Sviluppo e innovazione sostenibile per un continente e un paese che si affacciano sempre più verso il futuro: la sede di Free, società senegalese di telecomunicazioni a Dakar, disegnata da Progetto CMR come un’oasi verde, è un tassello rappresentativo di una città, cresciuta inseguendo caoticamente la modernità e che ora cerca di ripensarsi facendo propri i dettami dell’urbanistica e dell’architettura contemporanea riassunte nel progetto in alcune parole chiave: rispetto ambientale, efficientamento energetico, brand identity, flessibilità ed ergonomia.
L’headquarters di Free, disegnato da Progetto CMR insieme al partner locale “Most”, può essere considerato come un emblema della moderna zona di Diamniadio di Dakar (Senegal) dove sorge. Un’architettura moderna con una forte presenza di verde, 5.400 mq pensati per ospitare in modo flessibile 250 lavoratori, aperto alla città attraverso il flasgship store della compagnia telefonica al piano terra.
Le zone esterne d’ingresso ospitano anche un’area ombreggiata, rinfrescata da una cascata artificiale, un’area di lavoro all’aperto a contatto con il verde. Ispirata ai dettami dell’architettura verde contemporanea, la natura accompagna lo sviluppo di tutta la struttura fino alla terrazza-giardino nel terzo piano, dove si affacciano una palestra, un asilo per i figli dei dipendenti e un’area caffè, sui cui danno anche gli uffici direzionali del piano superiore.
L’attenzione al tema della sostenibilità si rivela anche nella cisterna di raccolta dell’acqua piovana che non solo permette un sistema duale di gestione delle acque, ma rispetta una pratica e una relazione culturale con questo elemento tipica ancora dell’Africa subsahariana.
Inoltre, lo spazio è capace di esprimere a pieno lo spirito tecnologico di Free e una forte identità aziendale, simboleggiati attraverso le linee zigzaganti che attraverso l’edificio e lo illuminano di notte: simboli di velocità e connessione che riassumono anche la concezione degli spazi interni, pensati come spazi flessibili, funzionali, dinamici, ergonomici e a misura d’uomo.
Testo di Gabriele Masi.