
Secondo Jacopo della Fontana, co-fondatore con Corrado Caruso dello studio di architettura D2U (Design to Users), lo smart office post pandemico dovrà essere ripensato in modo globale.
Si dovranno rispettare innanzitutto le direttive di distanziamento sociale e sanitarie imposte dall’emergenza.
Ma il luogo di lavoro non dovrà essere l’unico oggetto della ri-progettazione: si rendono indispensabili anche un cambiamento della cultura aziendale e una visione più ampia di smart-living.
Coerenti con la mission “progettare per gli utenti …e per il loro benessere”, implicita nell’acronimo, D2U redige un documento-guida per il “physical-smart office” del prossimo futuro.
Quali sono i nuovi approcci per ripensare gli ambienti di lavoro dopo l’emergenza Corona virus?
Il ruolo dei progettisti sarà fondamentale per affiancare le aziende nella creazione di nuovi “physical-smart offices”: tenendo in considerazione la valutazione dell’uso degli spazi; la definizione di strategie di implementazione e analisi costi/benefici delle nuove soluzioni; la ri-progettazione del workplace non solo in ufficio anche dello spazio e delle modalità operative del lavoro da casa (ergonomia: sedute, tavoli ad altezza variabile, illuminazione, acustica, tecnologia, etc).
E’ il momento di pensare anche alla progettazione di spazi di co-smart working “condominiali nei complessi residenziali e di forme di assistenza per il reperimento di spazi co-working delocalizzati.
“Lo spazio di lavoro dovrà essere studiato seguendo le direttive di distanziamento sociale imposte dall’emergenza, che verranno attivate attraverso regole precise all’interno degli uffici, dall’uso di mascherine alla sanificazione fino al potenziamento tecnologico degli strumenti dedicati alla collaborazione da remoto, per trasformare la community reale del degli uffici anche in una community virtuale. Questo momento però va visto anche come un’opportunità per le aziende di ripensare e adattare la propria cultura organizzativa, mettendo al centro la flessibilità, il lavoro per obiettivi, il bilanciamento tra casa e lavoro”. aggiunge Corrado Caruso, co-fondatore e partner di D2U.
Il “physical-smart office” va progettato tenendo conto di diversi aspetti:
- Riqualificazione: layout dovranno essere ripianificati ed adattati secondo le norme di distanziamento e la densità di persone per ambiente.
- Ripensamento degli open space: il concetto di privacy dovrà essere rivisto, bilanciando la necessità di privacy e distanziamento con l’importanza della socializzazione e del confronto. Gli spazi di lavoro attuali andranno ridisegnati: dall’open space che garantiva la migliore ottimizzazione d’uso dello spazio si passerà all’open space riconfigurabili facilmente a seconda delle persone presenti; anche gli arredi dovranno subire un’evoluzione in chiave di protezione individuale, senza però tornare ai cubicles americani anni ‘60.
- Spazi per la socializzazione e comunicazione virtuale: la community degli uffici diventerà un mix di community reale e virtuale, in cui non saranno mai presenti tutti i dipendenti contemporaneamente, ma sarà importante creare momenti costanti di dialogo tra chi sarà fisicamente in ufficio e chi lavorerà da remoto. Maggior spazio a video e tele conference rooms, quindi, che diventeranno strumenti e spazi indispensabili per mantenere coesione nei team di lavoro e rendere fluida la comunicazione tra colleghi e con interlocutori esterni.
- Trasformazione degli spazi comuni aziendali, a partire dalle mense che potranno diventare “smart canteen”: luoghi modulari dove, finiti i pasti, i tavoli potranno essere riorganizzati come postazioni di lavoro per garantire il distanziamento quando ci saranno troppe persone presenti negli uffici “tradizionali”; gli auditorium diventeranno multisale di dimensioni variabili, riconfigurabili a seconda delle esigenze; le sale riunioni dovranno saper unire presenza fisica e community virtuale: sempre più “huddle rooms”, quindi, piccole stanze separate dal resto del team aziendale, attrezzate per ospitare meeting veloci, videoconferenze e brainstorming virtuali, che dovranno essere sanificate in modo semplice ed efficace dopo ogni utilizzo.
- Adattamento di spazi comuni condominiali per co-smart working nei complessi residenziali : in un’ottica smart, palestre, sale giochi e altri spazi condominiali potranno essere adattati in modo flessibile per ospitare postazioni per lo smart working per permettere di lavorare a distanza a chi on ha possibilità o desiderio di restare a casa, ma senza inutili spostamenti.
- Cambiamento della cultura aziendale, che dovrà basarsi sempre più sulla fiducia nei confronti di dipendenti e collaboratori, sul lavoro per obiettivi, su flessibilità e competenze digitali, con formazione ad hoc per i dipendenti e garanzia di sicurezza e salubrità per chi si reca in sede.