
Clino Trini Castelli, designer noto internazionalmente per avere introdotto il No-Form concept, introduce in questo articolo i temi che approfondirà nell’incontro che WOW! organizza presso lo showroom Herman Miller a Milano il prossimo 31 marzo, intitolato
“40 anni di High Touch Design. Progettare oltre la forma con strategie di re-design tra identità emozionale ed estetiche della sostenibilità.” (Maggiori info qui).
Invitato come ospite d’onore, Castelli illustrerà il concetto e la storia del High Touch Design e gli strumenti del Design Primario.
L’evento, rivolto a un selezionato gruppo di progettisti, prevede anche la partecipazione di Frida Doveil, architetto, cresciuta nel clima culturale in cui il Design Primario è stato teorizzato e di Bertie Van Wyk, critical thinking Workplace Specialist di Insight Group Herman Miller.
Il Redesign dell’Action Office.
Quarant’anni fa, nel 1982, Herman Miller decideva di varare la fase di sviluppo del primo grande programma di CMF Redesign della storia volto a rimuovere i segni dell’obsolescenza emozionale dall’identità dell’Action Office, prima del suo rilancio del 1983 al Neocon di Chicago.
Quel mio progetto, basato unicamente sul rinnovo di Colori, Materiali e Finiture del famoso sistema per uffici disegnato da Robert Propst nel 1968, resta ancora oggi un valido modello di Sostenibilità Estetica per l’attuale Transizione Ecologica.
Quella decisione fu possibile anche grazie alla pubblicazione del best-seller di John Naisbitt “Megatrends. Dieci nuove tendenze che trasformeranno le nostre vite”. Il secondo trend riguardava infatti il binomio High Tech / High Touch e l’umanizzazione della tecnologia attraverso il tocco profondo dei fattori emozionali.
Un tema che coincideva perfettamente con il mio progetto eurocentrico di “redesign soft” basato sulla pratica del Design Primario.
Alvin Toffler, autore del best-seller degli anni ‘70 “Future Shock”, definiva John Naisbitt come uno dei più scaltri osservatori dei cambiamenti che stavano investendo l’America. Oggi si può aggiungere che la sua visionarietà era dimostrata anche dal terzo capitolo del libro che introduceva già allora il tema della Globalizzazione.

Inutile dire che grazie a quella imprevista congiunzione astrale il mio inedito sistema di CMF Design venne prontamente approvato dal consiglio di amministrazione di Herman Miller e che lo stesso Naisbitt fu coinvolto nella strategia di lancio del prodotto.
Fu dunque straordinario scoprire, nel 1983, la coincidenza di un unico ‘sentiment’ tra il Merchandise Mart di Chicago e il Salone del Mobile di Milano, due grandi poli del design fino ad allora molto distanti.

Testo di Clino Trini Castelli
Clino Trini Castelli (nato nel 1944) designer, artista e teorico del design vive e lavora a Milano. Conosciuto a livello internazionale per il CMF Design (Colore, Materiale e Finiture) di cui è stato l’iniziatore, Castelli ha introdotto il rinnovamento “No-form” dei linguaggi plastici applicati ai prodotti industriali attraverso gli strumenti del Design Primario. Contrariamente ai metodi compositivi tradizionali, Clino Trini Castelli si è concentrato sulla progettazione degli aspetti più intangibili della figurazione, come colore e materiali, luce e suono, sottolineando le virtù di un approccio sensoriale all’arte e al design. Fin dai primi anni ’70 è stato un pioniere nella ricerca sull’identità emozionale dei prodotti nel settore industriale. Il suo lavoro ha ricevuto importanti premi europei, americani e giapponesi, tra cui due Compasso d’Oro ADI.