
Non vedremo rigorosi e prestazionali “sistemi di scrivanie” (non c’è il Salone Ufficio quest’anno), ma tavoli sui quali si può indifferentemente mangiare o lavorare, o scrittoi spesso di dimensioni ridotte perfetti per lo studio professionale o per home office o per tutte quelle nuove tipologie di workplace, anche condivisi, che lo smart working sta generando.
Grazie a sapienti rivisitazioni, hanno un volto giovane fresco anche quando si ispirano alle forme del passato. Il basamento è l’elemento dove i designer si sbizzarriscono. In caso di “classiche” quattro gambe il focus è sulla raffinatezza della forma, del dettaglio e della congiunzione con il piano; oppure la base strutturale sceglie altre soluzioni, spesso sottili e aeree.
I materiali sono l’altro punto forte di caratterizzazione e di virtuosismo tecnico, legno marmo, metallo, plastica, vetro… non c’è limite alla creatività. E la scrivania può diventare oggetto da collezione, simile all’opera d’arte, quando l’archistar appone il suo autografo: lo stile dello show business è sempre più forte anche nel mondo del design.
Didascalie
1, Skandiform (Kinnarps Group) Modulor, design di Claesson Koivisto Rune. Tavolo facilmente adattabile a misure diverse. La forza del tavolo è nei dettagli. La gamba in estruso metallico si congiunge al giunto stampato, che si congiunge al binario in estruso, che si congiunge al bordo del top.
2, Thonet, S 1200, di Thonet Design Team/Randolf Schott. Piccola e raffinata scrivania, di pregio formale e funzionale, concepita per risparmiare spazio.
3, Fiam Italia, Scribe, design Daniel Libeskind. Scrivania composta top trasperente o satinato e da due basi in vetro curvato da 12 mm. Al Salone del Mobile Libeskind firmerà una limited edition speciale.
4, Bonaldo, Octa di Bartoli Design, la delicata ma resistente struttura è ispirata al gioco degli Shangai.