
I driver della produttività nel progetto del workplace.
Proponiamo una sintesi degli interventi del seminario Assufficio, che si è svolto il 7 febbraio presso UniCredit Tower a Milano, dedicato ai nuovi motori della produttività e ai nuovi valori sociali d’impresa nel progetto di un workplace sostenibile che sappia coniugare spending review e felicità dei dipendenti. Ecco una sintesi dei concetti emersi.
L’incontro si è aperto con i saluti di Alberto De Zan, presidente Assufficio, che ha introdotto le novità di Salone Ufficio –ambiente di lavoro nella sua completezza e non solo arredi per ufficio- e sottolineato l’importanza, anche simbolica della location che ospitava il seminario: le UniCredit Tower, nuova icona nello skyline milanese ed esempio concreto di approccio “Smart” al workplace.
Alberto Albertini, vicepresidente Assufficio, ha sintetizzato gli step del progetto di ricerca Ufficio Fabbrica Creativa portati avanti dal 2007 e le prossime tappe che terranno conto di aspetti significativi (per esempio nel 2012 la vendita di dispositivi mobili ha superato per la prima volta quella dei PC fissi) sopraggiunti oggi nella fase più “matura” dell’ufficio, il luogo che Ettore Sottsass definiva “animale ansante in perenne movimento”.
Nel ruolo di organizzatrice dell’incontro, Renata Sias, direttore di WOW! Webmagazine, ha spiegato per quale motivo si è preferito non parlare di arredi, ma
affrontare l’argomento da un altro punto di vista per trovare nuove definizioni di workspace e per capire molto concretamente che cosa stia succedendo intorno agli arredi.
Importanti spunti sono stati offerti dalla clip realizzata il giorno stesso in occasione della presentazione Cosmit de I Saloni e della presenza di Jean Nouvel, che ha raccontato i concept del suo allestimento per Salone Ufficio e, nella sua affascinate visione di “Uffici da abitare” e di “gioia di vivere nel luogo di lavoro”, ha posto l’accento sull’omologazione, vera piaga nel progetto dell’ufficio, contro cui lotta da sempre.
L’etica del lavoro e la declinazione del confort.
Marco Sammicheli, direttore di Zero e e moderatore del seminario, ha dato il via agli interventi dei relatori con una prefazione; una visione lucida e fresca del luogo di lavoro e dei suoi valori partendo dalla descrizione del suo ufficio “ un loft upside-down, ovvero un grande scantinato dove isole di tavoli atomizzano divisioni aziendali, ambiti e ambienti. Il più anziano è l’editore, ha quarant’anni e tutti i miei colleghi lavorano duro in un momento in cui la congiuntura e la contemporaneità hanno reso il lavoro gassoso, continuo, sovrapposto e ubiquo”. Definisce l’ufficio di oggi il “nodo di una rete”, uno spazio che attraversiamo un “mac-drive” dove ricaricare device, consumare un pezzo dell’esperienza, coniugare in gruppo un’azione”. Cita infine il professor Mihaly Csikzentmihaly, docente al IDC di Chicago, che chiama “esperienza ottimale” il mix di cognizione, emotività e motivazione.
Smart Working. Ripensare il lavoro, liberare energia.
Mariano Corso, docente di Organizzazione e Risorse Umane e Responsabile Scientifico dell’osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, ha riportato i dati di una recente ricerca sullo Smart Working, sintetizzandone i vantaggi principali.
“Il fattore più rilevante è che la tecnologia ha sgretolato gli assunti sui quali si è basata fino ad oggi l’organizzazione del lavoro (gerarchie, formalizzazione dei ruoli, procedure), rendendo lo spazio dove lavoriamo sempre più virtuale e senza confini”. Si devono allentare i vincoli per trovare nuovi spazi di ottimizzazione e di efficacia; diventano indispensabili la responsabilizzazione e il saper lavorare per obiettivi, ma anche la riorganizzazione degli ambienti che porta a economie tali da ripagare gli interventi di ristrutturazione degli spazi. Molte imprese lo hanno già capito, ma purtroppo non se ne sono resi conto i sindacati italiani o certi direttori del personale, incapaci di coordinare il lavoro altrui e ossessionati dal timore di perdere il controllo. Per questo l’Italia è indietro (meno del 5%) rispetto alla media europea di telelavoratori (15%). I telelavoratori sono in prevalenza uomini, anziani e dirigenti mentre le categorie che dovrebbero trarre maggiori vantaggi sono interessate solo marginalmente (28% donne; 15% giovani). “Il Sistema Italia sta rinunciando a benefici troppo importanti perché si possa ignorarli”.
UniCredit Towers. Sostenibilità, risparmio e benessere.
Il primo case study è UniCredit, la sede che ospita l’evento, raccontato da Mirna Gelleni, head of Concepts and Design, Real Estate Service Line UniCredit Business Integrated Solutions. Un’esperienza che, partendo dalla leva finanziaria e dall’esigenza di ottimizzare i costi, ha saputo cogliere l’occasione per cambiare l’organizzazione del lavoro e le modalità lavorative, passando dall’open space allo smart working per non perdere questa occasione di cambiamento. “L’importante era capire come cambiare” L’azienda è partita da un test cross-country che coinvolge circa 1400 persone in Italia e 2000 in Germania. Dunque non solo sottrarre spazio alle persone, ma aggiungere aree di incontro. Lo spazio fisico aiuta moltissimo a promuovere i cambiamenti e per questo coinvolge molte discipline, ma la parte più difficile resta cambiare la mentalità delle persone abituate a metodi tradizionali e educarle ai nuovi workstyle. È stata data ai dipendenti la possibilità di valutare la propria esperienza e ora il processo va strutturato; per l’implementazione, ci siamo affidati alla consulenza dello Studio Gensler. “Ci interessa monitorare non solo il saving quantitativo (quello si ottiene anche con un open space mal fatto!), stiamo cercano di individuale i misuratori corretti per capire i vantaggi e il valore dello spazio anche dal punto di vista del benessere oltre che del risparmio.”
Uffici Sace. Come la CSR migliora il clima in azienda.
Il secondo case study è quello di Sace, importante gruppo assicurativo-finanziario che sostiene la crescita di oltre 25 mila imprese in più di 180 paesi.
Paolo Cerino, direttore Corporate Social Responsibility, introduce il tema dell’importanza di questa figura professionale che può fortemente influire sul clima generale in azienda oltre che sull’organizzazione del lavoro e dello spazio.
Tutto nasce 10 anni fa con la scelta di non traslocare dallo storico palazzo seicentesco nel centro di Roma che ospitava 200 persone, ma di ristrutturare radicalmente e dematerializzare la sede esistente per creare nuovi uffici che ospitano oggi 500 persone (e anche palestra, caffetteria, sale proiezioni multimediali). Questo cambiamento è stato accompagnato da benefit quali la possibilità di lavoro fuori dall’ufficio per il 10% dei dipendenti in risposta a esigenze momentanee; il servizio di bike sharing aziendale; l’applicazione concreta del valore Team Building e l’istituzione dell’Happy Manager una figura aziendale che aiuti a gestire in maniera intelligente necessità personali e inadeguatezze delle infrastrutture pubbliche e orientato alla felicità di chi lavora. “Al cambiamento non si più opporre resistenza, meglio anticiparlo e governarlo”.
BRaVe (Building Rating Value) . La valutazione qualitativa dell’immobile.
Con l’intervento di Andrea Ciaramella, docente Politecnico di Milano, Dip. ABC, laboratorio Gesti.Tec, il tema della qualità smart e della sua possibile misurazione viene applicato all’edificio; un concetto sul quale la comunità immobiliare si interroga perché non può esistere un unico valore per il finanziatore, l’investitore, lo sviluppatore o l’utilizzatore finale . “Per questo abbiamo costruito uno strumento con 13 diversi ambiti di valutazione che si può applicare per nuovi progetti o per interventi migliorativi sull’esistente”. La qualità degli uffici nasce anche dalla qualità degli edifici e dei servizi interni ed esterni; “ci auguriamo perciò che strumenti come questo che si propongono di dare trasparenza possano contribuire a progettare edifici eccellenti e ad attrarre investitori internazionali nel nostro Paese”.
The Office is not dead. Offices 2020 Research programme.
L’intervento finale di Camilla Bastoni, Development Advisory & Research Jones Lang LaSalle SpA ha offerto un quadro sul mercato immobiliare in Italia con dati su Milano e Roma “Un mercato molto piccolo rispetto alla media europea (le esigenze occupative sono mediamente 270.000 mq/anno) e piuttosto povero ( il costo affitto è 300 euro /mq mentre il prime rating è stimato 500) con pochi uffici disponibili posizionati in aree appetibili e di buon livello qualitativo.
Le previsioni del programma di ricerca Offices 2020 indicano che “il potere negoziale si sta spostando sulla domanda e saranno gli utilizzatori corporate a dettare le caratteristiche del mercato uffici”. Altra suggestione: fino a 5 anni fa sembrava che l’ufficio fosse morto, ma questo fenomeno raggiunge solo il 20% in Europa con industrie particolari; quindi “in controtendenza con quanto potrebbe suggerire l’idea di Smart Office, l’ufficio non è morto ma avrà un ruolo predominante assumendo facce diverse in relazione alle esigenze di sostenibilità e ai cambiamenti tecnologici. Ma il cambiamento sarà graduale e non drammatico”.
La serata si è conclusa con le risposte dei relatori alle domande del pubblico arrivate via twitter durante il seminario.