
Nel corso dell’incontro “The Reluctant Returner” sono stati illustrati e commentati i risultati del sondaggio europeo svolto da Unispace che svela le principali motivazioni della resistenza da parte dei dipendenti al ritorno in ufficio dopo avere sperimentato per oltre un anno e mezzo la modalità del lavoro da remoto.
Eppure tutti abbiamo la consapevolezza di quanto sia importante tornare a interagire e collaborare di persona. Di che cosa sentono la mancanza i nuovi smart worker? Come si può migliorare l’ufficio per renderlo più attrattivo?
Clicca qui per scaricare il report della survey svolta da Unispace nella lingua preferita.
Dopo la prima fase di disorientamento, dovuta all’imposizione dello smart working -o meglio dell’home working- come unica possibile soluzione di fronte all’emergenza sanitaria covid-19, i dipendenti hanno potuto sperimentare che i nuovi Ways Of Working portano anche grossi vantaggi.
Se è vero che, come sostiene Maxwell Maltz, per creare una nuova routine occorrono 21 giorni, dopo più di un anno e mezzo, la “normalità” è diventata il lavoro da casa, tanto che il 64% dei lavoratori in Europa ( 62% in Italia) sono restii a tornare in ufficio.
Le aziende stanno quindi cercando di capire quali motivazioni possono incentivare al ritorno i dipendenti e attrarre i talenti, mantenendoli motivati e soddisfatti.
Proprio per capire quali fattori generano ansia, demotivazione, disagio e preoccupazione nei “Reluctant Returner”e per trovare risposte Unispace ha svolto il suo sondaggio in 9 Paesi europei, intervistando 3000 dipendenti che con la pandemia hanno iniziato a lavorare da casa, 2750 datori di lavoro o dirigenti in aziende con oltre 50 dipendenti e 10 responsabili HR, FM e RE.
Se prima del covid il 78% dei dipendenti individuava l’ufficio come unico luogo di lavoro, oggi la percentuale è scesa al 20%, a favore dei modelli ibridi che passano dal 19% al 43% per la formula “principalmente in ufficio” e dal 3% al 22% “principalmente casa”; c’è poi un nuovo 14% che individua nella casa il luogo esclusivo di lavoro.
Le motivazioni principali che fanno preferire il lavoro da remoto non sono una sorpresa:
Facilita lia gestione dei figli e della famiglia (82% uomini; 73% donne);
Fa risparmiare il tempo che degli spostamenti (54%).
Sorprende invece che dopo la fase lockdown, quando risultava difficile concentrarsi ed essere efficienti con tutta la famiglia segregata, oggi i dipendenti dichiarano che la tranquillità della casa si traduce in una maggiore efficienza e produttività.
In linea di massima pero, le giovani generazioni sarebbero felici di poter tornare in ufficio, se potessero raggiungere la sede in 5/10 minuti.
Dato questo, che suggerisce alternative ai due poli casa/ufficio, con formule tipo hub di quartiere, coworking, ecc.
In fondo, cominciano a farsi sentire la mancanza di interazione sociale e umana ( 35%) e la collaborazione con i colleghi (28%). E resta poi quel 31% di lavoratori che ritiene di poter essere più efficiente in ufficio.
Altra motivazione al ritorno è costituito dal fatto che le persone temono che il lavoro da remoto possa essere un ostacolo all’avanzamento di carriera.
Quali sono i desiderata dei lavoratori?
Quasi tutti ( 95%) i lavoratori ritengono che si dovrebbero apportare miglioramenti allo spazio fisico al workplace.
Il 76% sarebbe più felice se l’ufficio mettesse a disposizione spazi separati dedicati alla concentrazione e alla collaborazione.
Il 75% tornerebbe in ufficio per seguire corsi di formazione.
L’81% cita pranzo e snack offerti dall’azienda tra le ragioni per tornare in ufficio.
Quali sono i desiderata delle aziende?
E’ ormai riconosciuto il valore delle formule di lavoro ibrido ( 70% delle aziende ritiene di essersi bene adattata allo smart working durante la pandemia, ha fiducia nei suoi dipendenti e crede che i lavoratori possano decidere autonomamente quando da dove lavorare).
Nonostante questo un 52% di datori di lavoro che intende obbligare i dipendenti a tornare in ufficio, almeno 4 giorni alla settimana.
La pandemia è un’opportunità per ridurre le dimensioni dell’ufficio?
Solo il 6% circa delle aziende pensa di dimezzare lo spazio dedicato al workplace, mediamente la riduzione dello spazio ufficio si attesta al 26%
Conclusioni
Le principali indicazioni che emergono da questo sondaggio sono la necessità di rendere gli uffici sempre più belli, accoglienti e stimolanti, con alti standard di comfort ergonomico, acustico, illuminotecnico.
Servono aree diversificate e flessibili, con funzionalità diverse per ospitare varie attività nel corso della giornata: dal phone booth per la telefonata riservata ai luoghi per meditare; dall’area conviviale per riunioni informali alle sale per meeting ibridi in presenza e da remoto con attrezzature tecnologiche sofisticate.
Si evidenzia anche quanto sia importante -ora più che mai- il coinvolgimento dei dipendenti che vogliono sentirsi desiderati, benvenuti e coccolati dalla propria azienda.