In questa video-intervista che celebra la Giornata degli Alberi (21 novembre) Andreas Kipar, co-fondatore di LAND, sostiene che il ripensamento dell’ufficio post-pandemico non potrà prescindere dal sempre più forte desiderio di natura.
Il Digital Landscape Manifesto -presentato il mese scorso al LAC di Lugano- rappresenta la chiave di lettura per riscrivere l’ambiente in chiave più sostenibile, anche l’ambiente costruito.
La cultura digitale diventa strumento per il design biofilico, per promuovere la consapevolezza ambientale e incentivare il coinvolgimento, per ri-connettersi con la natura, anche all’interno del workplace.
Le piante non dovranno più essere considerate un semplice elemento decorativo, ma diventeranno il tramite per riconnettersi con la natura, rispondere alla nostra esigenza di biofilia e per riscrivere, non solo il paesaggio, ma anche i paesaggi interni in chiave più sostenibile.
E gli strumenti digitali possono essere utilizzati per renderci più consapevoli, per imparare a conoscere il mondo vegetale e le sue trasformazioni, apprezzare la capacità della natura di costruirsi.
Questo ci spiega Andreas Kipar, architetto e paesaggista, co-fondatore di LAND (Landscape, Architecture, Nature, Development) che attraverso il Digital Landscape Manifesto, indica le opportunità per coniugare la cultura digitale con il paesaggio, anche all’interno del microcosmo del workplace.
Per migliorare la qualità della vita all’interno di un ambiente confinato dobbiamo partire dal sempre più forte desiderio di natura e creare una nuova connessione con la natura nei luoghi condivisi.
Non possiamo trascurare questo aspetto nel progetto dell’ufficio post-pandemico.
L’home office sarà sempre più diffuso e le grandi aziende che vogliono davvero innescare cambiamenti potranno destinare a giardini le superfici di ufficio inutilizzate applicando i punti del Manifesto nei dei propri headquarters.
E’ il momento di agire: la riqualificazione parte dalla natura, gli spazi vuoti nei grandi building possono essere trasformati in giardini che spostano la soglia tra intero ed esterno e generano innumerevoli vantaggi.
“A Singapore hanno già realizzato grattacieli dotati di un green common ground al 20esimo piano che ospita giardini interni in connessione con l’esterno”. Spiega Kipar- “Il verde e l’acqua rappresentano la condizione per farci sentire parte integrante della natura”.
E in questa visione globale come entra il Digital Landscape?
Il Digital Landscape ci consente di attivare la prima fase della consapevolezza che è la conoscenza.
La natura ha bisogno di tempo e attraverso lo strumento digitale possiamo anticipare i suoi tempi, possiamo meglio capire il mondo vegetale e la sua resilienza, apprezzare la capacità della natura di costruirsi.
L’interesse verso la botanica è cresciuto e il digitale non fornisce solo dati come un’enciclopedia ma apre strade all’immaginazione.
“L’avvicinamento delle persone alla tecnologia, accelerato dalle esigenze di sicurezza e distanziamento fisico, può essere la base per migliorare l’esperienza di vita quotidiana, creando condizioni di vivibilità e permeabilità e riportando, infine, il paesaggio urbano alla scala umana” come è scritto nel Manifesto.
Foto: courtesy of LAND.
1 Andreas Kipar (Ph. Nicola Colella)
2. Uno dei punti di forza di LAND
3. Innovation with Nature: il progetto di paesaggio e la tecnologia digitale si incontrano in “Isonzo XR”, disegnato da LAND con tecnologia Ikon, terzo focus del programma CariGO GREEN3 di Fondazione Carigo.
4. Munich RE Terrace è un micro-paesaggio flessibile e dinamico che riflette il carattere della città sulla scala dell’interior design.
Il progetto della terrazza della sede aziendale di Milano affronta il tema della Natura nella Città e i concetti di Dinamismo, Stagionalità, Ombreggiatura, Materiali, Lavoro all’aria aperta. (le piante sono state fornite da HW Style).