
Coalesse ha presentato al Salone del Mobile 2015 la nuova Lessthanfive_MY (<5_MY) di Michael Young. Una sedia ultra-leggera, interamente in fibra di carbonio capace di combinare materialità e tecnologia di ultima generazione verso una nuova frontiera del custom-design.
Pesa meno di 2,3 kg e può supportare fino a 136 kg: <5_MY di Coalesse sfrutta le caratteristiche di un materiale unico che consente applicazioni su misura in una vasta gamma di colori, in una libera l’espressione personale di flessibilità e ergonomia che permette una personalizzazione pressoché illimitata. La <5_MY App non solo dà la possibilità di colorare la sedia in 5 tonalità diverse, ma anche di “customizzare” il colore o di sfumare le gambe, scegliendo la tinta desiderata da una tavolozza completa. Inoltre fotografando un vestito, un paesaggio o la sfumatura degli occhi, si può catturarne il colore e poi applicarlo alla sedia e con un click mandare a Coalesse la propria scelta cromatica per la realizzazione di un esemplare unico, “tailor-made”.
“La struttura e la forma della sedia sono state sviluppate grazie alla collaborazione con una fabbrica nota per la produzione di biciclette dalle prestazioni eccezionalmente alte”, afferma Michael Young. “Questa tecnologia è ideale per lo sviluppo di una sedia impilabile, straordinariamente leggera”.
John Hamilton, direttore creativo di Coalesse, aggiunge: “Abbiamo voluto realizzare una vera e propria soluzione industrializzata, esplorare i confini dell’utilizzo di tecnologia e materiali all’avanguardia per ridefinire le abilità artigianali nella nuova era della produzione globale.
I nostri team di design e di engineering si sono uniti per esprimere qualcosa di molto efficiente, ottimizzato e intelligente, attraverso l’utilizzo di un nuovo materiale e di un processo sorprendenti. Lavorare con un talento e i migliori maestri al mondo nella lavorazione della fibra di carbonio, ci ha permesso di creare una soluzione di valore durevole che modifica completamente il modo di pensare rispetto a questo tipo di sedia“.
Testo di Gabriele Masi.