
Siamo a fine anno (del terzo anno di vita di WOW!) è tempo di inventario e di previsioni per il prossimo futuro e gli articoli di questo ultimo numero del 2015 vogliono esprimere in sintesi alcuni dei principali elementi di cambiamento in atto che stanno segnando con sempre maggiore chiarezza gli sviluppi dei prossimi ways of working e anche la configurazione dei workplace per i nostri figli o nipoti.
Già si guarda alla Generazione Z che, tutto sommato, non ha esigenze tanto diverse da quelle dei più individualisti nonni Baby Boomer. Con una grande differenza: la Gen Z si aspetta di trovare ambienti di lavoro che rispondano a queste esigenze e vuole condividerli con altri; lo ritiene un diritto e non tollera delusioni.
Il Design Forecast di Gensler sintetizza quali sono i fattori chiave per disegnare il workplace in un mondo frammentato, dominato dalle tecnologie e pervaso dalle informazioni. Il dominio del digitale porta alla riconsiderazione dei valori reali, dei bisogni concreti.
Alcuni tra i principali fattori chiave?
Lavorare dovunque. Sotto il nome di Smart Working o Lavoro Agile si delinea una filosofia che cambia radicalmente non solo il concetto di lavoro e luogo di lavoro ma gli stili di vita, le destinazioni d’uso degli immobili e gli sviluppi stessi del Real Estate, perché -come ha sintetizzato Paolo Gencarelli di Unicredit al convegno RE-Start- smart working è sinonimo di ibridazione e di flessibilità.
Elementi perfettamente rappresentati nel coworking che conferma la sua crescita e il valore forte della Community diventando un modello di riferimento anche per le grandi aziende.
Desiderio di natura e rispetto per la natura sono altri i temi che influenzano la progettazione in ogni grandezza di scala, dal prodotto all’interior design; dal progetto architettonico a quello urbano. Gli headquarters sono sempre più simili al modello olivettiano di campus e integrati alla natura, al territorio. Anche per le sedi di dimensioni minori è quasi un must avere un parco o un terrazzo per lavorare a contato con la natura.
Sostenibilità e benessere sono le parole chiave di un nuovo design thinking al servizio del Pianeta e capace di produrre felicità (AntropoDesign, per usare il neologismo di Francesco Schianchi).
La ricerca di benessere si esprime anche in una progettazione sempre più attenta all’esperienza degli utenti, agli aspetti sensoriali, al comfort ambientale (che include anche l’interior design acustico) e cambia l’accezione di Bellezza che nel progetto non è più solo una categoria estetica.
Forse non occorre guardare tanto lontano, basta tenere gli occhi puntati su questi temi per tracciare i contorni del prossimo futuro, ma ci aspettiamo grandi stimoli dalla prossima Triennale Internazionale di Milano “21st Century, Design after Design” che nel 2016 ci illustrerà cosa aspettarsi “dopo”.
Editoriale di Renata Sias, direttore di WOW! Webmagazine