
Una sorta di Museo di Storia Naturale del futuro che affronta i legami, compromessi e talvolta distrutti, tra uomo e ambiente naturale.
Per la XXII Triennale Paola Antonelli seleziona circa 100 progetti che danno alla parola “design” un significato completamente diverso da quello a cui siamo abituati: il design si assume la responsabilità della sopravvivenza umana.
Non più solo “Dal cucchiaio alla Città” (coniato da Rogers nel ’52), ma dalla Prospettiva Cosmica agli oggetti quotidiani (anche arredi per l’ufficio), con empatia.
“Broken Nature. Design Takes on Human Survival” è il titolo della XXII Triennale di Milano (1 marzo/1 settembre 2019) che si svolge esclusivamente all’interno del Palazzo della Triennale, a differenza della scorsa edizione che prevedeva invece anche diverse sedi esterne.
La curatrice Paola Antonelli, per l’occasione “presa in prestito” dal MoMA di New York (coadiuvata da Ala Tannir, Laura Maeran, Erica Petrillo e Laurie Mandin) esplora il concetto di Restorative Design (Design Ricostituente) -antitetico al Design Antropocentrico- mettendo in luce il ruolo del design come catalizzatore di cambiamenti comportamentali e sociali, invita a scoprire che cosa abbiamo sbagliato e si pone tre obiettivi principali: dare ai cittadini il senso di lungo termine; mostrare la complessità dei sistemi in cui viviamo; suggerire che cosa si può fare nella vita quotidiana.
Perchè, come dice Antonelli citando Buckminster Fuller “Ogni persona è un timone” e può segnare una rotta nuova.
La nuova “rotta” include l’uso intelligente delle tecnologie e nuove strategie, le pratiche creative finalizzate alla sopravvivenza della specie, ma anche il recupero del “buon senso” dei nostri avi che per generazioni hanno tramandato come vivere in equilibrio nell’ecosistema, come riparare e non sprecare; assai prima che questi temi diventassero le parole chiave della Sostenibilità e dell’approccio Cradle to Cradle.

Come opera il Design di fronte alla prova della sopravvivenza umana? Che cosa significa avere una coscienza ambientale nell’epoca delle migrazioni di massa, dell’intelligenza artificiale e delle estinzioni a ritmo accelerato?
La XXII Triennale propone risposte nel suo articolato percorso strutturato in diverse sezioni:
la grande mostra tematica, che include progetti esistenti e alcuni lavori commissionati ad hoc ad alcuni artisti/designer (Accurat, Formafantasma, Neri Oxman, Sigil Collective);
le installazioni speciali (“La Grande Orchestra degli Animali” di Bernie Krause eUnited Visual Artists, la Nazione degli Alberi curata da Stefano Mancuso);
le 24 partecipazioni internazionali delle Nazioni invitate a sviluppare il tema Broken Nature (tra le quali alcune che mai avevano partecipato alla Triennale come Tunisia, Myanmar, Bhutan, Haiti).
Non poteva mancare un award, il Bee Award per coerenza con il tema della XXIITriennale: tre Api, oggetti di alto valore artistico e simbolico realizzati da tre designer italiane sono state consegnate alle tre Nazioni vincitrici:.
all’ Austria l’Ape d’oro di Chiara Vigo,
all’Australia l’Ape nera di Oli Bonzanigo;
alla Russia l’Ape di cera di Bona Calvi.
Dunque una mostra complessa da visitare, che richiede tempo per essere capita, e che parla di economia circolare usando il linguaggio dell’arte e della poesia.
Broken Nature è una mostra che riesce a farci spaziare dai grandi progetti della NASA (Images of Changes che mostrano i cambiamenti climatici sulla Terra ) ai ricami d’oro su lino realizzati con il bisso estratto dalla Pinna Nobilis lavorato a mano come tramandano da 28 generazioni le donne antenate di Chiara Vigo (Il Leone delle Donne).
Dal Reliquiario (di Paola Bay e Armando Bruno) che raccoglie esemplari di animali piante raccolti in diversi continenti, alla “urna” biodegradabile a forma di uovo dove le nostre ceneri daranno alimento a una pianta (Capsula Mundi di Anna Citelli e Raoul Bretzel).
Dai Plastiglomerate, ovvero “false pietre” create con un mix di detriti di plastica fusa e sedimenti da spiaggia come sabbia, legno e roccia(di Kelly Jazvac con P.Corcoran e C.Moore) alle possibilità derivanti dall’uso dei resti delle alci, pelle, ossa e pelo, per non sprecare materiale(in Svezia si uccidono 80.00 alci all’anno e il 45 % dell’animale è destinato a diventare rifiuto)con i resti possono invece trasformarsi in una specie di pergamena che si può gonfiare per realizzare parti di sedie (Alces Alces di Victor Alge).
Sono ben 100 realizzate in 100 giorni le sedie di Martino Gamper realizzate con i più disparati materiali di scarto (100 Chairs in 100 Days).

Nuova vita per i rifiuti anche nel padiglione USA, intitolato RECKONstruct, dove la relazione tra Uomo e Ambiente attraverso il design è esplorato da un gruppo di appassionati ambientalisti tra cui Arup, MIT con il programma SHINE, NextWave Plastics e Humanscale che in partnership con la start up Bureo ha realizzato la Smart Ocean Chair, prima sedia per ufficio che ricicla reti da pesca disperse nell’oceano (abbiamo già parlato del progetto in questo articolo).
E per rimanere in tema Office Design, i due designer Simone Farresin e Andrea Trimarchi di Formafantasma propongono Ore Streams, una collezione di arredi per ufficio del prossimo futuro costruiti riciclando scarti di materiali elettrici ed elettronici, un progetto pensato per correggere i difetti nell’attuale sistema di gestione dei rifiuti.
Una bella boccata d’aria rispetto alle proposte di Design, troppo spesso inteso come sterile eleganza formale, che ci propone il mondo del business.
Testo di Renata Sias

Didascalie
Foto in apertura © Luc Boegly: Bernie Krause and United Visual Artists, The Great Animal Orchestra, 2016, multimedia installation, 1 h 32, Collection Fondation Cartier pour l’art contemporain (acq. 2017). View of the exhibition The Great Animal Orchestra, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris, 2016
Circular Flows: The Toilet Revolution! è il titolo della mostra del Padiglione Austriaco, curato dallo studio di design austriaco EOOS, che presenta il WC per la separazione delle urine in risposta a una sfida ecologica globale (Winner Gold Bee Award).
Teatro Della Terra Alienata, il Padiglione Australiano consolida due anni di ricerca e progetti pedagogici guidati dai Docenti di Architettura UTS Amaia Sanchez-Velasco, Jorge Valiente Oriol, Gonzalo Valiente e Miguel Rodriguez-Casellas, in collaborazione con artisti, accademici e studenti delle scuole di Design, Architettura e Scienze della vita di UTS (Winner Black Bee Award).
The Moscow River Age. Il Padiglione Russo esplora il rapporto uomo-fiume e rappresenta una timeline che abbraccia 200 anni di storia (Winner Wax Bee Award).
