Con il proposito di “portare la trasformazione positiva in azienda e alle persone”, Ilaria Santambrogio e Silvia Nova hanno coraggiosamente iniziato una nuova avventura professionale in piena pandemia, nel maggio 2020, dopo avere lavorato insieme per una multinazionale americana nel settore delle telecomunicazioni con i ruoli di Country Manager (Ilaria) e di Marketing Manager (Silvia).
In questa azienda hanno avuto la possibilità di sperimentare e promuovere il vero Smart Working che oggi praticano da free lance come fondatrici di, Human Realization e Nova Marketing, società che apparentemente operano in campi diversi ma, come spiegano nella video intervista, spesso operano insieme in modo coerente per definire azioni organizzative e di marketing per creare soluzioni personalizzate in base alle necessità delle aziende.
C’è qualche episodio della vostra esperienza professionale precedente che ha lasciato il segno?
Ilaria: Quando a fine 2008 il Managing Director Europe, durante una conference call con tutti i responsabili delle diverse country, ci ha comunicato che avremmo dovuto investire risorse marketing per evangelizzare i nostri partner e clienti sul tema dello smart working io ero seriamente perplessa e ho aperto il microfono chiedendo: ma intendi anche in Italia? Sicura che si sbagliasse! Lui invece mi rispose che proprio in un Paese come l’Italia questa filosofia manageriale avrebbe potuto fare la differenza in termini di rinnovamento e concorrenzialità.
Silvia: In qualità di pionieri ed evangelizzatori dello smart working, a inizio 2016 siamo stati contattati da Rai3 per un servizio su questa filosofia lavorativa. Tutto il team aveva piena libertà di scegliere luogo e tempo per le diverse attività lavorative. Quello era un periodo particolare per me perchè ero nel terzo trimestre della mia prima gravidanza e lavoravo principalmente da casa. Il regista è stato particolarmente colpito dalla nostra storia ed ha voluto dedicare una parte del servizio a me come futura mamma smart worker registrando la mia intervista proprio a casa mia. E’ stata un’esperienza di cui parlo ancora oggi.
Oggi quali sono il vostro ruolo, la vostra vision e la vostra mission?
Vision:Il nostro proposito è portare la trasformazione positiva in azienda e alle persone. Per esperienza diretta sappiamo cosa significhi lavorare con uno scopo forte e ancorato ad una finalità collettiva. Si genera commitment, benessere, condivisione di valori e performance eccellenti. Ora stiamo portando sul campo questo approccio innovativo all’interno delle aziende con cui collaboriamo.
Mission: Il nostro driver è la Scienza della Felicità applicata al lavoro e la decliniamo nelle organizzazioni attraverso diverse aree di impatto che si integrano tra di loro. Facciamo consulenza e formazione su leadership positiva, organizzazioni positive, e smart working di cui abbiamo grande esperienza sul campo. Inoltre integriamo l’elemento della natura che in ambito professionale può diventare un acceleratore di performance. Per quanto riguarda il marketing lavoriamo con le aziende sia per la strategia che per la parte operativa e di marketing interno.
Ruolo: La nostra cassetta degli attrezzi è ricca di strumenti che sono in coerenza l’uno con l’altro e ci permettono di creare soluzioni personalizzate in base al punto in cui si trova l’azienda, alle sue necessità o alle sue difficoltà. Spesso il cliente arriva con un’idea, ma ascoltando i suoi bisogni e stimolando le sue riflessioni nascono progetti co-costruiti con il mix di strumenti più adatto per quella specifica realtà. A titolo di esempio, quasi un anno fa siamo state coinvolte nel rilancio di una attività con la richiesta di un supporto pubblicitario. A seguito di un’analisi di contesto sono emerse due diverse necessità: da una parte un approccio più strategico al marketing e alla comunicazione e dall’altra un lavoro di formazione e coaching del team verso i nuovi obiettivi aziendali.
Il nostro approccio versatile ci ha permesso di fare luce sul vero bisogno dell’azienda e di definire azioni organizzative e marketing coerenti tra di loro per raggiungere l’obiettivo.
Che cosa vi ha spinto alla vostra attuale attività?
Abbiamo avuto la fortuna di lavorare per diversi anni in una multinazionale americana che inconsapevolmente aveva molte caratteristiche di una Organizzazione Positiva. Lavoravamo con gioia, le sfide erano opportunità, c’era grande collaborazione tra team anche internazionali, credevamo nei valori aziendali e questo entusiasmo era chiaramente visibile anche all’esterno. Spesso i nostri partner o i clienti ci chiedevamo come facessimo ad essere sempre così carichi, motivati, quasi instancabili. Avevamo uno scopo, un forte perché che non riguardava direttamente i prodotti che offrivano ma era ancorato ad un beneficio più grande, ad una finalità collettiva in grado di generare un impatto sociale.
Infatti, nel tardo 2008 (14 anni fa!), sfidati dalla crisi economica, il nostro management aveva deciso di approfondire le tematiche relative allo smart working, inizialmente per cercare di evitare i classici interventi come licenziamenti o tagli di budget indiscriminati. Poi però, iniziando a vivere in prima persona lo smart working nella sua applicazione più alta abbiamo iniziato a sentire che era nostro compito divulgarlo nel nostro network. Era nostro compito trasformarci in consulenti per i partner, i clienti, e cercare di sensibilizzare i media, lavorare con le istituzioni locali. Da questo impegno abbiamo contribuito alla nascita di bellissimi progetti anche in Italia ma soprattutto abbiamo dato il là al magnifico lavoro che l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano ha condotto in questi anni contribuendo alla diffusione di questa filosofia. Nella nostra recente esperienza di approfondimento di tematiche relative alla Scienza della Felicità e delle Organizzazioni Positive abbiamo capito però che ciò che ha fatto di noi un caso di estremo successo, con gli ottimi risultati finanziari di quegli anni, non è stato lo smart working. E’ stata la coerenza tra tutte le dimensioni aziendali rispetto al proposito aziendale e ai valori. E’ questa l’esperienza che ci guida e che grazie agli approfondimenti e agli studi recenti vogliamo portare a tutte le organizzazioni possibili.
Quali sono i temi più rilevanti che emergono dalle esigenze dei vostri clienti?
Ogni organizzazione si trova in un suo stadio evolutivo per cui le esigenze sono diverse. C’è una cosa però che le accomuna ossia il desiderio di sviluppare competenze che le aiutino a “surfare” i cambiamenti così veloci e profondi di questi tempi.
La tematica del benessere in azienda si sta trasformando da trend a bisogno fondamentale per fronteggiare fenomeni dirompenti come per esempio quello della great resignation. Il cambiamento culturale che mette la felicità e il benessere al centro della strategia aziendale richiede grande impegno e tempo di implementazione ma il ritorno è straordinario sia in termini di risultati che di impatto sulla società.
Notiamo inoltre che molte aziende, soprattutto di piccole e medie dimensioni, si stanno avvicinando al marketing riconoscendo a questa funzione un ruolo ormai fondamentale per distinguersi sul mercato e trasformare i cambiamenti, sempre più repentini, in opportunità.
Alcuni esempi di progetti /attività recenti?
Per quanto riguarda lo smart working, siamo le country lead italiane di ESWN, un network internazionale creato da due pionieri dello Smart Working, Philip Vanhoutte e Andy Lake, che ha lo scopo di condividere esperienze, ricerche, dati di aziende che hanno implementato lo smart working a 360° gradi.
In questo ambito abbiamo collaborato con grande soddisfazione all’interno del management team della sede italiana di una multinazionale tedesca che sentiva il bisogno di comprendere meglio cosa fosse lo smart working e come ottenere il meglio da un punto di vista sia personale sia di gestione di team. Un percorso di formazione molto stimolante ed arricchente.
Per quanto riguarda la felicità come driver per le organizzazioni, abbiamo fatto un intervento durante il townhall italiano e poi europeo all’interno di una grande multinazionale leader nell’ambito del food e questo intervento aveva l’obiettivo di sondare l’interesse e l’apertura della popolazione aziendale alla tematica (…e ce n’è stato!)
In una realtà più piccola invece abbiamo declinato la tematica della felicità in una formazione che aveva l’obiettivo di fornire, principalmente al team di vendita e marketing, gli strumenti che permettessero loro di spostare la mera trattativa commerciale ad un livello più alto e distintivo.
…Direi che non ci annoiamo mai.
E i progetti per il futuro?
Ci stiamo muovendo su più fronti tutti per noi molto stimolanti, il bello di avere aperto una società che integra diverse tipologie di attività.
I due progetti più interessanti in questo momento sono legati a tematiche innovative.
Da una parte stiamo supportando da un punto di vista marketing e anche organizzativo una società che tratta la tematica del caregiving a tutto tondo all’interno delle aziende. Un argomento non semplice da affrontare e spesso sottovalutato, che se trattato con superficialità può creare danni irreparabili e al contrario se ben gestito può generare un valore esponenziale.
Dall’altra stiamo collaborando con una professionista olandese e il nostro mentore (nonchè ex-capo) Philip Vanhoutte per la divulgazione della tematica del Weeting, i walking meetings che meritano una sessione dedicata.
Che caratteristiche ha il vostro luogo di lavoro?
Il nostro ufficio è zoom! A parte gli scherzi, entrambe abbiamo un nostro spazio dedicato in home office dove svolgiamo la maggior parte del lavoro individuale, uno spazio ergonomico con luce naturale ed elementi della natura che ci fanno stare bene.
Poi ci incontriamo di frequente per fare delle attività di brainstorming e la location dipende sempre dall’obiettivo di ciò che dobbiamo fare, può essere veramente zoom o l’ufficio di un cliente o uno dei nostri due studi…a breve sicuramente qualche percorso ciclo-pedonale per i weetings. Il driver non è sicuramente il luogo ma cosa dobbiamo fare.