
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha rivelato che lo stress è più diffuso che mai tanto che può essere definito “l’epidemia del 21 ° secolo”. Ne è una prova il fatto che di tutte le visite ambulatoriali, una percentuale tra il 75 e il 90% hanno come causa lo stress. Nonostante la gravità della situazione, qualcosa si può fare: partendo dal riconoscere i sintomi e mettendo in atto strategie quotidiane per combattere lo stress nel workplace, come ci suggerisce l’infografica elaborata da Ayers Management.
Sono in molti a considerare il lavoro come il principale colpevole; uno sbalorditivo 65% di persone dichiara infatti che il lavoro è la più grande fonte di stress nelle loro vite. Percentuale che aumenta al 79% tra i manager in Europa.
In effetti, nelle principali economie globali, una media di 6 lavoratori su 10 sta vivendo un aumento dello stress sul posto di lavoro.
I costi dello stress da lavoro sono sbalorditivi: in UK si stima che il 20% del turnover sia correlato allo stress; in USA i costi dell’assenteismo per le aziende si calcolano in circa 600 dollari per dipendente all’anno; in Germania hanno calcolato una perdita di produttività annuale pari a 9 miliardi di euro dovuta allo stress.
Le ragioni per cui i lavoratori di oggi sono più stressati sono molteplici: salari troppo bassi sono al primo posto, seguiti dal carico di lavoro travolgente e dalle ore eccessive derivanti da una cultura del lavoro 24 ore su 7 giorni.
Altre cause sono le scarse opportunità di avanzamento, il dover svolgere un lavoro poco interessante, mancanza di supporti sociali, non avere possibilità di decisione, una cultura organizzativa poco attenta alle persone e le cattive pratiche manageriali, le relazioni non buone tra i colleghi e anche l’ambiente fisico dell’ufficio.
Tutti questi fattori si traducono in una condizione che tende ad azzerare le opportunità di sollievo e ricarica.
Sappiamo tutti che lo stress è una parte inevitabile di qualsiasi lavoro e a volte può essere una forza positiva che ci spinge a lavorare di più e meglio. Molto più spesso però può farci sentire improduttivi, ansiosi e con un generare senso di malessere.
Come si può capire quando lo stress sul lavoro diventa eccessivo e mette a rischio di esaurimento?
Lo stress si manifesta in molti modi, come dimostra l’infografica, e si traduce in una condizione che tende ad azzerare le opportunità di sollievo e ricarica.
I sintomi possono essere fisici (ad esempio tensioni muscolari, mal di testa, affaticamento, difficoltà nel sonno, palpitazioni cardiache), psicologici (ad es. pessimismo, ansia, irritabilità, sensazione di essere sopraffatti, depressione) e comportamentali (ad esempio aumento dell’assenteismo, diminuzione delle prestazioni lavorative, riduzione di interesse e mancanza di iniziativa, problemi nelle relazioni, umore variabile).
Quali sono i suggerimenti per evitare il burnout?
Tenere un diario delle situazioni che creano maggiore stress e del modo in cui rispondiamo a questi fattori può aiutare a identificare i modelli delle nostre reazioni allo stress.
Proporre al responsabile HR dell’azienda di attuare un programma di stress management.
Definire dei limiti tra tempo del lavoro e tempo libero (per esempio non guardare mail di lavoro nel week end).
Fare esercizio fisico che rilascia endorfine, ormone naturale anti-stress; una passeggiata nell’ora di pranzo o un pò di movimento nell’arco della giornata possono essere un buon inizio.
Sforzarsi di dormire 8 ore per tutta la settimana: un buon sonno è la migliore medicina contro lo stress e il mezzo più efficace per migliorare le capacità cognitive.
Un buon consiglio è anche quello di praticare una meditazione cosciente coerente (non importa quanto breve) che può alleviare l’ansia, abbassare la pressione sanguigna e migliorare il sonno.
Anche l’azienda può fare molto per il benessere dei lavoratori. Quali sono i principali elementi di progetto di stress management?
Destigmatizzare lo stress da lavoro da parte dei manager è il primo passo: lo stress è un problema reale , quindi è bene incoraggiare la discussione per attuare azioni appropriate.
Il training deve partire dai manager affinché sappiano riconoscere i propri sintomi e quelli che si manifestano nel proprio team per escogitare una stress management policy.
Basilare è permettere maggiore flessibilità, agevolando politiche di smart working che consentano anche il lavoro da remoto e facilitino il work-life balance.
Predisporre in ufficio una zona chill-out, un’area di quiete dove i dipendenti possano meditare o raccogliere le idee quando si sentono stressati.
Incoraggiare gli impiegati al movimento, prevedendo nel workplace una zona fitness oppure, se lo spazio non lo consente, stabilendo accordi con palestre esterne o incentivando l’attività fisica con altre iniziative aziendali.
Puoi scaricare qui l’infografica completa di Ayers.