
Sabbia e fuoco: impossibile non restare affascinati dalla magica alchimia generata da questi due semplici elementi. Il vetro, indispensabile presenza nella vita di tutti giorni, è uno dei materiali preferiti nell’architettura, nel design e nell’arte contemporanea. Spesso con interessanti ibridazioni, come dimostrano alcune mostre recenti.
Lo spunto è offerto da alcuni open projects e mostre collaterali organizzate in occasione della 55a Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia; città da considerare l’indiscussa Capitale del Vetro nel mondo.
Proprio a Venezia, sull’Isola di San Giorgio, ha sede “Le Stanze del Vetro”, progetto culturale pluriennale avviato da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria del Novecento dove è in corso fino al 1° dicembre la mostra “Napoleone Martinuzzi. Venini 1925–1931”.
All’interno della cinquecentesca Basilica San Giorgio, fino al 24 novembre è possibile vivere la straordinaria prospettiva offerta dall’installazione “Perspectives” di John Pawson, presentata dalla Swarovski Foundation: un’enorme lente concava in cristallo Swarovski di 40 cm, la più grande mai realizzata, crea una sorprendente esperienza ottica, capovolgendo il punto di vista da cui normalmente si ammira la cupola Palladiana.
All’abbazia di San Giorgio il vetro era protagonista anche dell’installazione patrocinata da Pentagram Stiftung “700 Snowballs” di Not Vital: 700 sfere di vetro soffiato, incredibilmente simili a palle di neve sospese, si riflettono sulla una parete specchiante che crea un luogo di meditazione, libero dai confini dello spazio fisico.
Atmosfera metafisica anche per l’installazione “Well and Truly” di Roni Horn alla mostra “Prima Materia”, fino al 31 dicembre a Punta della Dogana: il vetro sostituisce l’acqua (materia privilegiata dall’artista americana) e assume uno stato solido nei 10 blocchi che variano dal bianco al ceruleo con la superficie esterna satinata “ghiacciata” e un ambiguo top lucido che appare liquido e cangiante.
Altro interessante open project dedicato al vetro è “Glasstress” che per il 2013 propone “White Light-White Heat” a Palazzo Cavalli-Franchetti e altre due sedi (fino al 24 novembre e al College of Fashion di Londra dal 27 novembre al 23 febbraio): 65 artisti di fama mondiale, invitatati in fornace da Adriano Berengo, hanno espresso la propria visione utilizzando questo materiale duttile e luminoso non sempre in modo tradizionale. Come nel caso dell’opera, di Ron Arad “Last Train” romantica e high-tech (coinvolge un gruppo di artisti che lavorano in streaming dai propri iPad): una mano, azionata da un braccio meccanico, indossa un anello con un grande diamante che si muove su lastre di vetro incidendo segni e disegni, come tracce sul vetro appannato dei finestrini di un treno.
Naturalmente il vetro affascina e ispira gli artisti anche fuori da Venezia, ne è prova l’opera proposta a Londra da Lisson Gallery, in bilico tra scultura e architettura “2-Way Mirror” di Dan Graham: un padiglione free-standing con struttura spiraliforme in acciaio e vetro contemporaneamente riflettente e trasparente attraverso cui osservare gli altri e noi stessi.
Testo di Renata Sias, direttore di WOW! Webmagazine
Didascalie
1 Not Vital, 700 Snowballs, courtesy Galleria Andrea Carash, Zurich.
2, 3 Ron Arad, Last Train, 2013, Glasstress.
4 Loris Cecchini, Del riposo incoerente, 2013, Glasstress.
5 Kiki&Joost, Dining stories chandelier, 2013, Glasstress.
6 Roni Horn, Well and Truly, 2009‐2010 © Roni Horn / Courtesy Hauser & Wirth Installation view at Punta della Dogana, 2013. Ph: © Stefan Altenburger Photography, Zurich
7 John Pawson, Perspectives, courtesy Swarovski Foundation.
8 Napoleone Martinuzzi. Venini 1925–1931. Le Stanze del Vetro.
9 Dan Graham, 2-Way Mirror Cylinder Bisected By Perforated, Stainless Steel, 2011-12, © the artist; Courtesy, Lisson Gallery, London.