
Nuovo riconoscimento per Junya Ishigami, già Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2008. Lo incontriamo a Mendrisio, all’inaugurazione della mostra del BSI Swiss Architectural Award che lo ha decretato vincitore dell’edizione 2016.
Nella video-intervista spiega la sua visione di “flessibilità”, la sua filosofia progettuale di outdoor in un interno e il progetto del KAIT Workshop che rappresenta il suo workplace ideale.
La mostra della quinta edizione di BSI Swiss Architectural Award 2016 a Mendrisio offre una fotografia articolata dell’architettura mondiale attraverso i progetti realizzati da 28 partecipanti provenienti da 17 Paesi. Ogni partecipante deve presentare tre progetti realizzati e questo aggiunge concretezza al percorso espositivo.
Ampia documentazione è dedicata in particolare al lavoro di Junya Ishigami, cui la giuria ha attribuito il premio all’unanimità per l’edizione 2016 (100.000 franchi) per i suoi tre progetti dai quali emergono una inusuale coerenza e forza iconica: il KAIT (Kanagawa Institute of Technology) Workshop, una residenza monofamilare vicino a Tokyo e l’architettura effimera del Padiglione Giappone 2008 alla Biennale di Venezia.
Come sottolineato nella motivazione della giuria, i progetti di Ishigami sono caratterizzati da “una ricerca strutturale innovativa ma senza inutili eroismi, che conduce ad un’architettura di delicata raffinatezza” e da “un rapporto fecondo con l’elemento vegetale, interpretato e declinato in modi sempre diversi”: dall’edificio come metafora di una foresta, nel caso del KAIT Workshop, alla completa integrazione della vegetazione nella “Casa con piante”.
Quelli di Ishigami sono spazi ambigui, come suggeriva il titolo del Padiglione Giappone “Extreme Nature: Landscape of ambiguous spaces”, aste verticali disposte in modo irregolare che fungono da serre e sono allo stesso tempo architetture integrate nel paesaggio.
Troviamo la stessa ricerca strutturale e gli stessi elementi vegetali verticali nella Casa per due giovani sposi a Tokyo dove si fa ancora più sfumato il confine tra casa e paesaggio, tra natura e manufatto.
Questo approccio progettuale che si fa ancora più forte nel KAIT Workshop (Kanagawa Institute of Technology): un edificio totalmente vetrato con pianta leggermente irregolare, al centro del campus e immerso nella natura circostante; un destabilizzate ambiente di lavoro “open space” di 2000 mq dedicato alle attività manuali degli studenti del Politecnico di Kanagawa che contraddice l’assioma ambiente flessibile = struttura regolare con il minor numero possibile di pilastri.
Ishigami ci spiega che il suo intento è ricreare un ambiente outdoor all’interno dell’edificio.
Entrando da uno qualsiasi dei quattro accessi ci si trova letteralmente immersi all’interno di una sorprendente “foresta” di pilastri. Non pilastri identici, né distribuiti secondo una maglia regolare, ovviamente!
Proprio come in una vera foresta di alberi, i piedritti in metallo sono diversi uno dall’altro per dimensione e orientamento, si diradano e si concentrano nello spazio senza una regola apparente.
La funzione di questa stupefacente “foresta” -in realtà frutto di un’ossessiva e precisissima definizione- si scopre attraversando e usando l’ambiente che, a secondo del punto di osservazione si modifica, offre prospettive diverse e aree diverse di fruizione.I dispositivi spaziali verticali generano luoghi dove incontrarsi, oppure creano pareti virtuali, stabiliscono gradi diversi di permeabilità visiva, permettono a chi lavora di trovare la propria privacy in uno spazio totalmente aperto, oppure di interagire con gli altri, sempre con la massima flessibilità
E’ proprio la filosofia progettuale del KAIT Workshop l’oggetto dell’interessante intervista che Junya Ishigami rilascia a WOW! raccontandoci questo inconsueto luogo di lavoro che rappresenta il suo modello di workplace ideale.
Foto del KAIT Workshop: Enrico Cano
Mario Botta consegna a Junya Ishigami il BSI Swiss Architectural Award 2016
In breve:
Titolo Mostra: BSI Swiss Architectural Award 2016 (a cura di Nicola Navone. Promossa da BSI Architectural Foundation, Lugano, in collaborazione con Accademia di architettura, Università della Svizzera Italiana a Mendrisio e Archivio del Moderno, Mendrisio)
Dove: Galleria dell’Accademia, Accademia di architettura, Mendrisio.
Quando: dal 30 settembre al 23 ottobre 2016.