
Esiste un capitale intangibile in ogni azienda da cui ripartire nel workplace post-pandemico. Teorizzato per la prima volta da Fred Luthans, il capitale psicologico è un ottimo strumento teorico per far fronte allo stress della situazione attuale e riportare il benessere e la felicità al centro delle politiche aziendali. Penny Lloyd e Madoka Kumashiro, nel webinar Mind Space – Work & Wellbeing in Concert” organizzato da Herman Miller e selezionato nella rubrica WOWbinar, hanno parlato delle PSYCAP 4+4, le dimensioni più impattanti sul capitale psicologico aziendale: 4 qualità personali (fiducia in sé, ottimismo, resilienza, energia) e 4 assi su cui ogni organizzazione può lavorare (scopo, autonomia, riconoscimento e relazionalità).
Partendo da un assunto oggi universalmente riconosciuto – le risorse umane rappresentano per le organizzazioni un vantaggio competitivo– nel 2007 Fred Luthans teorizzò il capitale psicologico (PSYCAP) definendolo come lo stato psicologico positivo di sviluppo di un individuo.
Un capitale costruito nel tempo, basato su una conoscenza latente maturata attraverso l’esperienza del singolo e del gruppo che, essendo unica, cumulativa, interconnessa e non trasferibile alle aziende concorrenti, fornisce un grande vantaggio competitivo.
In un periodo in cui la crisi del corona virus ha aumentato la percezione di una realtà stressante e in veloce mutamento, Penny Lloyd e Madoka Kumashiro hanno introdotto una formula semplice – PSYCAP 4+4 – per aiutare a riportare al centro delle politiche aziendali il benessere. Le elenchiamo qui, spiegandole in breve.

4 Qualità: fiducia in sé, ottimismo, resilienza ed energia.
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- Fiducia in sé (confidence). La fiducia in sé è una qualità che richiede tempo ed esperienza per essere costruita. È quella qualità, come ha spiegato Kumashiro, che usiamo quando impariamo ad andare in bicicletta e per la prima volta solleviamo i piedi o ci stacchiamo dalla presa dei genitori che la sostengono da dietro. Più sentiamo la fiducia in noi stessi, più diventa facile affrontare un compito o una situazione nuova e prendere dei rischi.
- Fiducia in sé (confidence). La fiducia in sé è una qualità che richiede tempo ed esperienza per essere costruita. È quella qualità, come ha spiegato Kumashiro, che usiamo quando impariamo ad andare in bicicletta e per la prima volta solleviamo i piedi o ci stacchiamo dalla presa dei genitori che la sostengono da dietro. Più sentiamo la fiducia in noi stessi, più diventa facile affrontare un compito o una situazione nuova e prendere dei rischi.
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- Ottimismo (Optimism). L’ottimismo è una qualità razionale e proattiva: l’abilità di vedere la realtà per quella che essa è, avendo fiducia che le proprie azioni possano portare ad una situazione futura migliore. In breve, significa riconoscere la temporaneità del problema ed agire in modo proattivo per superarlo.
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- Resilienza (Resilience). Un passo oltre l’ottimismo, la resilienza è la capacità creativa di adattarsi e vivere attraverso le sfide utilizzando le proprie risorse, e affrontare i momenti di difficoltà come un’occasione di crescita personale e di sviluppo di nuove competenze e capacità.
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- Energia (Energy). La capacità di mobilitare energia è una caratteristica al confine tra l’individuo e il suo ambiente. L’energia infatti può essere contagiosa e dipende da un dialogo tra la qualità interna dell’individuo e l’atmosfera del gruppo. A questo riguardo l’ufficio, soprattutto in un’epoca di lavoro agile, può essere concepito metaforicamente come una stazione di benzina, ovvero un luogo in grado di fornire nuova energia, dove ricaricarsi per rimettersi in marcia.

4 condizioni per far fiorire il capitale psicologico: scopo, autonomia, riconoscimento e relazionalità.
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- Scopo (purpose). Avere una visione significativa della propria vita, qualcosa per cui impegnarsi, è fondamentale per ogni essere umano. Le organizzazioni dove c’è una chiarezza di scopo e dove i dipendenti sono orgogliosi dell’impatto che la propria azienda ha a livello economico o sociale sono tendenzialmente quelle dove il livello di benessere è maggiore.
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- Autonomia (autonomy). Autonomia significa sentirsi in controllo della propria vita. Risultati di ricerca sulla sindrome da burnout e sulla depressione indicano come concausa la perdita di controllo e il senso di passività nella gestione della propria vita. Una politica aziendale basata su un vero smart working, su un buon work-life balance e sull’empowerment fornisce delle buone basi per lo sviluppo di un sano senso di autonomia.
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- Riconoscimento (recognition). Semplicemente sentirsi valorizzato e compreso per le proprie caratteristiche. Un approccio basato sul dialogo e sulla valorizzazione dei punti di forza di ogni risorsa umana è essenziale per far sentire ognuno importante e significativo per l’azienda.
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- Relazionalità (relatedness). Questa capacità di lavorare attivamente per comprendere noi stessi, gli altri e il mondo è favorita da politiche organizzative che stimolano il continuo confronto e incontro formale e informale, modalità di lavoro come goal-focused teams o team interdisciplinari o intersettoriali.
Testo di Gabriele Masi.
In apertura, photo by Bambi Corro on Unsplash