Nuvola, il Campus Lavazza a Torino progettato da CZA (Cino Zucchi Architetti), si arricchisce con Bistrot, un ristorante orientato all’home-feeling, pensato per i dipendenti Lavazza, ma aperto al pubblico e a gestione autonoma. Disegnato in collaborazione con RGA eSlow Food, Bistrot è un esempio di un nuovo concetto di ristorazione all’interno di uno spazio di lavoro sempre più aperto verso la città.
Come abbiamo già avuto modo di scrivere descrivendo il progetto del Campus Lavazza, la sede della famosa azienda italiana fa parte del più ampio “sistema Nuvola” progetto di riqualificazione della “Centrale” di Torino, storica ex centrale elettrica Enel, che ha come obiettivo quello di creare un polo innovativo aperto verso la città. Uno spazio che comprende un museo, uno spazio eventi, un’area archeologica e, adesso, anche un ristorante.
Bistrot, pensato per ospitare fino a 280 ospiti, presenta al primo piano un ambiente diviso in una dining area e delle isole per il self-service, con una zona maggiormente dedicata alla privacy al secondo e terzo piano.
Il design degli interni punta a preservare il carattere industriale precedente, cercando un compromesso con un’atmosfera domestica e familiare, come testimonia la scelta di bilanciare la struttura metallica della cucina con il legno degli arredi e il pavimento in gres.
Un ruolo centrale nel progetto è dato dalla luce naturale che si diffonde attraverso i lucernai e le vetrate che danno sul giardino, naturalmente enfatizzata dai colori chiari dei pavimenti e del soffitto, dando un’impressione di uno spazio arioso e luminoso.
Per quanto pensato per essere utilizzato largamente dalla popolazione Lavazza, Bistrot non può essere considerato un classico ristorante aziendale, ma uno “spazio per la ristorazione collettiva”, un servizio aperto al pubblico e indipendente, a gestione autonoma dal punto di vista imprenditoriale, esempio di come la pausa pranzo diventi uno dei punti principali momenti di incontro e apertura verso la città.
Testo di Gabriele Masi.