
Abbiamo più volte parlato del radicale cambiamento delle modalità di lavoro imposto dalla pandemia; un cambiamento forzato che ha permesso al mondo di scoprire i numerosi benefici del lavoro da remoto (dal risparmio economico per aziende e dipendenti, alla riduzione dei tempi di trasporto, fino al work-life balance).
Secondo Milano Finanza il 40% delle aziende italiane ha continuato a utilizzare lo smart working anche dopo l’emergenza sanitaria, rendendolo a poco a poco un vero e proprio standard di riferimento.
In questo contesto, le startup hanno avuto un ruolo importante come promotrici di rivoluzioni tecnologiche e culturali destinate a perdurare nel tempo.
Da benefit futuristico concesso a pochi, lo smart working è passato ad essere una necessità prima, e una condizione imprescindibile poi, sempre più richiesta dai dipendenti, soprattutto dalla nuova generazione di lavoratori.
Oltre ai benefici che ben conosciamo, un aspetto fondamentale per la sua diffusione è rappresentato dalla trasformazione della tecnologia.
Fino a qualche anno fa la tecnologia era in un certo senso inseguita dal lavoratore, che doveva in tutti i modi cercare di restare al passo coi tempi, aggiornando in continuazione le proprie skill per non essere tagliato fuori dal mondo del lavoro.
Con la pandemia, invece, c’è stato un cambiamento radicale anche nella concezione del ruolo della tecnologia stessa, che è passata quindi dall’essere inseguita dall’uomo al mettersi al suo servizio, in modo tale da rispondere alle necessità del contesto e favorire quegli aspetti oggi considerati fondamentali nella vita lavorativa di tutti noi, come efficienza, autonomia e libertà del singolo.
Per favorire questa evoluzione, è stato fondamentale il ruolo delle startup. Le startup, infatti, nascono proprio per rispondere alle ultime necessità espresse dal mercato o, comunque, per sfruttare le opportunità e i trend emersi. Non sorprende quindi il fatto che molti prodotti e servizi di successo che hanno spopolato durante la pandemia siano nati proprio da startup il cui contributo alla crescita e al miglioramento dello smart working è di duplice natura: tecnologico e culturale. Andiamo a scoprire perché.
Startup e smart working: il contributo tecnologico.
Dal punto di vista di nuove tecnologie a supporto dello smart working, alcuni esempi italiani interessanti sono Coderblock, Trainect e Smace, tutte realtà molto diverse tra loro per i prodotti e servizi offerti ma accomunate dal fatto di aver ideato soluzioni innovative volte a facilitare l’adozione del lavoro da remoto e a migliorare l’esperienza per gli utenti.
Coderblock ha come obiettivo la rivoluzione delle esperienze virtuali. In particolare, si occupa dello sviluppo di mondi virtuali in 3D per eventi, lavoro e formazione, così da permettere agli utenti, per esempio, di collaborare con il proprio team da remoto in un ufficio virtuale in 3D dedicato appunto allo smart working.
Trainect è invece una piattaforma dedicata al wellbeing e al team building, volta ad aumentare e monitorare il benessere psico-fisico, l’affiatamento e la produttività dei lavoratori.
Smace infine, che ha recentemente chiuso un round di investimento da 350mila euro, offre un servizio di “smart working as a service”, permettendo agli utenti di organizzare soggiorni di workation (work-vacation) in località di interesse, lavorando in strutture fornite di tutto il necessario per lo smart working (come connessione internet veloce e postazioni di lavoro adeguate). Il suo motto è “Smart work in a smart place”: sulla piattaforma è possibile avere accesso ad un ampio network di spazi di lavoro, servizi ed esperienze, rivolti sia ad aziende sia a liberi professionisti.

Startup e smart working: il contributo culturale.
Il secondo contributo che le startup offrono allo smart working riguarda la cultura dello smart working. Come abbiamo detto, le startup sono per definizione dei business innovativi, caratterizzati da alta flessibilità e capacità di adattamento al contesto in cui operano.
Nel caso dello smart working, infatti, attuano in prima linea questo cambiamento, interiorizzandolo e adottandolo nella propria quotidianità. Così facendo, ne hanno favorito la diffusione e hanno contribuito, da un punto di vista quindi culturale, a farlo diventare a tutti gli effetti uno standard generale per la società.
Con questa breve disamina abbiamo voluto riportare solo alcune casistiche utili a farsi un’idea della forte relazione tra mondo startup e smart working: se l’affermarsi di questo nuovo paradigma del lavoro ha accelerato la nascita di soluzioni innovative, le startup d’altro canto hanno assecondato e accelerato l’affermazione dello smart working nelle organizzazioni italiane, giocando un ruolo cruciale come promotrici di rivoluzioni tecnologiche e culturali destinate a perdurare nel tempo.
Testo di Lucia Goracci, Innovation Advisor e People & Organization Expert in Seedble