Si trova a pochi passi dalla Stazione Centrale, il terzo building milanese di WeWork, aperto in periodo di pandemia a conferma che la richiesta di spazi di lavoro temporanei e flessibili non si arresta, ma al contrario ha visto un’accelerazione durante la crisi sanitaria.
Come ci spiega Muhannad Al Salhi, manager del building di via Pisani, questa soluzione offre una valida risposta sia alle richieste delle grandi aziende -soprattutto in periodi di incertezza- sia a quelle dei lavoratori che dopo aver vissuto tutti i disagi dell’home working apprezzano poter collaborare con i colleghi, bere insieme un caffè e incontrarsi in ambienti accoglienti e sicuri dal punto di vista sanitario, magari accompagnati dal proprio cane!
Il WeWork di via Pisani 15 offre ai suoi members quasi 950 posti di lavoro su una superficie di 5915 mq distribuiti su nove piani, comprese tre ampie terrazze, apprezzatissime per i momenti di relax, ma anche come outdoor office.
L’edificio esistente degli anni ’70 è stato oggetto di una riqualificazione all’insegna della sostenibilità curata dallo studio Barreca & La Varra. L’intervento ha interessato l’impiantistica -con scelte che lo rendono autosufficiente dal punto di vista energetico e puntano alla certificazione LEED Gold– e l’involucro dove è stata applicata una nuova metrica alle facciate vetrate, tramite un movimento dei piani che reagiscono alla luce ed alla percezione in movimento, e sono state valorizzate sia le aperture verso l’esterno, sia l’allineamento prospettico -con un importante porticato a tripla altezza- che crea una cortina che conduce alla Stazione Centrale.
Proprio dalla zona porticata si accede alla elegante area reception, dove l’incaricato ci accoglie con un sorriso e ci invita ad attendere nella zona lounge retrostante, collocata ad di là del “portale” di legno che segna l’ingresso nella prima area comune dove sono presenti il Community Bar principale, tavoli di varie dimensioni per consumare insieme il pasto con il dovuto distanziamento, librerie e tavoli bench su ruote con postazioni di lavoro condivise a disposizione dei coworkers.
Di fatto, questa è l’unica vera area coworking di tutto l’edificio mentre gli spazi i piani superiori, configurati come open space o uffici individuali sono occupati da aziende: gli utilizzatori di WeWork sono per la grande maggioranza grandi imprese che hanno trovato in questo modello di workplace dinamico e flessibile la soluzione ideale.
Proprio dal “settore enterprise” è arrivata la richiesta di apertura di nuovi spazi a Milano, in aree strategiche dal punto di vista del business e della riqualificazione urbanistica.
Sempre più aziende scelgono infatti di non avere un headquarter centralizzato, ma varie sedi diffuse, anche per agevolare i propri dipendenti.
Tra i vantaggi degli spazi di lavoro flessibile, le grandi imprese apprezzano che la “member card” di WeWork consenta di usufruire di una rete di circa 850 sedi in 150 città di 38 Paesi diversi nel mondo.
L’interior design, curato dal Design Team di WeWork, prende ispirazione dall’architettura modernista degli anni ’70, attualizzata però dall’abbinamento di tocchi caldi e domestici e look industriale con impianti a vista. I luminosi ambienti sono arricchiti su ogni piano da opere d’arte e da punti break per una pausa o una riunione informale davanti a un caffè.
Ben tre terrazze sono a disposizione dei members, arredate con divani, tavoli da ping-pong e calcetto; quella al piano quarto dispone anche di una dispensa e di spillatrice per birra alla spina.
Coerente a un modello estremamente flessibile nel tempo e nello spazio, ciascuno dei piani superiori del building prevede layout configurabili in varie tipologie: in modo più tradizionale con uffici singoli chiusi da pareti divisorie oppure space planning funzionali all’activity based working con con ambienti open space più o meno ampi e relative aree di supporto (print area, lounge/bar area, phone booth, sale riunioni di varie dimensioni, video-conference room, postazioni touch down e spazi collaborativi per il lavoro di gruppo).
il comfort acustico degli open space più ampi è garantito dall’applicazione a soffitto di pannelli Snowsound Caimi Brevetti.
Ogni tenant può definire l’ambiente che meglio corrisponde alla propria organizzazione.
Flessibilità è la prima parola chiave di questo workplace, immediatamente seguita da quella che è la seconda esigenza delle imprese, la Sicurezza.
L’aspetto “heath and safety”, che ha ottenuto anche una certificazione rilasciata da Bureau Veritas, è infatti un fattore fondamentale nell’esperienza di qualità e nella percezione di benessere delle persone.
A confermare il terzo elemento chiave nella visione di questo workplace, ovvero il Wellbeing nel senso più ampio.
Il benessere delle persone in un’ottica di salute, comfort ambientare e anche di engagement.
Perchè alla base di tutto c’è il desiderio di offrire un ambiente che possa fare sentire le persone più felici e parte di un insieme.