
Hexagro, startup milanese che porta orti verticali biofilici dove le persone vivono e lavorano, ha condotto una meta-ricerca analizzando i principali studi sul benessere e produttività aziendale.
I dati emersi dimostrano i vantaggi del contatto con la natura (+61% sul piano cognitivo; -10% assenteismo; -64% senso di negatività) rispetto alle normali condizioni d’ufficio e indicando una possibile soluzione per il benessere lavorativo e per favorire un rientro in ufficio dopo Covid, con maggiore gioia e partecipazione e più salubre.
Ancora non sappiamo se e per quanto lavoreremo da casa, né quando avverrà il gran ritorno in ufficio, ma detta di tutti gli esperti sembra che ci attenderà una situazione ibrida.
La situazione a livello globale è simile, non si tratta solo un problema nostrano. Il vero problema però non è capire dove lavoreremo, ma come e in quali condizioni.
Se durante la pandemia ci siamo abituati alle comodità di casa, ai ridotti spostamenti e alla maggior flessibilità dello stile di lavoro (chi non ha mai fatto partire una lavatrice tra una call e l’altra?!) ora il terrore non è quello di tornare a lavorare con i colleghi in presenza, anzi diversi studi stanno già dimostrando come la presenza fisica in uno spazio stimoli collaborazione, creatività e soprattutto, in grandi aziende, promuovi la crescita professionale.
Il terrore è quello di tornare in uno spazio di lavoro che è stato in moltissimi casi disegnato per uno stile di lavoro che non esiste più.
I dati sullo stato degli spazi di lavoro pre-pandemia che emergono dalla meta-ricerca di Hexagro sono allarmanti:
– Il 58% degli uffici al mondo non ha piante;
– Il 76% dei dipendenti dichiara problemi di salute legati al luogo di lavoro
– La qualità dell’aria degli spazi interni lavorativi ha in media 5 volte più agenti inquinanti dell’esterno;
– Il 76% delle persone dichiara di non interagire con i partecipanti durante i meeting;
Questa situazione porta ad esasperare (fino al 37%) l’aumento dei costi annui per ogni dipendente che lavora (e vive) in uno stato di malessere psicofisico.
Questi dati non sono certamente migliorati durante la pandemia.
Secondo Harvard Business Review infatti, alla domanda “quanto sono state effettivamente produttive le aziende durante la pandemia rispetto a dove erano prima del Covid-19?”.Le diverse survey rispondono che “dipende dal tipo di azienda”.
Alcune sono rimaste straordinariamente produttive, sfruttando le ultime tecnologie per collaborare in modo efficace ed efficiente.
La maggior parte, tuttavia, è meno produttiva ora rispetto a 24 mesi fa. E la differenza risiede nella modalità con la quale, anche prima del Covid, le aziende gestivano e attraevano i propri talenti, oltre che nella capacità di orchestrare e offrire una giusta condizione di benessere lavorativo.
Con il Covid-19 che ha ricalibrato i nostri atteggiamenti nei confronti del lavoro e del tempo libero, gli ultimi mesi hanno visto una rinnovata attenzione al wellbeing, per non parlare del tempo trascorso al chiuso che ha ulteriormente stimolato il nostro apprezzamento per il mondo naturale.
Questa rinnovata attenzione sta infatti promuovendo il boom del trend biofilia, che in Italia pre-Covid ancora faceva fatica a prendere corpo.
Gli studi di neuroscienze illustrati nel Report di Hexagro mostrano infatti che i dipendenti che lavorano in contatto con la natura ottengono risultati migliori del 61% sul piano cognitivo rispetto alle normali condizioni d’ufficio, con un aumento significativo della produttività.
Non solo, gli effetti positivi si vedono anche sui livelli di assenteismo, che diminuiscono fino al 10%. I livelli di depressione che calano (del 58%) insieme a un generale senso di negatività (fino al 64%).
Da questi dei emerge che architetti , imprenditori e manager aziendali non devono chiedersi solo dove lavorare, ma soprattutto come lavorare.
L’esperienza positiva dei dipendenti all’interno del workplace dovrà essere il focus chiave per stimolare il coinvolgimento, la capacità di attrarre e trattenere i talenti e incrementare la produttività.
Su questo, la biofilia ha un ruolo chiave nel disegno di strategie dello spazi di lavoro.
Basti osservare che solo 40 secondi di interazione con la natura durante una pausa, aumentano del 6% la concentrazione, riducono lo stress e la pressione sanguigna.
Cosa avranno quindi in comune il piccolo borgo per smart worker e l’ufficio in centro città? La natura!
Per le aziende che si chiedono come aumentare l’occupancy dei propri spazi quando i dipendenti mostrano una certa resistenza a tornare in ufficio, la risposta arriva da chi progetta Hotel e Centri Commerciali applicato il design biofilico: gli spazi con elementi naturali e interattivi, che stimolano benessere, aumentano del 36% il tempo di permanenza delle persone.
Perché quindi non offrire una ragione in più per passare del tempo di qualità anche all’interno degli ambienti di lavoro, rompendo in maniera più chiara le destinazioni d’uso che non rispondono più a nuovi bisogni?
Testo di Alessandro Grampa, co-founder e CCO di Hexagro.