L’Intelligenza artificiale è la nuova elettricità, il catalizzatore e il più potente fattore di trasformazione delle nuove forme di organizzazione aziendale, ways of working e HR practices. Fabio Moioli, Head of Microsoft Consulting & Services Microsoft Italia, ha raccontato all’ HR Work in Progress, come l’IA sia davvero uno strumento straordinario con cui “si può fare l’infinito”, ma che ha assolutamente bisogno dell’intelligenza umana per trovare un giusto indirizzo di sviluppo.
Scrivono poesie, conducono trasmissioni radiofoniche, creano nuove opere d’arte di Rembrandt che anche gli esperti confonderebbero con gli originali, conducono analisi finanziarie accurate e sono in grado di condurre persino un colloquio di lavoro per scegliere il candidato più adatto per l’azienda e per la posizione richiesta.
Come ha detto Fabio Moioli, Head of Microsoft Consulting & Services Microsoft Italia nel corso dell’evento HR Work in Progress lo scorso 30 maggio, l’intelligenza artificiale è la nuova elettricità.
Come quando l’energia elettrica fu scoperta e utilizzata all’inizio della seconda rivoluzione industriale, arrivando fino a noi per essere l’elemento fondamentale per qualsiasi nostra attività, così l’intelligenza artificiale sta compiendo lo stesso percorso.
“Per molti anni con l’invenzione dell’elettricità si sono fatte le stesse cose, ma un po’ meglio, poi, piano piano si è sostituito il motore a vapore con il motore elettrico e si è iniziato a fare nuove cose che prima erano impossibili”, racconta Fabio Moioli. “Lavorando con l’IA sto vedendo che oggi le aziende stanno utilizzando l’intelligenza artificiale per fare le stesse cose un po’ meglio, ma ci sono tante aziende che iniziano a creare nuovi modelli di business e nuovi servizi che erano impossibili prima dell’IA”.
Innanzitutto, l’intelligenza artificiale, oggi, costituisce il catalizzatore di un fenomeno già in atto, ma che sta acquisendo modalità sempre nuove e più efficienti: la trasformazione organizzativa da un modello gerarchico-militare ad un modello learn and adapt di leadership diffusa.
“L’IA è tutta statistica, tutta bottom-up, ha un modo di ragionare opposto al top-down. Non è “ho un’ipotesi la testo”, ma “lascio che il contesto mi parli””, continua Fabio Moioli.
Un esempio di applicazione di intelligenza artificiale a modi di lavorare più fluidi, è Meet Marcel una piattaforma che collega più di 80mila professionisti nel mondo permettendogli di creare un team che lavora attraverso un cloud per la realizzazione di un progetto.
Oltre a questo, Fabio Moioli ha concentrato il suo intervento su come l’intelligenza artificiale aiuti a risolvere problemi di talent shortage, mettendo in comunicazione aziende e lavoratori già profilati, e supportando, ma anche cambiando, la gestione di tutti i passaggi tipici della gestione del personale: dall’attrarre nuovi talenti, al talent assessment e all’assunzione di professionisti adatti alle esigenze aziendali, fino a miglioramento del loro rendimento e alla loro crescita all’interno dell’organizzazione.
“Le aziende utilizzano sempre di più il machine learning nella selezione dei candidati, della profilazione. LinkedIn è pieno di intelligenza artificiale, che permette l’offerta di lavori più idonei a me”.
Oltre a LinkedIn, però, sono diversi gli applicativi che utilizzano l’intelligenze artificiale e che si rivolgono esplicitamente al campo della selezione e gestione del personale.
Textio, ad esempio, utilizza il machine learning per migliorare le parole che sia un’azienda può usare per un annuncio di lavoro, prevedendo già, in base a tale scelta, quali tipi di candidature arriveranno.
Altri strumenti che stanno cambiando il mondo della selezione del personale sono Hire-valueche consente di analizzare una video-intervista dal punto di vista paralinguistico (tono, espressione visiva) e semantico (trascrivendo quanto detto dal candidato) in modo da rendere la conoscenza del candidato più approfondita, o Pymetrics, che applica le neuroscienzecalcolando attraverso 77 diverse metriche quali sono i candidati ideali secondo le richieste specifiche dell’azienda.
Tema critico, dell’intelligenza artificiale resta però quello del bias o pregiudizio.
“Al giorno d’oggi, l’intelligenza artificiale imparerebbe ad assumere e promuovere gli uomini bianchi”, conclude Moioli. “Sono capitati anche dei casi in cui gli AI ha imparato la corruzione. L’intelligenza artificiale tende ad amplificare i bias, gli stereotipi”.
Insomma, “oggi con l’Intelligenza artificiale si può fare l’infinito, ma sta a noi rendere questa tecnologia giusta”.
Testo di Gabriele Masi.
Slide dalla presentazione di Fabio Moioli, Head of Microsoft Consulting & Services Microsoft Italia