
Frida Doveil, architetto con esperienza trentennale nel design dei materiali, offre qualche anticipazione sui temi che tratterà nell’incontro “40 anni di High Touch Design. Progettare oltre la forma con strategie di re-design tra identità emozionale ed estetiche della sostenibilità.”
che WOW! organizza presso lo showroom Herman Miller a Milano il prossimo 31 marzo alle ore 17. (Maggiori info qui)
L’evento, rivolto a un selezionato gruppo di progettisti, vedrà la partecipazione come ospite d’onore di Clino Trini Castelli che illustrerà il concetto e la storia del High Touch Design.
Mentre Bertie Van Wyk, critical thinking Workplace Specialist di Insight Group Herman Miller, parlerà di progettazione del Benessere Cognitivo nel workplace.
In ragione di una logica di circolarità della materia che sta divenendo prioritaria e sta favorendo lo sviluppo di materiali biogenici o originati da scarti, le nuove generazioni di materiali si troveranno nell’urgenza di affermarsi all’interno di un confronto del tutto nuovo, mai verificatosi in precedenza, fra i linguaggi dell’artificiale e quelli del naturale.

Transparent wood orange based, KTH Stockholm.
Per affermarsi, ai nuovi materiali non basterà più il solo contributo della tecnologia, pur capace di portare anche quelli eco-compatibili a raggiungere l’impossibile in campo prestazionale (uno degli ultimi, l’ossimoro del legno trasparente).
Essere performativi non sarà sufficiente: ci sarà la necessità di un contributo specifico del design, per definire nuove estetiche della sostenibilità. Solo così, infatti, si potrà dare ai materiali sostenibili un destino di qualità e la possibilità di essere desiderati, scelti e amati. Anche nei territori dell’alta gamma.

Mogu, biofabricated acoustic panels developed around mycelium technology, Italy.
Sulla logica della circolarità si innesta poi la nuova era dei materiali design-driven, materiali cioè guidati dal design, progettati ad hoc fin dalla loro concezione da designer che li sviluppano insieme a team di biologi, ingegneri, chimici. Cosa che non era mai accaduta prima in questi termini.
E siamo solo agli inizi, ma si tratta di un orizzonte in crescita.
All’interno di questi scenari nuovi di riferimento, dove avremo bisogno di una sostenibilità estetica oltre che di una sostenibilità ambientale e sociale dei materiali, acquisisce una prospettiva nuova anche la lezione delle avanguardie italiane che negli anni ‘80 sono state capaci di portare in primo piano, in modo radicale, il tema delle estetiche dell’emozione, e che grazie a quella rivoluzione culturale hanno aperto la strada a una stagione di grande intensità per il progetto dei materiali, divenuto tema di ricerca permanente del design a livello internazionale.
Testo di Frida Doveil

This is GMO, sneaker using genetically engineered bacteria, by biodesigner Jen Keane and synthetic biologist Marcus Walker. (Ph Ed Tritton, detail).
Didascalia foto in apertura:
Sistema mui per dispositivi IoT in legno trasparente, muiLAB, Giappone
Frida Doveil, architetto e designer, si occupa di materiali e design dalla fine degli anni’80, con particolare attenzione alle tematiche ambientali.
Ha diretto l’area del design dei materiali al DA Research Center di Milano fino alla fine degli anni 90 e ha continuato a fare consulenze su questi temi fino agli anni recenti, con il suo studio di corporate identity e design.
È docente su questi temi al Master di Product Design in Naba, dove lavora con gli studenti sulle estetiche dei materiali bio derivati e l’upcycling di materiali tradizionali, ed è contributor di LifeGate, il portale italiano dedicato alla sostenibilità ambientale, dove si occupa di futuro dei materiali in relazione al design.
Tra le sue iniziative culturali, nel 2013, ha creato il progetto R-Riparabile?, divenuto un sito attraverso il quale proporre la riparabilità come aspetto centrale della qualità alta degli oggetti di design. @frida_doveil