Dopo la sua recente visita alla fiera MyPlant, la Biophilic Design Consultant Bettina Bolten propone una riflessione sulle piante e sulla loro presenza nei nostri ambienti di vita e di lavoro. E spiega perchè “vivo è meglio”.
Prendendo atto con sorpresa dell’ampia offerta di piante e fiori artificiali di fianco a piante e fiori vivi di ogni taglia e specie, Bolten si sofferma in particolare su questo tema analizzando l’effetto che hanno su noi esseri umani.
Per affrontare il tema “piante vive versus piante artificiali” è necessario partire da un quesito più generico: Perchè noi apprezziamo le piante e i fiori?
Gradiamo il loro valore estetico e, a livello intuitivo, percepiamo il loro effetto rigenerativo su di noi ogni volta che ci addentriamo in un parco urbano, in un bel bosco, ma anche quando vediamo una parete vegetale in un ufficio. Le piante da tempo hanno fatto il loro ingresso nel workplace e nelle scenografie domestiche che fanno da sfondo allo smart working.
Forse le piante ci piacciono perché costituiscono circa l’85% della biomassa sul nostro pianeta terra, contro lo 0,3% tra animali ed esseri umani, come ci racconta spesso il biologo Stefano Mancuso?
Una delle parole che negli ultimi tempi sentiamo nominare sempre più spesso in riferimento al nostro legame con il mondo naturale, è la nostra innata Biofilia, “l’amore appassionato per la vita e per tutto quello che è vivo” (E. Fromm, 1964).
Si tratta “dell’innata tendenza a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e, in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente.» (E.O. Wilson, 2002). Biofilia significa Amore per la Vita e per la Natura.
In questo caso, più che di Biofilia, forse sarebbe più corretto parlare di Fitofilia, termine coniato nel 1989 dall’etologo austriaco Irenäus Eibl-Eibesfeldt (1928-2018), allievo di Konrad Lorenz, per indicare il nostro amore per le piante.
Per almeno 285mila anni i nostri antenati hanno vissuto a stretto contatto con la Natura selvatica (wilderness).
Come primati arboricoli, i nostri antenati umani hanno sviluppato la visione binoculare, la mano prensile, la postura eretta e la capacità di posizionare con cura i propri passi e afferrare gli oggetti. La savana, con la sua ridotta copertura arborea, rendeva necessario lo spostamento su terreno erboso, facilitando un’andatura eretta. Questo ha liberato le mani per il trasporto degli strumenti.” La nostra preferenza per le piante ed i fiori ha una motivazione profonda ed è legata alla sopravvivenza dei nostri progenitori.
I nostri antenati potevano prosperare solo in regioni ricche di vegetazione, il che spiega la nostra fitofilia.
Anche il nostro apprezzamento estetico per i fiori è legato ad una motivazione biologica: i fiori segnalavano ai nostri antenati la presenza di risorse per il futuro, perché i fiori spesso producono frutti e noci commestibili. La psicologa ambientale Judith Heerwagen suggerisce che “troviamo le cose belle, perché sono utili e le cose belle ci attraggono”.
Numerose ricerche scientifiche e sperimentazioni hanno potuto dimostrare un importante numero di benefici legati alla presenza delle piante sull’essere umano a livello psicologico e fisiologico: riducono lo stress; aumentano la produttività e la creatività dei lavoratori; diminuiscono l’assenteismo e i tassi di malattia; rendono gli ambienti più attraenti; i lavoratori sono più contenti e si recano più volentieri nei luoghi di lavoro; migliorano la qualità dell’aria interna percepita; producono ossigeno; con il loro aiuto si possono suddividere, riorganizzare e separare gli spazi e creare il necessario distanziamento spaziale; possono diventare separatori acustici; ecc.
Oggi troviamo spesso piante e fiori artificiali negli spazi commerciali, nel settore residenziale e negli uffici; prodotti di buona fattura e difficilmente distinguibili da quelli veri, se non attraverso il tatto.
Alcuni vantaggi sono facilmente intuibili: non hanno bisogno di manutenzione e di cure e devono essere soltanto tenuti puliti; possono essere posizionati in qualsiasi luogo anche con scarsa luce o del tutto assente; non deteriorano; sono un investimento; non creano problemi a persone allergiche; piacciono esteticamente…
Questo ruolo estetico e pragmatico delle piante e dei fiori artificiali ha sicuramente un impatto positivo su tante persone, come del resto anche il semplice inserimento negli ambienti di immagini con scenari naturali o piante e fiori.
Le parole chiave individuate da Fromm.
Personalmente preferisco però piante e fiori veri negli ambienti, perché i tratti fondamentali di una persona biofila possono essere applicati soltanto alla Natura Viva e riguardano principalmente i quattro concetti individuati da Erich Fromm:
Cura: prendersi cura della Natura è un processo attivo. Aiutiamo quello che amiamo nella crescita e cerchiamo di proteggerlo. Questo è dispendioso in termini di tempo, impegno e costanza, ma in cambio ci offre gioia, senso di efficacia e ci fa sentire come parte integrante del mondo.
Responsabilità: sentirsi responsabili della Natura significa impegnarsi attivamente per comprenderla e soddisfarne i bisogni.
Rispetto: riconoscere le potenzialità degli esseri viventi, e consentire loro di realizzarsi liberi dal nostro dominio.
Conoscenza: sviluppare un metodo per l’acquisizione della conoscenza che sia libero dal nostro dominio, motivato dall’amore e dal desiderio di unione piuttosto che dalla maestria o dalla curiosità astratta.
La Connessione con la Natura) è intesa come l’esperienza emotiva individuale con la Natura (Mayer e Frantz, 2004).
Si tratta di un legame affettivo con specifiche forme di vita che si realizza in determinate circostanze (Wilson, 2002). Da un punto di vista evoluzionistico, il sentimento di connessione con la Natura sembra avere origine evoluzionistica nella nostra capacità di esperire empatia per altre creature e rispondere ai loro bisogni come se fossero nostri (Goodenough, 1998).
Se noi impariamo a prenderci cura delle nostre piante, le nostre piante si prenderanno cura di noi.
Testo e foto di Bettina Bolten
(foto scattate negli stand di MyPlant 2022, fiera Rho, Milano)