
In questo periodo l’architetto Giuseppe Tortato lavora dal terrazzino di casa, una situazione piacevole, anche se piuttosto rumorosa, che gli permette di avere una postazione distante dalla moglie che lavora in remote working e dai bambini in e-learning.
Quando hai una famiglia con figli piccoli ci vorrebbe un phone booth da casa e servirebbe anche un “grembiule da call” da indossare velocemente per renderti presentabile quando arriva una video call inaspettata mentre sei in pigiama o stai cucinando…
Anziché ripensare l’ufficio bisognerebbe ripensare la casa per per renderla più adatta al lavoro, perchè è in questa direzione che ci stiamo muovendo. Se le aziende entrassero in questa logica, potrebbe offrire un benefit molto apprezzato ai dipendenti.
Per architetti e designer, come avviene come ogni tipo di crisi, questa può essere un’opportunità. Per esempio con i nostri clienti stiamo rivedendo e ridimensionando uffici realizzati da poco alla luce di nuove necessità che emergono.
Dobbiamo provare a ragionare sul tema del sharing, parola chiave dell’era pre-emergenza corona virus.
Sharing può essere interpretato come condivisione, ma anche nell’accezione più negativa di promiscuità.
Per esempio, io che sono stato un grande utilizzatore del car-sharing, dall’inizio della pandemia mi sento molto meno tranquillo, nonostante le società di sharing assicurino l’igienizzazione quotidiana.
Forse bisognerebbe adottare sistemi auto-igienizzanti dopo ogni utilizzo, come quelli dei bagni chimici, oppure predisporre dei kit di protezione usa e getta (copri volante, guanti, mascherine ecc) questo aggraverebbe però la problematica legata alla sostenibilità ambientale.
Tutti i dispositivi di protezione – probabilmente in materiali plastici e non riciclabili- stanno producendo enormi quantità di spazzatura.
Il design dovrebbe impegnarsi per trovare soluzioni più eco-sostenibile per questi oggetti.
Credo che anche l’ufficio vada ripensato nell’ottica di luogo sicuro.
Guardiamo cosa è successo per l’acquisto dei prodotti alimentari: le persone si sentono più tranquillizzate nei supermercati dove sono state adottate misure più alte di prevenzione, e li preferiscono ad altri nonostante ci siano lunghe file di attesa.
Anche nel workplace succederà lo stesso: per essere serene, le persone avranno bisogno di tornare a lavorare in un luogo sicuro dove qualcuno ha già pensato a tutto per prevenire qualsiasi rischio.
E le grandi aziende potranno offrire maggiori garanzie di sicurezza di quanto possa fare un piccolo ufficio o studio professionale. Lo stesso vale per i piccoli ristoranti.
Questo è l’inizio di un pensiero, gli elementi ci sono, ma dobbiamo elaborarli per trarne qualcosa di buono
Non si tratta tanto di rivedere il concetto di sharing ma le prassi da seguire … e invece la casa deve certamente diventare un po’ più ufficio.