
“Un ambiente di lavoro Phygital è guidato dalla forza di un perché”. È questo il primo punto del Phygital Work Manifesto presentato da Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia, e Andrea Cioffi, CEO di Digital Dictionary all’evento “Come attrarre Nativi Digitali?” organizzato da New Normal Live. Il lavoro è cambiato moltissimo, andando oltre i vincoli di spazio e tempo, ma già la nostalgia dell’ufficio si fa sentire. Come prepararsi a queste novità del lavoro ibrido?
Scarica qui il Phygital Work manifesto.
L’arrivo dei millennials, che tra pochi anni costituiranno un’importante percentuale della forza produttiva, sarà un altro potente fattore di cambiamento dopo lo scossone dato dal corona virus. Ways of working più smart e agili saranno accompagnati dal desiderio di una formazione e un’innovazione costante, in un ufficio più trasparente e gratificante, dove ognuno può mostrare il suo vero sé. Queste considerazioni hanno generato il Phygital Work Manifesto.
Come nasce il Phygital Work Manifesto.
“L’idea è nata dalla consapevolezza che l’organizzazione del lavoro sta cambiando tantissimo”, spiega Andrea Cioffi. “Abbiamo scoperto che tempo e spazio non sono poi dei vincoli così rigidi. È questa la più forte eredità di questo periodo all’interno di modelli organizzativi già trasparenti ed aperti alla comunicazione. Ma questo cambiamento è frutto di una crisi non di una visione. Per questo, abbiamo bisogno di nuovi principi per il new normal del lavoro. Questo manifesto nasce dunque come una bussola per orientare le scelte dei manager e creare organizzazioni più attrattive”.
Culture organizzative basate sul perché.
“Ora il nostro obiettivo è contestualizzare il phygital work manifesto in un reale contesto lavorativo”, continua il CEO di Digital Dictionary. “Sono tutti dei bei principi, ma il mio preferito è il primo. Un ambiente phygital è un ambiente che parte dal perché. Io sono personalmente convinto che le persone, soprattutto i giovani che devono sviluppare una cultura del lavoro (e adesso devono farlo senza incontrarsi alla macchinetta del caffè) hanno bisogno di credere in qualcosa, di poter comunque fare la differenza in qualche modo: non cercano un lavoro, ma un luogo dove potersi identificare ed esprimere. I giovani sono attratti da quelle aziende che investono su di loro, con chiara mission e cultura organizzativa, meglio se sono aperte al futuro, al cambiamento e all’innovazione. Il tema non è “sto cercando un lavoro”, ma sto cercando un ambiente dove mi posso esprimere. Il perché è collante ed unione. Partire dal perché è un fattore di successo per le organizzazioni che vogliono essere competitive per la battaglia per i talenti.
Qual è la situazione attuale delle aziende.
L’anno scorso è successo che ci siamo chiusi tuti in casa e noi di Great Place to Work ci siamo chiesti quale impatto avrebbe avuto sulle nostre classifiche”, spiega Alessandro Zollo. “Da marzo al luglio dell’anno scorso il trust index verso i capi e l’organizzazione è balzato di 7 punti verso l’alto. Pian piano, però, è iniziato a scemare, e questo +7 è sceso a + 3 tra settembre e ottobre. Oggi, in Inghilterra è già -1, come in Francia. In realtà questo è dovuto al fatto che stiamo tutti facendo fatica ad andare avanti. Ci sentiamo dire “non ce la faccio più, voglio tornare in ufficio”. L’altro giorno ho visto persone esaltate perché erano tornate a prendere il caffè insieme alla macchinetta in ufficio. C’è tanta voglia di tornare alla normalità fisica. Anche se le 8 ore dei contratti, le famose 9-18 sono finite: dobbiamo dare la responsabilità alle persone, l’importante è che poi si incontrano gli obiettivi.
Come possiamo sapere se un’azienda è pronta o meno al phygital.
Stiamo studiando in collaborazione con IAA una certificazione per sapere quanto un’azienda sia phygital ready, basata su tre parametri: il parere dei dipendenti, le politiche aziendali intraprese e le ore di formazione organizzate sui principi cardine della cultura phygital. Il mix di queste tre variabili potrà portare l’organizzazione ad essere phygital ready, o a riconoscersi come phygital leader.
È un progetto globale che permetterà quindi di confrontarsi a livello internazionale e colmare il gap tra le nostre aziende e quelle di altri paesi. In contemporanea stiamo pensando a dei corsi per aiutare i manager ad assimilare la portata di questi principi e per raggiungere il top della classifica.
Testo di Gabriele Masi.
Foto C30, OneDay Group headquarters, Milano.