indice di capitalizzazione delle più grandi imprese della Borsa di Londra dalla 101ª fino alla 350ª) che intendono applicare lo smart working sia tre volte superiore rispetto alle imprese che preferiscono tornare a lavorare in modo tradizionale come prima della pandemia.
I risparmi economici per le aziende non sono limitati esclusivamente alla riduzione dei costi fissi, ma dipendono anche dall’ubicazione.
La posizione centrale degli office building implica anche tempo e denaro sprecato per gli spostamenti dei dipendenti.
Una ricerca di Confused.com ha calcolato che il lavoro ibrido mediamente può far risparmiare ai dipendenti €391/mese sui viaggi con mezzi pubblici e fino a €152/mese per chi usa l’in auto.
Il lavoro ibrido, oltre al risparmio economico, crea un impatto positivo sulle capacità lavorative dei dipendenti.
Dal sondaggio PWC condotto l’anno scorso emerge che il 57% dei dirigenti d’azienda ritiene che, grazie a una politica di lavoro più flessibile, le loro aziende hanno ottenuto risultati migliori rispetto al passato in termini di produttività (solo il 4% dei dirigenti ha riportato un calo).
Alla luce delle nuove richieste di equilibrio vita/lavoro emerse dopo la pandemia e al fenomeno globalmente diffuso delle “Great Resignations” per le aziende diventa fondamentale offrire ai dipendenti condizioni migliori di work-life balance.
Il sondaggio di IWG evidenzia che circa metà degli impiegati (49%) lascerebbe il proprio lavoro se gli venisse chiesto di tornare in ufficio cinque giorni a settimana, mentre il 72% preferirebbe lavorare in modo flessibile a lungo termine piuttosto che tornare in ufficio cinque giorni a settimana con un aumento di stipendio del 10%.
Per rispondere a queste esigenze nascono gli spazi di lavoro “hub-and-spoke”, come vengono definiti da IWG.
Una soluzione win-win che permette alle aziende di offrire un buon livello di flessibilità e ai dipendenti di lavorare ovunque: a casa, in centro città o in un ufficio flessibile vicino a casa.
IWG sta registrando infatti un costante aumento di presenze nei workspace periferici e rurali.
Infine ma non ultimo va considerato l’impatto ambientale positivo, dovuto alla riduzione dell’impronta di carbonio legata al pendolarismo.
Recenti studi di IWG hanno calcolato che l’home working, anche parziale, potrebbe ridurre le emissioni legate agli scarichi delle automobili fino al 10 per cento.