
Un urban design orientato alla comunità per combattere la stagnazione urbana: arriva da Banglore, cuore dalla Sylicon Valley indiana, un’idea di quartiere capace di sfruttare l’IoT per migliorare la sostenibilità umana e ambientale della città. UnStudio ha così progettato il Karle Town Centre su tre punti: l’esaltazione dell’ambiente naturale, la promozione della salute e della cultura come perno di crescita sociale ed economica.
“Abbiamo così tanti dati a disposizione che analizzando il comportamento possiamo cambiare il design a livello urbanistico.Dovremmo usare questa capacità per progettare soluzioni che ci permettono di vivere in un ambiente che favorisce l’interazione sociale e ci consenta di capitalizzare il nostro tempo libero, dandogli valore”.
Con queste parole Ben van Berkel di UnStudio ha spiegato il progetto del Karle Town Centre, il nuovo quartiere propulsivo della città indiana di Banglore.
Progettato come prototipo per contrastare il fenomeno della stagnazione urbana, il progetto si basa su un vero e proprio “Urban Branding Manual”, che si pone come risposta alla necessità di attirate talenti, famiglie e investimenti di nuovo al centro della città.
Pe fare ciò, UnStudio ha pensato all’interazione tra l’ambiente naturale, esaltato dal concetto di giardino come spazio di riconciliazione tra l’uomo e la natura, e la tecnologia, come fonte costante di analisi e dati in grado di riplasmare e ripensare lo spazio in funzione di chi lo vive, come la chiave di una nuova e produttiva interculturalità dell’abitare.
La prospettiva della percezione culturale locale dell’ambiente, infatti, ha rivelato come i concetti di salute, sicurezza e networking siano costantemente plasmati dagli attori sociali. L’impiego delle nuove tecnologie, e in particolare dell’Internet of Things permette una lettura dinamica e costante di questi cambiamenti.
La tecnologia rientra in questo senso in un concetto di sostenibilità sociale, espressa, ad esempio, dall’attenzione data alla gestione della mobilità: il traffico dei veicoli, uno dei maggiori problemi delle grandi città indiane, è separato attraverso strade sotterranee che dall’area sovrastante pedonale, dove le zone verdi e ombrose invitano gli abitanti ad appropriarsi socialmente del contesto urbano.
Oltre ad una maggiore sostenibilità sociale, infine, il rapporto tra tecnologia, natura e architettura si lega strettamente anche con la sostenibilità ambientale: la vegetazione è studiata per controllare l’assorbimento termico, il vento e per filtrare il particolato che si alza dal suolo, mentre un sistema di ritenzione delle acque sotterraneo permette un efficiente irrigazione delle piante, sia il trattamento delle acque grigie.
Testo di Gabriele Masi.