
Rivitalizzare un’area abbandonata in un isolato polifunzionale, dando identità ad un’azienda internazionale. Il progetto di Cino Zucchi, Nuvola di Lavazza, è uno spazio destinato ad essere il centro di un progetto più ampio, di un sistema capace di coinvolgere la città di Torino, basato sui principi dell’activity-based working e smart working, e su tecnologie e attrezzature in grado di favorire la connettività e l’interazione.
“La sede è la sintesi del modo in cui concepiamo un’impresa contemporanea. Non solo un trasferimento di scrivanie, ma un’accelerazione verso una dimensione ancora più integrata, più sfidante e più a misura di persona: un luogo di lavoro stimolante, confortevole, tecnologicamente all’avanguardia poiché pensato per lavorare tutti insieme e per collegare sempre di più l’headquarter torinese con gli oltre 90 Paesi in cui l’azienda opera”. Giuseppe Lavazza, Vice Presidente Lavazza, presenta così i 18.500 metri quadrati del quartier generale a Torino che ospiterà oltre 600 dipendenti.
L’architettura di Cino Zucchi si basa sul recupero di edifici di valore storico e architettonico in un’area industriale dismessa, realizzando edifici ad alte prestazioni energetico-ambientali, che seguono le indicazioni del protocollo internazionale LEED, con la candidatura alla certificazione LEED GOLD.
In un ottica etica e sostenibile è stato attuato anche il trasloco: parte degli arredi sono stati recuperati per ridurre l’impatto ambientale; oltre tremila pezzi sono stati regalati a vari enti e associazioni benefiche, scuole ospedali, parrocchie esterni, per esempio la mensa aziendale della vecchia sede è stata donata al Cottolengo per supportare attività socio assistenziali.
La sede Lavazza fa parte del progetto più ampio del sistema Nuvola, aperto verso la città, che prevede l’inaugurazione, per i prossimi mesi, del Museo Lavazza e di uno spazio eventi in grado di accogliere fino a mille persone, oltre che un parcheggio pubblico, una piazza verde e un’area archeologica dedicata ad una basilica paleocristiana rinvenuta durante i lavori di scavo.
Spiega Cino Zucchi: “La rivoluzione informatica ha cambiato radicalmente i modi di lavorare e quindi anche l’organizzazione fisica degli uffici. Se un tempo la disposizione spaziale delle scrivanie era spesso una trasposizione nello spazio dell’organigramma aziendale, oggi i protocolli di organizzazione delle persone e delle relazioni tra le unità operative si è spostato nel campo informatico. Questo da una parte permette una maggiore flessibilità e libertà nelle postazioni, dall’altra crea nuove esigenze per la loro forma e tipologia. Lo spazio di lavoro deve avere ottime condizioni di illuminazione naturale e artificiale, buona acustica, grande flessibilità spaziale, e qualità delle finiture; tutte queste cose sono attributi dell’architettura, che CZA ha studiato con grande attenzione dal punto di vista delle dimensioni e della distribuzione, attributi cardine del “contenitore” dei nuovi ambienti di lavoro”.
Il progetto di interior design, curato da GTP, è stato frutto della collaborazione con le diverse aree dell’azienda, favorendo la ricerca di un nuovo approccio lavorativo.
“Compatibilmente con la forma iconica dell’edificio, per lo space planning degli open space, da noi definiti “evoluti”, che occupano circa il 90 % della superficie, ci siamo basati sui principi dell’activity-based working, attrezzati al massimo su identificazione degli utenti e tecnologie/attrezzature abilitatrici di connettività”, ha commentato Michele Aruanno di GTP.
“Questo open space evoluto si identifica non più con ambienti cellulari e grande distese ripetitive di scrivanie, ma con ambienti aperti e allo stesso tempo ben riconoscibili nella funzione d’uso, tutti dotati di opportune partizioni acustiche e ricarica devices wireless/usb. Inoltre sono presenti aree di supporto open per quick meeting e altre sale riunioni tecnologiche chiuse e più riservate per connettersi agevolmente anche con l’estero”.
Le aree funzionali sono state co-progettate con i team di lavoro in un’ottica smart working con arredi innovativi per facilitare la condivisione e l’efficienza e per offrire comfort e benessere. Estel, nel ruolo di contractor, ha fornito sia arredi di serie che attrezzature su disegno; l’interior design è completato dalle forniture di Arper, Sedus, Vitra, Artemide,mentre le pareti mobili su disegno sono di Tecno. La comunicazione grafica è stata affidata ad Underline, a cui si integrano le tecnologie digitali Samsung, Cisco e Acuson.
Al centro del progetto, però, c’è soprattutto la riscoperta del valore della convivialità e della “pausa caffè”: interazione e la socializzaizone sono le parole chiave attorno a cui sono stati disegnati diversi ambienti come la palestra aziendale, l’area relax e Bistrot, uno spazio di ristorazione innovativo aperto anche alla città, progettato in collaborazione di Cino Zucchi Architetti e RGA e sviluppato in collaborazione con Slow Food.
“Come l’orario di lavoro oggi si estende spesso nella dimensione della vita privata, così quest’ultima tende sempre di più ad entrare nello spazio di lavoro. Molte decisioni cruciali oggi non si prendono nella sala riunioni, ma piuttosto al ristorante o nell’area break. Il classico “palazzo ad uffici” caricaturizzato decenni fa nel film “Playtime” di Jacques Tati si è oggi evoluto in un vero “ambiente comune” che comprende palestre, giardini, aree relax, ristoranti e bar.
La mensa Lavazza – progettata da CZA con la collaborazione di RGA per gli interni – è così diventata un Bistrot ospitato dall’edificio ristrutturato della ex centrale Enel dove si possono scegliere diversi tipi di cucine e di culture alimentari. Il senso di comfort dato dalle viste sul nuovo giardino e sulla città, dagli arredi di tono caldo e dalla luce che inonda gli ambienti dall’alto suggeriscono una vera evoluzione degli intervalli di lavoro” Conclude Cino Zucchi.
L’apertura del Museo Lavazza, de La Centrale è previsto invece per il 2018: uno spazio per mostre, concerti, esposizioni, eventi che potrà accogliere fino a 1000 persone, e ospiterà al suo interno anche il ristorante gourmet Condividere by Lavazza studiato insieme a Ferran Adrià, con la scenografia disegnata da Dante Ferretti e la cucina di Federico Zanasi.
Testo di Gabriele Masi.