
Il progetto dei nuovi uffici milanesi di Digital Entity, business unit di NTTdata, va oltre la tradizionale ricerca di una alternanza tra open space e uffici individuali. Lo spazio, progettato dallo studio deamicisarchitetti, è articolato attraverso l’utilizzo di soli arredi e crea un continuum di ambientazioni formali e informali, individuali e collettive: luoghi dotati di personalità, in un approccio centrato sui contenuti e senza forme precostituite.
L’obiettivo del progetto dei nuovi uffici Digital Entity era quello di verificare dall’interno l’efficienza di nuove possibilità organizzative e di far vivere in prima persona ai dipendenti una condizione di libertà espressiva analoga, in termini lavorativi, a quella promessa dai servizi offerti ai clienti, secondo i principi dello smart working.
Questo workspace doveva rappresentare concretamente ciò che è il core business dell’azienda.
“A partire da questo briefing, attraverso riflessioni congiunte, abbiamo iniziato ad indagare come esso potesse essere interpretato nella realtà e che cosa potesse significare in termini di organizzazione dello spazio. Ne è nato un nuovo principio:i “modi di lavoro” non dipendono dalla mansione o dallo status, ma dall’occasione e dall’efficacia.” spiega l’architetto Giacomo De Amicis, che continua “Dall’osservazione sul campo delle abitudini degli addetti, è apparso chiaro che le persone tendono ad utilizzare luoghi diversi non solo con riferimento alla tipologia che devono svolgere, ma anche al variare degli orari e delle stagioni”, spiega l’architetto Giacomo De Amicis. “Oggi, ritrovarsi nello stesso luogo significa innanzitutto avere la possibilità di usare molteplici ambienti tra loro diversificati che consentono di coltivare, anche in occasioni non pianificate, la relazione, lo scambio, e la condivisione. Noi pensiamo che la progettazione debba fare i conti innanzi tutto con il carattere dei luoghi, inteso come quel connotato immateriale che conferisce specifica identità agli ambienti e che è il risultato dell’insieme di tutte le parti che concorrono nella costruzione di un luogo: siano esse geometriche, materiali, luci o arredi”.
Cambia il concetto di spazio flessibile. Queste idee si riflettono in uno spazio che annulla la tradizionale gerarchia tra corridoio e postazioni di lavoro, creando un un unico open space caratterizzato da grandi piani di lavoro con sgabelli per workshop e riunioni informali, un’area relax con tappeto e poltrone, un tavolo da lavoro esagonale, tavoli singoli incernierati e una grande parete dove è possibile scrivere.
L’uso di materiali naturali combinati in modo elementare, e il leit-motiv del reticolo in profilo in ferro a sezione quadrata verniciato articolato in molte e diverse configurazioni, permettono di mantenere una continuità formale di sottofondo, dalla quale emergono accenti diversificati: colori, materiali e oggetti di altra natura.
Grande attenzione è stata posta anche agli arredi fissi, che originano da un tubolare quadrato in ferro, scandendo tutti gli ambienti con la ripetizione della stessa geometria “Mondrianesca” utilizzata per librerie, espositori e diaframmi semi opachi.
Sul controsoffitto dipinto in nero, infine, scompare la tradizionale partizione modulare con lampade ad incasso, sostituite da lanterne luminose: vivaci grandi paralumi in pergamena di forme e dimensioni differenti.
Testo di Gabriele Masi.
Fotografie di Gabriele Leo.