
13 tavoli d’autore disegnati da 13 grandi designer e ispirati al concetto di condivisione e sostenibilità, questo è il “regalo” di Riva 1920 per il nuovo Refettorio Ambrosiano di Milano, ex teatro in disuso che, grazie alla ristrutturazione di Caritas Ambrosiana, diventa un refettorio di design “in cui la bellezza dell’atto dell’offerta di cibo e conforto si manifesti in un’atmosfera valorizzata dal meglio della produzione di arte e di design italiani contemporanei”.
Il progetto del Refettorio Ambrosiano nasce dall’idea dello chef Massimo Bottura e di Davide Rampello, con il coinvolgimento della Curia Arcivescovile della Diocesi di Milano e della Caritas Ambrosiana.
Riva 1920 ha prodotto in 5 copie ciascuno dei tavoli d’autore. Su una copia di ogni tavolo, destinata al Refettorio, verranno serviti ai poveri piatti di elevata fattura, preparati dapprima da grandi chef e in seguito da cuochi e volontari appositamente formati, utilizzando le eccedenze di cibo provenienti da EXPO.
Le altre copie dei tavoli sono state messe in vendita come veri e propri pezzi unici non riproducibili per la raccolta fondi a favore del Refettorio.
Questi i designer che hanno preso parte al progetto: Mario Bellini, Pierluigi Cerri, Aldo Cibic, Antonio Citterio, Michele De Lucchi, Giulio Iacchetti, Piero Lissoni, Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Franco Origoni, Italo Rota, Patricia Urquiola, Terry Dwan.
Testo di Gabriele Masi.
Didascalie
Foto in apertura: Tavolo Canal di Patricia Urquiola.
1 Tavola Armonica, Mario Bellini. Tavolo rovere massello, top in rovere, sostegno in acero. Finiture olii naturali. 75 x 250 x 80 cm.
Ha le gambe ispirate ad un violoncello, simbolo di un elemento amplificatore in grado di far risuonare voci, esperienze e emozioni e come uno strumento musicale si fa mezzo per un linguaggio comune e ponte che unisce storie di vita distanti.
2 Otto, Pierluigi Cerri e Philippe Casens. Tavolo rovere massello.Top in rovere, sostegno in ferro colorato. Finiture top olii naturali. 75 x 250 x 80 cm.
“Il tavolo è un piccolo edificio, che spesso riassume la visione del mondo del suo autore; è il manifesto della sua architettura”, ha dichiarato Pierluigi Cerri, “Otto è un tavolo pensato con un grande risparmio di elementi espressivi e strutturali in nome
della sua destinazione d’uso: l’ospitalità”.
3 Aldo Cibic, Piedone. Tavolo rovere massello.
Gambe scavate in un blocco di massello. Finiture olii naturali. 75 x 250 x 80 cm.
“L’ambizione era di fare un tavolo che fosse sempre esistito, che non avesse virtuosismi
di design, ma che essendo sempre esistito potesse esistere ancora per sempre”, spiega il suo autore.
4 Convivium, Antonio Citterio. Tavolo rovere massello (briccole di Venezia). Vaschetta centrale in marmo di Carrara. Finiture olii naturali. 75 x 250 x 80 cm.
Ad incontrarsi, tra la superficie ruvida delle “bricole di Venezia” e quella liscia del marmo, non sono solo le persone e le loro storie, ma anche quelle dei materiali riutilizzati: materiali “veri”, che si consumano nel tempo e col tempo, e dove i ricordi si depositano quasi a narrare una storia.
5 ReBlocks, Terry Dwan. Tavolo rovere massello.Top prodotto con pezzi di legno
di scarto e assemblato con resina. Base in ferro, realizzata con scarti saldati
tra di loro. Finiture olii naturali. 80 x 250 x 90 cm.
Terry Dwan pone l’accento sul riciclo come base per il futuro. “Gli scarti non sono più scarti grazie all’intuizione di assemblare dei pezzi di legno per creare un oggetto unico. Oggi siamo tutti interconnessi, collegati e dipendenti l’uno dall’altro così come lo sono questi pezzi di legno”.
6 Greco, Piero Lissoni. Tavolo rovere massello. Finiture olii naturali. 75 x 250 x 80 cm.
“Per fare un tavolo ci si deve mettere l’anima, estetica e funzionale, e un poco di forma
e un briciolo di intelligenza nell’uso e quantità del materiale…”. La caratteristica principale di Greco è sicuramente la disposizione delle quattro gambe in modo asimmetrico, cosa che consente di revitalizzare gli angoli, amplificando il concetto di condivisione, riducendo il ruolo del capotavola.
7 Canal, Patricia Urquiola. Tavolo rovere massello.Top con piani apribili lateralmente e vasca centrale. Finiture olii naturali. 75 x 250 x 80 cm.
La caratteristica più interessante è sicuramente il canale centrale che funge da tasca contenitiva per riporre e preservare tutto quello che serve per consumare il pasto, e che si trasforma ai lati in maniglia per un facile trasporto.
8 Tino, Franco e Matteo Origoni. Tavolo rovere massello. Gambe massello tinto grigio. Finiture olii naturali. 75 x 250 x 80 cm.
Gli elementi che compongono Tino sono quelli da sempre utilizzati per la costruzione di un tavolo, ma hanno una collocazione diversa. Il traverso che vincola i due supporti della tavola è stato collocato nella parte superiore e fatto emergere sulla superficie del piano d’appoggio, dividendolo così in due in senso longitudinale per evidenziare i lati utilizzati dai commensali. Tino è un tavolo assemblabile e compost da 5 elementi chiaramente distinguibili.
Foto di Marco Scarpa.