
Ha studiato scienze politiche e marketing, ma il design è sempre stato la sua passione: dal 2007 Alain Gilles, dopo aver lavorato nel mondo della finanza per 5 anni, ha cambiato vita e ha aperto il suo studio di design a Bruxelles. Da allora ha lavorato per importanti aziende e ricevuto premi internazionali. A Orgatec, nello stand di BuzziSpace, abbiamo brindato insieme a lui al lancio di BuzziFloat, il suo primo progetto di sedia.
Lavorando con diverse compagnie e in diverse situazioni, il tuo approccio al design rimane sempre lo stesso?
L’approccio dipende sempre dal tipo di progetto e dalla compagnia per cui lavori. Certo ci sono tratti comuni su come lavoriamo: logica, visione, combinazione di materiali, forme in generale, etc… che costituiscono il fil rouge che raggruppa i diversi prodotti concepiti dalla stessa mente e dallo stesso studio. La più grande differenza probabilmente sta nel fatto che un progetto richiesto da una compagnia per rispondere a specifiche richieste è diverso da uno iniziato di propria iniziativa e poi proposto ad uno specifico editore o compagnia.
Operando in diversi campi e mercati, si può constatare un nuovo modo di vivere e, di conseguenza, nuove richieste da parte dei consumatori?
Assolutamente sì. È vero, operiamo in diversi mercati, ma sempre in una fascia medio-alta, perché io personalmente sono interessato a prodotti di qualità.
Avendo studiato Scienze Politiche e Marketing Management, prima di industrial design, avevo già una chiara sensazione di come si stesse evolvendo il modo di vivere delle persone. Vivere “diverse vite” aiuta.
Prima di iniziare un progetto bisogna, ovviamente, ricercare quali prodotti esistono di già ed essere sicuri di non ripetere qualcosa che è già stato fatto e costruirsi la sensazione di dove il prodotto sarà posizionato nel mercato. A volte, come per il progetto che abbiamo fatto per lampade solari, bisogna stare molto attenti e bisogna fare lunghi studi, su come vivono le persone in paesi anche molto diversi dal nostro e lontani dal nostro stile di vita quotidiano. E abbiamo fatto lo stesso quando abbiamo disegnato la prima collezione di strumenti per un brand di cucina francese, dove dovevano capire ciò che era tecnicamente possibile fare per definire il DNA del nuovo brand.
Ci sono delle contaminazioni concettuali o elementi comuni tra le diverse aree del design in cui voi lavorate?
Come ho già sottolineato, abbiamo sempre cercato un fil rouge tra i nostri diversi progetti, anche se pensati per differenti settori. In generale io lavoro con un metodo che chiamo “Semplessità”, design che possono apparire semplici ad un primo sguardo, ma che presentano diversi livelli di comprensione, o una “Nuova semplicità”, per progetti chiaramente interpretabili, che usano un minimo uso e trasformazione del materiale durante la loro produzione. Noi partiamo generalmente dall’architettura del prodotto e/o dall’aspetto grafico o dalla combinazione del materiale. Quindi in un certo senso ci sono delle “contaminazioni” tra i nostri progetti e il fatto che lavoriamo per diversi settori crea una sorta di impollinazioni incrociata che rende fertile ciò che facciamo.
Come è cambiata la visione dello spazio lavorativo in questi anni e quale impatto ha avuto sulla produzione di arredi e sull’interior design?
Prima di studiare industrial design ho lavorato per 5 anni in una compagnia americana nel campo della finanza internazionale, in cui il management delle risorse umane era molto avanti coi tempi. In questi anni ho avuto l’opportunità di toccare con mano la trasformazione della compagnia senza carta. Mentre lavoravo lì, avevano anche rifatto tutti gli interni, verso una politica di hot-desking in totale open space. Come futuro designer quelle esperienze sono state molto illuminanti, anche perché mi hanno aiutato a capire come è dall’altra parte, cosa sentono gli altri.
Negli utilizzi anni gli spazi di lavoro sono diventati più “casalinghi” e umani, e credo che attraverso la collaborazione con BuzziSpace abbiamo avuto l’occasione di avere una influenza sulla visione dell’ambiente di lavoro e accrescere l’attenzione sul benessere delle persone.
L’ufficio, dove spendiamo la maggior parte del nostro tempo, è diventato un posto di una “esperienza piena” (per non dire “un posto pieno di esperienze), dove persone interagiscono e condividono tra di loro sempre più frequentemente. Nella maggior parte dei casi le esperienza in ufficio sono di gran lunga più arricchente e moderne di quelle che ognuno vive nella propria abitazione. Qualcuno può dire che oggi gli uffici sono concepiti un po’ come “boutique hotels”, dove si va per vivere una esperienza diversa dalla normale routine. Le persone e l’interazione tra di esse è diventata ora il motore che guida il cambiamento dell’interior design, un fattore di riflessione per le grandi compagnie sul fatto che le persone contano.
Quali scenari futuri ti aspetti per l’ufficio e per i ways of working del prossimo futuro?
Credo che noi lavoreremo sempre di meno nello spazio ufficio, dove ci recheremo poche volte o qualche giorno durante la settimana per riconnetterci con i colleghi, condividere informazioni e apprezzare il lato sociale del lavorare insieme. Le persone lavoreranno in parte da casa o in spazi di coworking a pochi passi da casa loro, spendendo meno tempo nel trasporto e nel pendolarismo.
Quando saranno in ufficio le persone avranno la possibilità di lavorare in diversi spazi a su misura per loro e per le loro necessità di concentrazione o collaborazione: lavorare distesi su un divano, seduti o in piedi ad una scrivania, in spazi informali o formali, isolati acusticamente e che permettono il rispetto della privacy.
Mi immagino uffici verdi, come grandi terrazze che diventeranno la norma per scappare dalla grigia routine di quello che eravamo abituati a chiamare “giorno di lavoro”, ma che è in realtà la più consistente parte della vita di ogni persona.
Testo di Gabriele Masi.
Didascalie:
In evidenza, A portrait of Alain Gilles, copywrites Thomas De Boever.
2. New Perspective Mirror, Bonaldo, Alain Gilles.
3, 4. Big Table, Bonaldo, Alain Gilles.
5. Wicked Armchair & Basket Table, Vincent Sheppard, Alain Gilles, copywrite STOR.
6. BuzziPicnic table, versione split level, BuzziSpace, Alain Gilles.
7. BuzziPicnic Workbench, BuzziSpace, Alain Gilles.
8, 9. BuzziFLoat chair, BuzziSpace, Alain Gilles.