
Intervista esclusiva a Zaha Hadid.
Zaha Hadid, prima donna a vincere il Pritzker Prize nel 2010 e molte altre competizioni, è architetto e designer e opera in ogni settore e ad ogni scala; vive a Londra dove ha sede il suo studio con 400 persone e insegna in diverse università. Ha all’attivo 950 progetti in 44 Paesi.
Zaha Hadid Architects applica un identico modello progettuale in ogni parte del mondo e con ogni tipo di azienda o prodotto di design oppure modifica il proprio approccio in base alle diverse realtà?
Da sempre siamo interessati ad espandere il nostro repertorio e ad intraprendere nuovi progetti in contesti differenti, ma seguiamo da sempre alcuni principi. Uno di questi è quello di provare a inserire il progetto nel suo ambiente con una serie di connessioni articolate che utilizzano elementi dell’ambiente circostante in modo da assicurare che ciascun progetto sia il più possibile in relazione con il suo contesto. A livello internazionale l’architettura sta cercando in ogni modo un “repertorio locale”. Per esempio, in Cina, la progettazione della Guangzhou Opera House ha dovuto tener conto del contesto culturale e geografico. L’interazione dei suoi due volumi scultorei con lo spazio pubblico ci ha dato l’opportunità di proporre questo schema in Cina, con una poetica analogia: quella dei ciottoli sulla riva di un fiume, che nella cultura cinese ha un significato molto profondo, soprattutto riguardo ad un progetto posto a poca distanza dal fiume Pearl River. Per noi architetti creare una connessione fra l’architettura e il paesaggio è richiede più che altro un pensiero di tipo tecnico. Non pensiamo in termini metaforici, ma più che altro in termini di analogie con il panorama circostante. Ad esempio le transizioni fra una zona e l’altra dell’Opera House riprendono le morbide variazioni di altitudini del paesaggio.
In alcuni ambiti si hanno maggiori opportunità di sperimentare per perfezionare il design, rendendo la progettazione molto più stimolante. Le nostre idee diventano sempre più ambiziose man mano che ci rendiamo conto delle nuove possibilità che la tecnologia ci offre. Lavoriamo a stretto contatto con designers e ingegneri per trasformare i modelli 3D digitali in forme solide. Sicuramente una delle cose che danno più soddisfazione del design industriale sono le tecnologie usate per la progettazione e produzione: il processo che intercorre tra l’idea e il risultato concreto è molto più corto rispetto all’architettura e questo fa sì che le possibilità per quanto riguarda la sperimentazione siano enormi. Per esempio nel disegnare un elemento d’arredo o un accessorio di moda, come una scarpa, si ha la possibilità di creare un prototipo in modo estremamente veloce, così da poter valutare immediatamente il design e il comfort.
Zaha Hadid Architects lavora in campi molto diversi tra loro (design e architettura, uffici, residenze, settori della culture, salute e istruzione ..) dalle analisi per questi progetti emergono nuovi stili di vita e nuove esigenze da parte degli utenti?
Assolutamente sì, la vera architettura d’avanguardia non segue la moda o l’economia, ma piuttosto la logica insita nelle innovazioni generate dallo sviluppo sociale e tecnologico. La società contemporanea non è statica e gli edifici si devono evolvere in modo da soddisfare i nuovi bisogni degli utenti. Credo che la novità della nostra generazione sia una maggiore complessità a livello sociale, che dovrebbe riflettersi nell’architettura. L’eterogeneità e il dinamismo della vita moderna non possono più essere chiusi nelle semplici griglie ortogonali e negli isolati dell’architettura del XX secolo. Dunque, una delle più grandi sfide dell’urbanistica contemporanea è quella di superare la compartimentazione attuale per trasformarsi nell’architettura del XXI secolo: un’architettura specializzata e flessibile, che si rivolga ai molteplici lavori e modi di vivere attuali e alla fluidità delle carriere e delle aziende moderne.
Di conseguenza il nostro lavoro consiste nell’utilizzare concetti, logiche e metodi che ci permettano di esaminare e organizzare le complessità della vita moderna. Le ripetizioni e le separazioni che hanno caratterizzato gli edifici del secolo scorso sono state superate da edifici che interagiscono, si integrano e si adattano. Questi nuovi sistemi permettono l’organizzazione e la pianificazione dei complessi processi che sovrappongono e integrano vari aspetti della nostra vita: il lavoro, l’educazione, l’entertainment, i trasporti e le abitazioni.
Inoltre l’architettura può veicolare importanti messaggi sociali. Abbiamo recentemente completato una scuola pubblica per 1200 studenti in una delle zone più povere di Londra. Quel quartiere, di fatto, ha la più alta incidenza di crimini violenti e legati alla criminalità organizzata di tutta Europa. A partire da un singolo edificio abbiamo diviso la scuola in quattro sezioni minori, in modo da renderla meno intimidatoria per gli alunni più giovani e più facilmente gestibile per gli insegnanti. La progettazione dinamica dell’accademia include anche una pista da atletica al centro della scuola e i laboratori scientifici e le aule computer che sono un promemoria costante per gli studenti dell’Evelin Grace Academy delle due eccellenze di questa scuola: la scienza e lo sport. Il progetto considera lo studente come un membro della società responsabile e di valore e lo tratta come tale, dandogli la possibilità di prendere possesso ed essere responsabile della scuola e dei suoi spazi. L’Evelin Grace Academy porta educazione di alto livello in una delle aree più povere di Londra. Ogni giorno motiva 1200 studenti a realizzare i loro sogni, mentre il pomeriggio e la sera è utilizzata dall’intera comunità come un centro polivalente. È bellissimo vedere la passione degli studenti e l’entusiasmo della comunità nei confronti della scuola, ogni volta che la visito. Il successo di questa struttura è stato premiato dal Royal Institute of British Architects nel 2011, quando le hanno conferito il loro più importante riconoscimento: lo Stirling Prize.
Ci sono “contaminazioni” concettuali ed elementi in comune tra i diversi settori di progetto nei quali opera Zaha Hadid Architects?
Ogni progetto mi interessa in egual misura, anche se ci sono delle ovvie differenze. La percezione dell’architettura è diversa perché è un’esperienza totale. Si potrebbe quasi dire che i lavori di industrial design non sono altro che frammenti di ciò che succede in architettura. L’idea per un edificio o quella per un oggetto possono essere ugualmente improvvise, ma il processo è molto differente. Una delle cose che danno più soddisfazione dell’industrial design è che il processo fra l’idea e il prodotto finito è molto veloce. Ma tutto ha un’origine comune e tutti i progetti sono connessi in qualche modo.
Nei primi tempi i metodi che usavamo per creare uno schizzo, un disegno o un modello ci portavano a nuove interessanti scoperte. A volte non sapevamo neanche dove ci avrebbero portato le nostre ricerche, ma sapevamo che avremmo costruito qualcosa e che ognuno di quegli esperimenti avrebbe contribuito alla creazione del progetto. Ci potrebbero volere dieci anni prima che uno schizzo 2D diventi un disegno tecnico e poi un edificio vero e proprio. E questi “viaggi” sono estremamente stimolanti, perché assolutamente imprevedibili. Per esempio, mi capitava di usare linee tratteggiate che poi sono diventati “modelli striati” i quali alla fine sono diventati il progetto per il MAXXI. Un’idea così semplice è riuscita a fare molta strada. In una sorta di “archeologia inversa” l’intero sistema disegno ha creato un processo per livelli dove le distorsioni nel disegno avrebbero potuto portare a distorsioni nell’edificio. Parti sporgenti del disegno avrebbero potuto creare estrusioni nell’edificio. Il processo ha portato a traduzioni letterali nell’edificio.
Le nostre collaborazioni con altre industrie in altri ambiti rispetto all’architettura ci permettono di esprimere le nostre idee attraverso dimensioni e media diversi. Noi lo vediamo come una parte dell’evoluzione continua della nostra ricerca. È un processo a doppio senso: noi applichiamo il nostro metodo di progettazione a questi prodotti, ma impariamo anche molto dalla collaborazione con diverse industrie. Una buona progettazione sarà sempre migliorata da input esterni. Ora c’è una grande fluidità fra arte, architettura, design industriale e moda, una grande interazione. Non si tratta di competizione, ma di collaborazione e di quanto queste diverse discipline possano contribuire alle altre.
Quali cambiamenti si sono verificati nella visione di ufficio negli ultimi anni (from the BMW to CMA-CGM to Bratislava Culenova Centre) e come questi cambiamenti si rispecchiano nei nuovi prodotti?
Non direi che è cambiata, ma piuttosto che si sta evolvendo parallelamente alle innovazioni nei materiali e nelle tecnologie di progettazione. Quando abbiamo iniziato a lavorare ci siamo creati una buona reputazione trovando soluzioni, idee ed interpretazioni innovative perché non legate a nessuna istituzione. Ora come ora il nostro lavoro può essere descritto come intuitivo, radicale, internazionale e dinamico. Oggi lottiamo per mantenere questo modus operandi indipendente e originale. “Innovazione continua” è un termine che ben può essere applicato ai nostri lavori più recenti. Sono sempre curiosa a proposito del prossimo passo, del prossimo grande progetto e credo che i nuovi metodi di calcolo che incoraggiano a forme sempre più complesse siano molto stimolanti. I cambiamenti che il computing ha portato all’architettura sono incredibili. I nostri progetti richiedono un continuo sviluppo delle tecnologie di costruzione e l’industria risponde procurandoci nuovi strumenti di sviluppo e materiali ancor più sofisticati. C’è una forte relazione reciproca data dal fatto che l’architettura d’avanguardia spinge a creare nuove tecnologie digitali e nuove tecniche di costruzione e questi nuovi sviluppi a loro volta spingono il design a spingersi sempre oltre. Grandi cose vengono prodotte da questo metodo di lavoro!
In ogni periodo c’è una nuova sfida. C’è un’intera sezione del nostro ufficio che si occupa di fare ricerca sul nuovo design e sulle nuove tecniche di costruzione. L’ufficio è molto attento a questa cosa e c’è sempre una grande collaborazione con ingegneri che sperimentano nuovi materiali per utilizzarli all’interno di nuove scoperte e poi nel mercato di massa. Ovviamente il passo successivo è quello di trovare materiali e metodi ancora più avanzati, perciò siamo in contatto anche direttamente con le aziende che li producono e i loro distributori. Collaborando con ingegneri e lavorando con materiali e metodi all’avanguardia, siamo in grado di fare dei progressi significativi e le industrie di materiali ci aiutano molto in quello che facciamo. Per esempio amiamo molto usare il cemento nei nostri edifici, perché è fluido, continuo e ci permette di realizzare le forme organiche e senza soluzione di continuità che caratterizzano i nostri progetti. Ma il cemento è anche molto pesante, quindi un’intera sezione del nostro ufficio adesso sta lavorando sull’uso di materiali alternativi più leggeri che mimino la fluidità del cemento. Il cemento rinforzato con la fibra di vetro [Glass-fibre reinforced concrete (GFRC)] è uno di questi materiali. Gli si può dare quasi qualsiasi forma utilizzando diversi metodi. Inoltre è un ottimo materiale dal punto di vista strutturale, visto che sopporta molto bene le forze di trazione. Resistenza e malleabilità sono combinate in un unico materiale. Inoltre ci stiamo accorgendo che sempre più spesso i clienti ci chiedono qualcosa di “radicale”. E questa tendenza c’è anche in istituzioni, che sempre più hanno un forte interesse nell’innovazione. Queste sono caratteristiche vitali per un architetto, che gli permettono di disegnare nuovi straordinari progetti e quando un cliente ci chiede di essere sperimentali non prendiamo mai facili scorciatoie, ma cerchiamo sempre di interpretare il fine di quell’istituzione visto che non è solo l’apparenza dell’edificio che ci interessa, ma anche che quell’edificio possa essere usato in modi sempre nuovi.
Quale scenario e quali evoluzioni prevede per l’ufficio e per i modi di lavorare del prossimo futuro?
Gli enormi progressi nella tecnologia permetto ora agli architetti di ripensare in modo radicale la forma e lo spazio, usando nuovi metodi di costruzione, nuovi materiali e rivestimenti. Applichiamo nuovi concetti e nuovi metodi per rispondere ai bisogni individuali degli abitanti, creando edifici che interagiscono, si integrano e si adattano ai bisogni di coloro che li abitano. Questi edifici riconosceranno i cambiamenti di questi bisogni e ottimizzeranno il loro ambiente e la loro composizione per adattarsi ai loro utenti in ogni momento.
Questi nuovi metodi progettuali e tecnici possono venire applicati anche all’urbanistica. Ogni edificio può ora comunicare e connettersi con gli edifici circostanti, creando una sorta di rete organica. Gli stessi strumenti che permettono all’edificio di adattarsi ai propri abitanti gli permetteranno anche di adattarsi all’ambiente circostante. Questi nuovi metodi e materiali creeranno nuove tipologie di spazi che miglioreranno l’efficienza energetica e la comunicazione. Con l’architettura stessa in grado di cambiare e adattarsi in risposta all’utilizzo giornaliero e all’ambiente, ogni edificio contribuirà ad una società sempre più eco-sostenibile, offrendoci una possibile soluzione alle gravi problematiche ecologiche che affliggono la nostra era.
Didascalie
1 /2 Zaha Hadid (foto di Steve Double).
3 Museo MAXXI, Roma, design by Zaha Hadid. (photo Helene Binet).
4 Museo MAXXI, Roma, design by Zaha Hadid. (photo Helene Binet).
5 Guanzou Opera House, design by Zaha Hadid. (photo Hufton+Crow).
6 Guanzou Opera House, design by Zaha Hadid. (photo Hufton+Crow).
7 Eveline Grace Academy, design by Zaha Hadid. (photo Luke Hayes).
8 Eveline Grace Academy, design by Zaha Hadid. (photo Hufton+Crow).
9 Eveline Grace Academy, design by Zaha Hadid. (photo Hufton+Crow).
10 Array, auditorium chair, design by Zaha Hadid, produced by Poltrona Frau Contract.
11 Array, auditorium chair, design by Zaha Hadid, produced by Poltrona Frau Contract.
12 Liquid Glacial Table, design by Zaha Hadid, at David Gilly Gallery, Londra.
13 Floating Staircase, design by Zaha Hadid, produced by TBC.
14 Genesy Lamp, design by Zaha Hadid, produced by Artemide.
15 Luxury Z Speedboat, design by Zaha Hadid, produced by Shoreteam.