Recuperare la capacità di meravigliarsi per accrescere la propria resilienza e la propria capacità di far fronte alle difficoltà della pandemia e dei nuovi ways of working. È questo il cuore dell’intervento di Monica Parker, fondatrice di HATCH ed esperta di design e human behavior, al webinar “The science of our most powerful emotion & how to use it at work” organizzato da Herman Miller. Osservare, girovagare, intagliare e il senso di wow and whoa sono le competenze che questo WOWbinar ha indicato come necessarie per tornare a meravigliarsi.
Quali sono le componenti della meraviglia (wonder)?
Secondo Monica Parker, esperta di design e human behavior sono sostanzialmente quattro:
- Osservare (Watch): è il potere di prendersi una pausa, per vedere nuove idee e per aprirci a nuove esperienze. Essere presenti, osservare il mondo e non dare nulla per scontato. Osservare è la base della curiosità, e la curiosità cambia anche la chimica del cervello: quando siamo interessati da una cosa, l’ipotalamo produce dopamina, e, quando apprendiamo la risposta, l’ippocampo si attiva, stivandone il ricordo nella nostra memoria a lungo termine. La curiosità verso qualcosa, è dunque uno dei modi migliori per ricordare. E la curiosità si stimola solo se usciamo dal productivity porn in cui siamo immersi, cioè da quella mania di farci sempre vedere produttivi e indaffarati. Una cosa come: “Se non impari una lingua durante la pandemia, non sei nessuno!”, aggravata dalla compulsiva necessità di far sempre vedere attraverso i social che noi “stiamo facendo”.
- Girovagare (Wander): è la curiosità esplorativa. Non è la curiosità che usiamo quando andiamo a cercare subito la risposta su Google, durante una discussione per avere ragione. Ma è la capacità di esplorare le possibilità del mondo. Se sono vere le previsioni secondo cui i giovani di oggi nella loro futura carriera lavorativa in media cambieranno 16 lavori in diversi 5 settori differenti, stimolare questa capacità di apertura e volontà di scoperta è sicuramente necessario.
- Intagliare (Whittle): ovvero concentrarsi sui particolari, come fonte di quella violazione delle aspettative di cui il nostro cervello è affamato. Concentrarsi sui particolari, infatti, permette di vedere le cose sempre nuove e sempre diverse, ed è quindi uno stimolo di sempre nuova curiosità: ci permette di uscire dalla ripetizione, dai pattern e da tutto ciò che impigrisce il nostro muscolo della meraviglia.
- wow&whoa: queste due interiezioni intraducibili, secondo Monica Parker rappresentano due ingredienti fondamentali della meraviglia: la percezione “romantica” di qualcosa che ci fa sentire piccoli o parte di un qualcosa molto più grande di noi (wow) e la rielaborazione consapevole di questa esperienza (whoa). Non c’è bisogno per forza di un uomo davanti ad un mare di nebbia, però: anche ascoltare della musica o il nuovo gusto di un cibo possono portare questo senso nella nostra quotidianità.
Come si può diventare più inclini alla meraviglia (wonder prone)?
Monica Parker ha fornito quattro consigli:
1. Dedicare una parte di ogni giornata a fare qualcosa che ti fa percepire la meraviglia. E in questo ogni persona è diversa. Il consiglio è molto semplice: “Cosa ti porta meraviglia? Benissimo, allora fallo di più!”
2. Pensa lento, evita il multitasking, prenditi il tempo per respirare e per fare anche un pisolino. Un esercizio utile può essere anche quello di scrivere in un diario ciò che hai osservato e ti ha meravigliato durante la giornata: “È un po’ come lo stretching del muscolo della meraviglia”, assicura Monica Parker.
3. Fare tante wonder walks: avere il coraggio di rompere la routine e prendere nuove strade per andare al lavoro, ricercare cose molto grandi o i più piccoli dettagli: insomma, uscire molto più spesso dalla solita lente con cui guardiamo il mondo.
4. Sviluppare un forte senso di gratitudine come strumento per stimolare il nostro senso wow, cioè di sentirci parte di qualcosa di più grande e non scontato.
Insomma, in un periodo dove “avremmo dovuto fermarci”, ma dove videocall, orari di lavoro non definiti, e ansia del futuro ci hanno tolto il tempo di meravigliarci, suona bene la citazione di Einstein con cui Monica Parker ha chiuso il seminario: “Colui che non si ferma per meravigliarsi e rimanere rapito nella soggezione è come un morto – i suoi occhi sono chiusi”.
Testo di Gabriele Masi.