Nel basement del coworking Copernico Centrale a Milano ha sede Whitelight Art Gallery; fin qui niente di strano, visto che tutti gli spazi Copernico sono in locazione. L’aspetto innovativo -segnale di una nuova tendenza– è il progetto di piattaforma culturale e commerciale; l’idea di “galleria diffusa” sviluppato a partire dalla visione di arte condivisa, capace di aggiungere valore all’ambiente di lavoro, di creare momenti di aggregazione e di emozione.
Da sempre le banche posseggono collezioni private di opere d’arte, le aziende fondano musei e non è raro che agli artisti vengano commissionate opere d’arte e street art per valorizzare e connotare l’interior design di ambienti collettivi e workplace.
Quello che rende unico il progetto nato dalla sinergia tra Copernico e Whitelight Art sono l’approccio dinamico e la visione di galleria diffusa e di arte accessibile anche in luoghi non deputati.
L’arte entra nel workplace in perfetto spirito copernicano, in modo giovane e accessibile, confrontandosi con le start up residenti, lasciando spazio all’interpretazione così come gli spazi lasciano spazio alla flessibilità di uso.
Sul modello di quanto avviene da tempo nei Paesi nordici, e coerentemente con la visione di share economy, non si condividono solo gli spazi, ma anche la cultura, superando così i confini tra luogo del lavoro e spazio espositivo.
Visitiamo Whitelight Art al piano interrato di Copernico Centrale, un ex magazzino che ha mantenuto le rudi finiture della sua originaria destinazione; nel candore di questi spazi dotati di forte identità industriale/urbana incontriamo Giorgia Sarti, che insieme a Marta Menegon è titolare dal 2011 di una galleria d’arte a Bologna da sempre votata alla ricerca e promozione di giovani artisti.
“Questo progetto di galleria diffusa è nato nel 2015, in modo casuale, come spesso succede. Facendo visita ad amici che avevano scelto di lavorare in Copernico, siamo rimaste affasciante dall’atmosfera e abbiamo deciso di traslocare la nostra galleria milanese in questi spazi che erano stati da poco inaugurati, trovando subito terreno fertile per promuovere i giovani artisti della nostra galleria; così ha preso vita il progetto.
Abbiamo deciso di invertire il tradizionale percorso arte/fruitore: siamo andate noi verso il pubblico, allestendo tutte le aree degli otto piani di coworking e allargando quindi la galleria anche ai piani superiori”.
L’arte porta valore all’interno dell’ambiente di lavoro, ma Copernico non è proprietario delle opere che sono invece a disposizione dei tutti, da godere e anche da acquistare.
Nel frattempo Copernico è esploso aprendo nuove sedi anche in altre città e questo ha offerto a Whitelight nuove opportunità e lo spunto per dare corpo in modo più strutturato a questa sinergia.
“Abbiamo scelto un tema –Di Parole Faccio Arte– e tre artisti – Giorgio Milani, Sabrina D’Alessandro, Opiemme– che per tutto il 2018 esporranno a rotazione nelle tre città dove Copernico ha aperto i suoi spazi, bellissimi e molto diversi tra loro. A Roma siamo all’ultimo piano, a Milano in un urban mood basement, a Torino in un palazzo con affreschi. Continua Giorgia Sarti- Per Clubhouse Brera e Copernico Martesana invece sta per partire un concept diverso con uno storytelling stagionale.
Anche la comunicazione è veicolata in sinergia con il marketing di Copernico, sia ai resident che al pubblico esterno. Da questa collaborazione possono svilupparsi grandi opportunità per entrambi”.
Con questa operazione, Copernico aggiunge l’offerta di “servizi culturali” ai propri resident che vanno ad arricchire la proposta già prevista di spazi per il wellness, bar, bistro e teatro.
Il valore di questa visione è confermato anche dall’architetto Alessia Garibaldi che con gli altri partner di DC10, Marco Vigo e Giorgio Piliego, ha progettato Copernico Centrale e Martesana.
“Abbiamo ideato questo format di ufficio allargato , non solo incentrato sul business, .integrando anche un piano social che include attività non strettamente legate al lavoro che nascono dal piacere di incontrarsi, di scambiare idee e anche condividere il proprio punto di vista sull’arte.
Lo spazio può offrire stimoli e in particolare quando accoglie l’arte, con la sua forza nel dialogare con gli ambienti. La sinergia guida anche il rapporto dinamico con gli interior designer per la scelta della posizione per le opere d’arte. Il risultato è sempre ottimo, ne è una prova il senso di vuoto che tutti provano dopo il disallestimento”.
Testo di Renata Sias
Didascalie
1, 4 Sede di Whitelight Art Gallery nel basement di Copernico Centrale a MIlano. Mostra collettiva intitolata Di Parole Faccio Arte, con opere di Giorgio Milani. Sabrina D’Alessandro, Opiemme.
2, 3 Whitelight Art Gallery in Copernico Garibaldi, Torino. Opere di Sabrina D’Alessandro per la mostra Di Parole Faccio Arte.
5 Whitelight Art Gallery in Clubhouse Copernico Barberini, Roma. Opere di Opiemme per la mostra Di Parole Faccio Arte.