
Abbiamo una visione smart- dichiara Alessandro Adamo, Partner di Lombardini22 e Director di DEGW Italia- oltre 70 persone erano già abilitate per lo smart working. Ma mettere in pratica questo remote working in urgenza per 300 persone ha richiesto l’attivazione di una task force!
Nel mestiere dell’architetto l’aspetto fisico resta fondamentale: pensa per esempio alla necessità di toccare materiali, sviluppare modelli.
Però la macchina Lombardini22 funziona anche da remoto: Franco Guidi invia messaggi settimanali a tutta l’organizzazione; la riunione classica del lunedì si svolge regolarmente; con la mia business unit abbiamo istituito tutte le sere una breve riunione informale e ogni tanto ci sono anche gli aperitivi skype per tutto lo staff.
I ritmi sono esattamente quelli normali se non più serrati del solito, ma stiamo sperimentando il vantaggio della comunicazione virtuale monodirezionale, senza i cali di concentrazione dovuti a continue interruzioni per domande o incontri estemporanei.
Nel mondo della progettazione ufficio non c’è lockdown, abbiamo preso progetti nuovi e quelli in corso vanno avanti.
Per quanto riguarda l’immediato del post corona virus, innanzitutto dovremo capire che cosa permetteranno le normative.
Noi stiamo lavorando su stress test di building e sulla pianificazione nell’utilizzo degli spazi. Non necessariamente sarà necessario riempire gli uffici, tornerà solo chi ha veramente bisogno.
Una nuova area di progetto toccherà i temi del “non-touch” e di elementi che permettano separazioni maggiori.
Nel lungo periodo, dopo questa scarica di adrenalina tecnologica credo che il settore immobiliare vedrà dei cambiamenti; ci sarà una rivalutazione delle abitazioni fuori città, dato che abbiamo sperimentato che l’home working in un piccolo appartamento in centro è più faticoso di quanto non sia in una grande casa con giardino e non è necessario spendere due ore al giorno in spostamenti, con conseguente inquinamento, per andare in ufficio.
Forse in futuro non avremo più così paura -per fortuna si dimentica- ma la situazione non potrà tornare come prima nonostante le persone abbiano bisogno di contatto fisico, di vicinanza.
Avendo scoperto che si può lavorare in modo efficiente da remoto, con i nostri clienti stiamo analizzando l’impatto sulla quantità e tipologia di spazio necessaria per queste nuove esigenze.
Nel progetto del workplace andrà riconsiderato lo scenario della protezione della persona a partire dalla reception, in tutti i percorsi e aree utilizzate nella giornata lavorativa.
Paradossalmente se il concetto di protezione si potesse spostare sulla persona -come il sub che fa le sue immersioni con la muta- forse non sarebbe necessario cambiare gli spazi!