
WOW! torna a parlare di Felicità nel workplace e, nel primo articolo introduttivo della nuova rubrica dedicata alla Scienza della Felicità e alle sue applicazioni nel management, Ilaria Santambrogio, Human Realization Trainer e Chief Happiness Officer, spiega di che cosa si tratta e perchè vanno adottati comportamenti diversi per “creare ambienti di lavoro dove le persone possano fiorire e generare risultati che superano le aspettative”, come scrivono nel loro libro Veruscka Gennari e Daniela Di Ciaccio di 2BHappy.
Siamo sicuri che i modelli organizzativi sui quali abbiamo costruito l’attuale mondo del lavoro siano gli unici possibili ma soprattutto i più adeguati per garantirci un futuro in una realtà in continua evoluzione e trasformazione?
Basti aprire Linkedin per cogliere molti messaggi di “stanchezza” e di desiderio di nuovi approcci e metodologie in ambito di management e leadership (cosa fare per essere un buon leader, perché i dipendenti lasciano le aziende, l’importanza dei soft skills, etc…). Oppure si noti come diventano subito popolari alcuni articoli che parlano di storie aziendali positive, di inclusione e di rispetto come se fossero cose rare e pertanto molto ricercate.
Come mai una rinomata università come la Berkley University in California fonda, nel 2001, il Greater Good Science Center (GGSC) con l’obiettivo di aiutare le persone a conoscere i fondamenti della felicità personale e collettiva, dell’importanza delle relazioni sociali e di comportamenti altruisti e positivi?
A febbraio di quest’anno alcuni rappresentanti del GGSC sono stati invitati al World Economic Forum a Davos per parlare di Scienza della Felicità. Ma questi argomenti non sono stati citati tra gli highlights della conferenza, nonostante Klaus Schwab, fondatore e attuale direttore esecutivo del WEF, citi ripetutamente nel suo libro “La Quarta rivoluzione industriale” la necessità di adottare comportamenti diversi per poter guidare i cambiamenti del nostro secolo.
Sembra proprio che la vera credenza da rompere sia che non sappiamo immaginare la possibilità di costruire realtà diverse, basate su principi differenti da quelli a cui siamo abituati pur sapendo che il livello di stress negativo a cui le persone e le organizzazioni sono sottoposte sta rendendo il sistema insostenibile.
Entriamo quindi nel merito di un possibile cambiamento partendo dal capire meglio che cosa è la Scienza della Felicità e delle Organizzazioni Positive.
Che cosa è la Scienza della Felicità?
La Scienza della Felicità è una disciplina nata dalla convergenza di scienze consolidate (psicologia positiva, biologia, fisica quantistica, economia, neuroscienze), ricerche di frontiera (medicina integrata o in campo spirituale) filosofia e discipline orientali. Inoltre, la Felicità è una competenza e può essere allenata. Ha a che fare con il modo in cui utilizziamo le nostre risorse interiori per affrontare ciò che ci accade.
Studi di neurobiologia hanno dimostrato che lo stress cronico inibisce la corteccia cerebrale prefrontale, sede del discernimento, e quindi fa sì che le nostre capacità di trovare soluzioni nella vita, così come nel lavoro, vengano ridotte.
Siamo cresciuti pensando che il modello piramidale fosse giusto e naturale. All’università ci hanno insegnato che il cervello comanda su tutto il corpo.
Ebbene, dalle ricerche di neurobiologia invece abbiamo scoperto che il nostro corpo funziona in modo circolare, con dei sistemi complessi multidimensionali in comunicazione costante. Quindi non esiste un livello di superiorità, tutti i componenti sono parti insostituibili dell’intero.
Inoltre, la neuroscienza ha dimostrato che siamo fatti per la socialità e la fisica quantistica ci dice che siamo tutti interconnessi in un unico campo d’energia.
Come applicare la Scienza della Felicità per creare organizzazioni positive?
L’applicazione degli studi della scienza della felicità in ambito organizzativo determina i fondamenti della Scienza della Organizzazioni Positive volta a costruire ambienti di lavoro dove le persone possano fiorire e generare risultati che superano le aspettative.
Gli studiosi di Organizzazioni Positive confermano che quando le persone sono orientate a un bene superiore tendono a unirsi, a trascendere gli interessi personali e a sacrificarsi per il gruppo.
Su che cosa si fonda un’organizzazione positiva?
Le tre principali leve su cui si fonda una organizzazione positiva sono:
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- uno scopo, un “perché” forte, che trascende gli interessi individuali, dunque riconoscibile da tutti i membri dell’organizzazione;
- una leadership diffusa e positiva;
- la coerenza di tutte le dimensioni organizzative (scopo, cultura, comportamenti, processi, procedure, ambienti e routine).
La Fiducia alla base della Felicità.
La felicità nasce dentro una dimensione relazionale, fiduciaria. Generare fiducia è l’esito inatteso di una relazione “non strumentale” basata sulla reciprocità. La fiducia entra in crisi quando subentra l’ideologia secondo cui l’efficienza sia sufficiente per garantire la crescita.
“La crisi della fiducia si genera ogni qualvolta si pensa che il mercato possa fare a meno della capacità contributiva ed espressiva delle persone” (Paolo Venturi Direttore di AICCON, Centro Studi promosso dall’Università di Bologna e dall’Alleanza delle Cooperative Italiane e direttore di The FundRaising School, prima scuola italiana sulla raccolta fondi)
E’ chiaro quindi che i modelli dominanti e i processi decisionali contemporanei che sono stati elaborati nel corso delle prime tre rivoluzioni industriali, non sono più adatti a soddisfare i bisogni attuali ma soprattutto quelli futuri.
L’innovazione di cui tanto si parla deve riguardare l’intero sistema organizzativo e non solo piccoli e sporadici interventi riguardanti solo alcuni aspetti (meramente quelli tecnologici)
La cultura della positività è il prodotto più “aggiornato” dell’evoluzione della coscienza umana e sa rispondere in maniera più funzionale e complessa ai bisogni del nostro tempo e a quelli futuri.
Abbiamo tutte le informazioni e le risorse necessarie per cambiare e l’invito a tutti -e a tutti i livelli-è di impegnarsi in questa direzione altrimenti la natura sceglierà per noi.
Testo di Ilaria Santambrogio, Human Realization Trainer e Chief Happiness Officer.
Fonti:
La scienza delle organizzazioni positive. Di Veruscka Gennari e Daniela Di Ciaccio.
La quarta rivoluzione industriale. Di Klaus Schwab