
Si parla tanto di Smart Working ma qual è la realtà? “La Flessibilità non basta” come sottolinea il titolo del convegno dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano che con la sua ricerca annuale offre una fotografia precisa sul tema del lavoro agile e molti spunti di riflessione.
Crescono a 570mila gli smart worker, ma dietro a questo dato apparentemente positivo permangono pregiudizi, criticità e ritardo culturale, soprattutto da parte del management.
E non è ancora superata la falsa idea che SW sia solo lavoro da remoto o da casa.
La dinamica con cui sta crescendo nel nostro Paese non è abbastanza veloce – afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico di OSW
“Sono ancora poche le organizzazioni che lo interpretano come una progettualità completa, che passa anche dal ripensamento degli spazi e da un nuovo modo di lavorare basato sulla fiducia e la collaborazione -spiega Fiorella Crespi, Direttore di OSW.
Sono circa 570mila gli smart worker in Italia (+20% rispetto allo scorso anno) ma a questa crescita non corrisponde uno scenario uniforme e coerente.
Positiva la situazione nelle Grandi Imprese dove il 58% applica progetti strutturati di SW (+2% rispetto al 2018) oltre al 7% di imprese che ha attivato iniziative informali e a un ulteriore 5% che intende attivarle entro un anno.
Sorprendentemente la crescita raddoppia nella Pubblica Amministrazione dove arriva al 16% (limitati in termine di diffusione interna) eppure il ritardo è evidente: il 40% di amministrazioni publiche non ha progetti di SW e il 7% si dichiara disinteressato.
La realtà è però ben diversa nelle Piccole e Medie Imprese dove solo il 12% lo applica mentre addirittura cresce dal 38% al 51% la percentuale di aziende disinteressate a questo argomento.
Dunque dobbiamo considerare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? domanda Mariano Corso al pubblico presente nell’affollatissima sala.
Eppure si tratta di un approccio win-win: il 76% degli smart worker è soddisfatto (rispetto al 55% dei dipendenti tradizionali) e anche le imprese riscontrano benefici dall’adozione dello Smart Working: il miglioramento del work-life balance (46%) e anche di motivazione e coinvolgimento dei dipendenti (35%).
Soddisfatte anche le aziende che vedono nello SW una leva che porta all’aumento del 15% di produttività, alla riduzione dell’assenteismo, alla capacità di attrarre talenti, all’aumento dell’engagement e delle competenze digitali oltre che all’ottimizzazione degli spazi con conseguenti risparmi.
Le piccole imprese temono lo Smart Working.
Crescono dall’8% al 12% le iniziative di SW nelle PMI, ma si continua a prediligere l’approccio informale anche in relazione alla minor complessità organizzativa.
L’attivazione dei progetti è motivata soprattutto dal miglioramento del benessere organizzativo (50%) e dal miglioramento dei processi aziendali (26%).
Fra le ragioni che invece inducono il 51% delle PMI a non mostrare interesse spiccano la difficoltà di applicare questo modello alla propria realtà (68%) e la resistenza dei capi (23%).Dati che si spiegano col fatto che in queste organizzazioni lo Smart Working viene ancora associato alla sola possibilità di lavorare da casa e di conseguenza viene percepito come un modello irrealizzabile nei settori dove la presenza fisica del dipendente è ritenuta indispensabile.
Tra le azioni avviate a supporto dello Smart Working le più diffuse sono la formazione per i manager sugli stili di leadership e le modalità di gestione delle persone (66%) e le attività di comunicazione per spiegare le policy e gli aspetti operativi delle iniziative (59%).
Solo il 50% delle Grandi Imprese prevede anche il ripensamento del workplace.
Per le grandi realtà del settore privato lo Smart Working non è più una novità; le evoluzioni o riguardano gli obiettivi per cui si attivano queste iniziative.
E il miglioramento dell’equilibrio lavoro/vita privata è al primo posto indicato (78%) seguito dalla capacità di attrarre e coinvolgere talenti (59%) e dal desiderio di assicurare un maggiore benessere organizzativo (46%).
I principali ostacoli restano il disinteresse e la resistenza dei capi (50%) e il timore per la sicurezza dei dati (31%).
Diminuisce al 27% ( rispetto al 48% del 2018) la mancanza di consapevolezza sui benefici derivanti dai progetti di Smart Working: segno di maggiore conoscenza degli effetti positivi raggiunti in tante organizzazioni.
Nelle grandi imprese è già a regime quasi la metà dei progetti strutturati di Smart Working (49%), mentre il 36% sta estendendo la possibilità di adesione a un maggior numero di dipendenti.
Eppure anche nel 50% dei progetti strutturati delle Grandi Imprese lo Smart Working è concepito solo come lavoro da remoto, contro un modello più completo dell’altra metà che prevede, oltre alla flessibilità di luogo e orario, anche il ripensamento degli ambienti in ottica di smart workplace.
Lo Smart Working ha bisogno uno Smart Office.
Evidentemente non c’è ancora la consapevolezza che lo spazio fisico sia uno dei pilastri dello Smart Working; soprattutto quando l’occupazione delle postazioni negli uffici si riduce al 40% (questo è lo standard attuale) è chiaro che anche l’approccio al progetto e l’uso dello spazio in azienda deve essere Smart.
A sottolineare l’importanza, nel corso della tavola rotonda diversi diversi progettisti hanno trattato il tema dello Smart Workplace.
Nel suo brillante e ironico intervento, Lorenzo Maresca di Sedus spiega come lo spazio fisico abbia il compito di stimolare la creatività, la collaborazione, la condivisione e la comunicazione del brand e dello stile di leadership, oltre che semplificare l’utilizzo delle tecnologie.
Alessandro Adamo di DEGW dimostra attraverso tre progetti -Inter, Electrolux, Ey- che le tre parole chiave per tradurre lo Smart Working nello spazio sono: Innovazione, Experience, Brand.
Il progetto smart si focalizza soprattutto su Benessere, Sostenibilià e Sicurezza, secondo Katia Gentilucci di Progetto CMR che si richiama anche al modello degli standard di certificazione WELL.
Ottavia Pelloni de Il Prisma sottolinea l’importanza della scelta come strumento per aumentare l’engagement dei dipendenti: non solo scegliere l’orario oppure se lavorare in ufficio o a casa, quindi. Il workplace stesso deve offrire la scelta tra ambienti e postazioni con caratteristiche diverse.
Smart Working Award 2019. The winners are:
L’OSW ha come di consueto premiato le aziende che si sono distinte per l’applicazione di progetti strutturati e innovativi di Smart Working.
Grandi Imprese: Europ Assistance, Reale Mutua, Saipem, Sky Italia
Piccole Medio Imprese: MailUp
Pubblica Amministrazione: Regione Emilia-Romagna e menzione speciale a Regione Liguria (vedi video sotto).