
Attraverso l’uso sapiente del colore, della non ortogonalità e della flessibilità organica, lo studio di architettura Giuseppe Tortato dà nuova vita a un anonimo edificio industriale degli anni ’80, trasformandolo nell’accogliente e dinamico headquarters di NGC Medical, azienda con la quale Tortato aveva già lavorato in passato, durante la realizzazione de La Forgiatura.
I nuovi spazi, conclusi poco prima dell’emergenza covid-19, sotto molti aspetti si rivelano perfetti anche per il rientro dei dipendenti nella “Fase 2”.
Realizzato in tempi brevissimi e con un budget contenuto -come richiesto dal cliente- questo intervento di radicale rigenerazione ha interessato circa 6500 mq di superficie, è il frutto di un approccio che Tortato ha sviluppano nella sua ventennale esperienza e si avvale di fornitori di alto livello, tra i quali Sedus, Interface, Caimi Brevetti.
Il linguaggio cromatico.
Il colore è l’elemento percettivo che per primo ci colpisce. Quella rassicurante tonalità di blu, che sembra immergerci in cieli infiniti (ispirata al colore corporate di NGC e tuttavia rivisitata in una nuance più morbida e soft) ci accompagna nel “contenitore” che mantiene una sua rudezza fatta di toni neutri e di elementi dell’architettura industriale.
Il blu, colore che suscita calma, sembra quasi guidarci attraverso questi volumi dinamici, caratterizzando il layout che si apre in continue prospettive inattese.
Mentre il bianco aumenta la luminosità degli ambienti, anche come elemento di contrasto sulle pareti blu.
La rigenerazione dell’immobile inizia dall’eliminazione di partizioni e finiture esistenti, in particolare la rimozione dei controsoffitti modulari che ha permesso di utilizzare e valorizzare gli oltre 5 metri di altezza degli ambienti e soprattuto di mettere in vista i lucernari sul tetto che regalano luce naturale zenitale nelle aree open space sottostanti.
Progetto acustico
La soluzione di mettere a nudo l’involucro dell’edificio ha richiesto di affrontare in modo integrato anche le problematiche legate all’acustica, avvalendosi di varie soluzioni.
Innanzitutto la presenza massiccia di pannelli fonoassorbenti di Caimi Brevetti con tecnologia Snowsound, utilizzati in due modelli (entrambi design di Francesco e Alberto Meda), a soffitto i Flap Chain, mentre a parete i Flat, che con la loro spiccata geometria e il carattere fortemente decorativo sono diventati anche un pattern caratterizzante come grafica di sfondo delle pareti e delle vetrofanie sulle pareti vetrate di Universal Selecta che delimitano le aree riunione.
Al comfort acustico contribuiscono anche i pannelli a soffitto in Celenit, utilizzati in alcuni ambienti e gli schermi soundproofing Easy Screen di Sedus integrati nelle scrivanie Temptation Four, sempre di Sedus che arredano le aree operative in open space.
Progetto illuminotecnico
Il progetto illuminotecnico, che prevede corpi illuminanti di Linea Light Group, non ha solo l’obiettivo di fornire il livello di illuminazione più adatto per il benessere visivo, ma anche quello di enfatizzare il dinamismo dell’ambiente con soluzioni differenziate per le diverse aree e per i percorsi.
Design biofilico: piante e pavimenti ispirati alla natura.
Al senso di benessere psicofisico che si prova in questi spazi concorre anche la forte presenza di verde.
La massiccia presenza di piante è infatti uno degli elementi base del design biofilico applicato da Tortato nel suo approccio finalizzato al wellbeing.
Alla natura e alla flessibilità organica e non direzionale si ispira anche la pavimentazione tessile modulare autoposante: la texture della collezione Composure di Interface, ispirata alle formazioni rocciose naturali, crea una piattaforma rassicurante, vivacizzata da cambi cromatici di transizione che fungono da guida e da accenti forti che creano un continuum con le pareti blu.
Interventi necessari per il rientro dopo l’emergenza covid-19?
In fondo sono proprio la non ortogonalità, le geometrie irregolari (bene espresse anche negli arredi realizzati su disegno), la facile riconfigurabilità resa possibile dagli arredi di Sedus, e la disposizione flessibile che prende spunto dalla natura, a rendere il nuovo headquarters adatto al rientro nella Fase 2 dell’emergenza corona virus.
La serenità e la tranquillità di questo workplace offriranno conforto, anche psicologico, ai dipendenti inevitabilmente sottoposti all’ansia. Mentre l’ampiezza delle superfici e dei volumi recuperati con il nuovo progetto permetteranno il rientro agevolato dei dipendenti.
Di fronte alla situazione di incertezza generale, il facility management ha reputato che anche le sale riunione non richiedano interventi di adeguamento, ad eccezione dell’utilizzo al 50% e della opportuna sanificazione dopo l’utilizzo.
Nell’impossibilità di fare previsioni a lungo termine e mettere a punto policy internazionali più strutturate, le scelte adottate per il progetto rendono dunque questi workplace adatti a rispondere alle direttive imposte per la Fase 2 .. e oltre.
Foto di Carola Merello
Credits
Giuseppe Tortato, progettista.
Team:
Elena Fantoni; project manager; Stefania Cerri, direzione artistica; Giada Tapini, collaboratrice.