
Architetti, designer, scenografi, artisti: difficile trovare una definizione per il gruppo svizzero fondato da Aurel Aebi, Armand Louis e Patrick Reymond nel 1991. Da 25 anni il loro lavoro, come spiega Laure Krayenbuhl nell’intervista, abbatte le barriere tra i diversi generi e si muove sul piano della trasversalità.
La scorsa settimana ADI Index per il Compasso d’Oro ha incluso nella selezione uno tra i loro più affascinanti ed emozionanti progetti: Le Danseuses per Artemide, scenografiche lampade che danzano nell’aria ruotando vorticosamente come dervisci.
La poesia di Atelier Oï, traspare in ogni loro progetto e nella precisione dell’industrial design unito alla lavorazione artigianale dei materiali, di preferenza legno (per esempio nella collezione Allumettes per Röthlisberger,) o materiali morbidi come carta (lampada Fusion per Danese sviluppata con Ozeki & Co), feltro (contenitori moduli per USM) o tessuti (struttura separatoria Sinua per Danese).
Qual è l’importanza del materiale di un prodotto per Atelier Oï?
Tutti i nostri design si basano su come il materiale esprime se stesso, su come può essere trasformato e su cosa puoi ottenere da esso, quali sono i suoi limiti e come fare a scavalcarli.La ricerca sul materiale e sull’oggetto è alla base della filosofia del nostro lavoro.
Quale approccio bisogna avere verso il materiale oggi?
Noi crediamo che la capacità artigianale non sia più sufficiente, ma deve unirsi a diversi tipi di know-how. Il prodotto è il link tra manifattura, design e diverse competenze. Questo è stato il tema della mostra Casa Gifu dello scorso Aprile a Milano, dove i prodotti esposti erano frutto della conoscenza e del know-how acquisito negli anni dai designer giapponesi con cui abbiamo collaborato e dalle nuove tecnologie e nuove vie di trasformare il materiale.
C’è bisogno quindi di una maggiore connessione tra manifattura e design?
Con lo studio di Hida Sangyo abbiamo sviluppato una linea di mobili, scrivanie e sedie, tutte in un particolare legno giapponese, che non può essere utilizzato se non compresso. Questo è un esempio di come la competenza nella lavorazione del legno e della compressione per renderlo stabile e utilizzabile, è fondamentale e sta alla base del processo di design.
Un approccio ibrido che coinvolge varie competenze e conoscenze…
In generale i nostri progetti richiamano altri nostri progetti. Qui ad Atelier Oi includiamo nel nostro team architetti e designer di interni e graphic designer, ognuno con il suo punto di vista in una diversa scala. Questo ha un grand impatto sul prodotto finale, perché a volte qualcosa di architettonico può essere trasposto in un mobile o in un oggetto o viceversa. Questo dà anche un nuovo spirito al al modo in cui noi trasformiamo il materiale.
Testo di Gabriele Masi.
Didascalie:
1. Allumette, Atelier Oï, Röthlisberger Kollektion
2. Decomposé, Atelier Oï, Artemide.
3. Inos Box, Atelier Oï, USM
4. Casa Gifu, Atelier Oï.
5. Hive, Atelier Oï, B&B Italia.
6. Sinua, Atelier Oï, Danese.
7. Stairs, Atelier Oï, Lasvit
8. Le Danseuses, AtelierOï, Artemide.