
Quello di Shane Schneck è un design attento alla sostenibilità ambientale, ma anche all’uso di materiali e tecnologie human centered, alla ricerca di forme e colori capaci di generare sorpresa.
Dopo avere lavorato a Milano con Pietro Lissoni, nel 2010 fonda a Stoccolma il suo studio Office for Design: queste due profonde ma diverse culture del design si sposano perfettamente nei suoi progetti lievi, giocosi e talvolta audaci nell’essenzialità delle loro forme.
In questa intervista esclusiva con WOW! parla dei suoi Ways Of Designing e racconta il suo ultimo progetto per Manerba: il sistema di arredo per ufficio Apollo.
E’ nato negli Stati Uniti, si è formato professionalmente in Italia, vive e lavora in Svezia: questi presupposti sarebbero già sufficienti per affermare che Shane Schneck è un designer internazionale.
Ma sono soprattutto il suo atteggiamento e il suo approccio al design ad esprimere l’ampiezza dei suoi orizzonti, la sua libertà mentale e la sua visione fresca che si traducono in oggetti apparentemente semplici, ma sempre capaci di portare innovazione e superare gli standard.
Intuizione, pragmatismo, osservazione e uso di materiali innovativi sono i principali elementi che guidano lo sviluppo dei suoi progetti.
Achille Castiglioni ha detto “Bisognerebbe progettare partendo da quello che non si deve fare”. Secondo te, cosa non dovrebbe essere fatto quando si progetta?
Penso che quello che suggerisce Castiglioni sia usare la logica e l’intuizione.
Il suo approccio al design non è mai stato dettato dallo stile, ma dal metodo problem solving attraverso un’analisi che rivelasse lo scopo e l’uso degli oggetti.
Qualche tempo fa abbiamo sviluppato un progetto per Nike e la nostra proposta finale era il risultato di “ciò che non dovrebbe essere fatto” e che era possibile conoscere solo attraverso prototipi e test dettagliati.

Chi è stato il tuo Maestro?
Esito a usare la parola Maestro. Sono designer come tutti noi, come ogni essere umano. Naturalmente ci sono quelli che hanno definito ed elevato l’idea di una professione contemporanea dei quali adoro il lavoro: Bruno Munari, Richard Sapper e Achille Castiglioni.
Quali elementi ed esperienze hanno caratterizzato il tuo approccio al design? Ci sono alcuni prodotti che rappresentano meglio il tuo approccio?
Il nostro approccio è sempre pragmatico. Iniziamo con ciò che riteniamo potrebbe essere una semplice idea per gestire i cavi o utilizzare un materiale in modo innovativo.
Di recente abbiamo progettato una cassetta degli attrezzi per Hay. Volevamo creare una sorta di spazio universale per conservare gli oggetti domestici.
Abbiamo poi trovato anche un modo interessante per creare una maniglia che potesse contenere matite e piccoli oggetti, pur essendo molto ergonomica da afferrare.

Lavori in diversi mercati e settori. Applichi lo stesso modello progettuale per aziende diverse oppure modifichi l’approccio in base alle diverse realtà?
Il nostro approccio è sempre definito dal briefing del cliente e dalle tecnologie di produzione, ma sicuramente sono riconoscibili caratteristiche comuni nel nostro lavoro.
Iniziamo ogni prodotto con i modelli scala 1:1, perfezionando ogni passo fino a quando abbiamo esaurito le possibilità.
Ci sono contaminazioni culturali ed elementi comuni tra i diversi settori nei quali progetti?
Sì, una disciplina alimenta l’altra, contaminando e ispirando il processo lungo la strada.
Come diceva Bruno Munari con la sua famosa affermazione “Da cosa nasce cosa”.
Che impatto hanno sulla progettazione del prodotto i nuovi stili di vita e di lavoro delle nuove generazioni (Millennials e Generation Z)?
Come sappiamo, nulla è certo e la flessibilità è fondamentale per qualsiasi azienda. La capacità di adattarsi ai cambiamenti richiede anche che l’hardware sia adattabile e multifunzionale.
L’altra tendenza attuale è che le persone sembrano desiderare spazi di lavoro sempre più simili alla casa. Penso che questo derivi dal desiderio di spazi accoglienti e ben progettati più che dal desiderio della generazione freelance di lavorare da casa.

Come è cambiata la visione del workspace negli ultimi anni e quali evoluzioni e scenari ti aspetti per l’ufficio e i ways of working nel prossimo futuro?
Lo spazio di lavoro è in continua evoluzione ma , se sei un chimico o un contabile, richiederà sempre una superficie pulita per lavorare.
Recentemente abbiamo fotografato il sistema Apollo nella famosa Cartiera Burgo progettata da Pierluigi Nervi e mentre il personale è diminuito nei laboratori creati più di 50 anni fa, c’è ancora bisogno di un luogo ordinato per lavorare.
L’automazione e l’intelligenza artificiale continueranno a ridurre la necessità di forza lavoro, ma offriranno agli esseri umani la possibilità di svolgere altre attività.
L’altra tendenza importante è l’attenzione al benessere del dipendente, quindi le sedute attive e le scrivanie ad altezza variabile diventeranno senza dubbio uno standard, per questo motivo abbiamo previsto la versione sit-stand anche nel sistema Apollo.

Quali visioni hanno ispirato il sistema Apollo che hai progettato per Manerba?
Direi che l’intero sistema è stato guidato dai materiali e dai vantaggi per l’utente e per l’ambiente. Il sughero è diventato un elemento determinante per le sue qualità di eco-sostenibilità, tattilità e acustiche.
Per i piani del tavolo abbiamo utilizzato un termo-laminato soft-touch prodotto in Italia con una superficie estremamente morbida e opaca che riduce i riflessi.
Inoltre per le gambe e le strutture metalliche, abbiamo utilizzato una vernice in polvere eco-sostenibile, opaca ed estremamente resistenti e opachi che offre una gamma di colori molto ampia.
L’attenzione al benessere dell’utente e all’ergonomia dinamica, ha guidato in particolare la scelta di prevedere anche scrivanie sit-stand, regolabili in altezza.
E’ stata una fortuna che Manerba abbia compreso il valore costituito dall’utilizzo di questi materiali che, pur essendo in molti casi più costosi rispetto allo standard, creano un ambiente tattile e ricco dal punto di vista percettivo ed eco-sostenibile.
L’altra visione essenziale era quella di creare un sistema di arredo economico e modulare che fosse facile da installare, flat pack e utilizzasse le competenze dei partner produttivi di Manerba (n.d.r. tra cui Akzo Nobel per i rivestimenti in polvere Futura Collection utilizzati per le strutture e Linak per i meccanismi elettrici di regolazione in altezza delle scrivanie).
Apollo è un prodotto sviluppato all’interno di un’azienda familiare con una forte propensione all’innovazione.
