Jacopo Acciaro è il fondatore di Voltaire, una struttura professionale composta da architetti e industrial designers che sviluppa progetti di illuminazione per interni ed esterni, oltre a studiare corpi illuminanti custom made. Voltaire dedica idee ed energie a progettisti, architetti, studi di ingegneria e aziende.
1) Qual è il tuo “rapporto” con la luce? Che ruolo ha la luce nell’architettura e nell’interior design?
La luce rappresenta il mio modo di esprimere la passione per l’architettura e di essere creativo. È sorta di quarta dimensione: crea relazioni tra i volumi, valorizza i materiali, riesce a dare letture differenti dello stesso tema architettonico; ha un potenziale espressivo enorme e funge spesso da trait d’union tra il fruitore degli spazi e gli spazi stessi.
Voltaire applica un identico modello progettuale oppure modifica il propri approccio in base alle diverse realtà?
Anche se contestualizzato e rapportato alle diverse realtà, l’approccio alla progettazione illuminotecnica è il medesimo; parte sempre da un’analisi del progetto architettonico e ne assorbe caratteristiche, problematiche ed esigenze. Un progetto è sempre una nuova sfida che parte da un nuovo foglio bianco.
Voltaire ha illuminato ambienti molto diversi: dalle analisi per questi progetti emergono nuovi stili di vita e di lavoro e nuove esigenze da parte degli utenti?
Negli ultimi anni il lavoro si è trasformato radicalmente e velocemente con un proliferare di luoghi dove assolvere tale funzione e si sono moltiplicate le tecnologie di supporto e applicative. Questo pone con sempre maggiore importanza il ruolo dell’uomo e della fruibilità dei molteplici spazi e delle svariate nuove tecnologie.
Il mondo dell’illuminazione ha seguito questa mutazione e, grazie all’introduzione di nuove sorgenti luminose (LED), all’applicazione di tecnologie innovative sulla distribuzione dei flussi luminosi (waveguide) e all’affinamento di strumenti elettronici di gestione può dare un fondamentale contributo all’innalzamento dei criteri qualitativi degli ambienti di lavoro. Il rendimento, la motivazione e il benessere del fruitore vedono nell’illuminazione un fattore determinante e grazie alle tecnologie odierne il livello prestazionale di tutti questi fattori può raggiungere livelli di eccellenza.
Ci sono “contaminazioni” concettuali ed elementi in comune tra i diversi settori di progetto nei quali avete operato?
Il tema della percezione degli spazi è un argomento costante nel nostro approccio al progetto; la qualità di un ambiente bene illuminato non è solo un valore numerico inerente alla quantità di luce, ma dipende da come la luce si inserisce e si rapporta nel contesto. Oltre al rispetto di tutti gli aspetti di ordine visivo serve uno studio che crei un’adeguata atmosfera per ogni momento e ogni esigenza visiva. L’attenzione al mood è mutuata da altri settori, quali il retail o l’entertainment.
Quali sono le tendenze emergenti nel settore dell’illuminazione dell’ambiente di lavoro e terziario?
In estrema sintesi direi: innalzamento del livello qualitativo di benessere, miniaturizzazione delle sorgenti luminose e contenimento dei consumi energetici grazie alle tecnologie LED; possibilità di variare livelli di illuminamento e temperatura della luce e soprattutto maggiori stimoli visivi e dinamismo nell’ambiente di lavoro. Proprio le nuove tecnologie e le richieste sempre più esigenti rendono indispensabile la presenza del lighting designer come figura professionale in grado di coniugare le varie problematiche coordinandole nel contesto della progettazione architettonica e dello space planning.
Più in dettaglio, quali sono le nuove problematiche?
I progetti di illuminazione attualmente sono regolamentati dalla norma europea EN 12464-1 che prevede direttive inerenti al controllo visivo (livelli di contrasto, controllo degli abbagliamenti) e al rapporto dei vari valori di illuminamento dei diversi piani orizzontali e verticali. Inoltre rende necessario l’innalzamento dei valori di illuminamento a 500lx (i valori stabiliti si differenziano in funzione delle varie tipologie di lavoro) solo in corrispondenza dell’area del “compito visivo” creando un corretto rapporto con l’illuminazione dell’ambiente. L’intento è creare un’atmosfera dinamica e con valori di uniformità luminosa adeguati ai diversi ambienti (in passato si concepivano impianti con 500lx per tutte le aree) che garantisca un adeguato stimolo visivo per il fruitore e un controllo efficace del consumo energetico.
L’attuale normativa trova oggi nella miniaturizzazione delle sorgenti luminose (LED) uno strumento con un potenziale molto elevato che, una volta sviluppato, consentirà di ottenere una personalizzazione dei valori di illuminamento (luce presente in una determinata area) sempre più precisa. Questa considerazione si rafforza soprattutto negli attuali layout d’arredo, che generalmente prevedono postazioni di lavoro a cluster in open space.
La tecnologia a LED consente di innalzare anche il livello qualitativo del benessere e del rendimento dei singoli lavoratori in quanto si presta tecnicamente ad un’efficace variazione di temperatura di colore della luce (gradi Kelvin). Naturalmente anche per gli ambienti di lavoro la tecnologia a LED può rappresentare un’importante opportunità per il contenimento dei consumi energetici, infatti l’alta efficienza luminosa (lumen/W) e la possibilità di ottenere rendimenti ottici molto elevati gli consente di raggiungere performance energetiche molto interessanti e soprattutto con ampi margini di sviluppo. La possibilità di variare i livelli di illuminamento a seconda delle propria sensibilità alla luce, la variazione della temperatura di colore (gradi Kelvin), dell’emissione luminosa insieme ad ottiche di schermatura molto performanti per il controllo degli abbagliamenti (luminanze) rappresentano soluzioni tecniche per concept illuminotecnici flessibili e perfettamente adeguati alle esigenze di ogni singola tipologia di lavoratore.