
Da diversi anni parliamo di Felicità in Azienda e Organizzazioni Positive; su questo argomento Daniela Di Ciaccio ha scritto diversi articoli su WOW spiegando anche il ruolo del Chief Happiness Officer nel cambiamento della cultura aziendale.
Una figura professionale, quella del CHO, che si rivela particolarmente utile in questa fase post-pandemica di riluttanza al rientro in ufficio.
Ma in concreto, come opera un CHO e come può rendere le persone più felici e produttive e l’azienda un luogo stimolante e accogliente dove lavorare insieme?
Lo abbiamo chiesto Nathalie Pollina, CHO in Copying.
“Anche mio papà ogni tanto mi chiede: Ma tu esattamente che lavoro fai?” risponde Nathalie con il suo sorriso schietto e coinvolgente.
La sede di Copying spicca a distanza nella zona industriale di Caronno Pertusella: un edificio eco-sostenibile rivestito in legno “ispirato da un ostello frequentato anni fa, in viaggio lungo il Cammino di Santiago di Compostela” ci spiega Mauro Vitiello, imprenditore di seconda generazione subentrato al padre Domenico Vitiello, fondatore insieme a Elio Pagani di Copying, azienda nata 40 anni fa come società di servizi di fotocopie e gestione di documenti cartacei.

L’inevitabile passaggio dalla carta alla gestione dei processi digitali non ha interessato solo nuove competenze e tecnologie, ma è stato lo stimolo per un cambiamento radicale della cultura aziendale.
Copying ha colto questa opportunità per intraprendere concretamente la strada della sostenibilità in un’ottica ESG, per assumere nuove visioni più lungimiranti e per trasformare l’ufficio in un luogo felice.
Una scelta giusta, come dimostrano i fatturati in esponenziale crescita e soprattutto il clima aziendale che si respira in questo luogo di lavoro positivo.
Ci si rende conto di essere in un luogo speciale già varcando l’ingresso circondato dalla vasca per le bellissime carpe Koi che accompagnano chi entra nuotando sotto il pavimento trasparente della hall. Primo dettaglio di stile e metafora di una Visione: la carpa Koi nella cultura giapponese simboleggia la perseveranza e la fedeltà e, grazie alla capacità di nuotare controcorrente, anche la resilienza e la volontà di cambiamento positivo.
Il secondo segno di benvenuto è quello dell’affettuoso cane Bruno che arriva con passo lemme dal piano superiore.
Poi arrivano, altrettanto ospitali, anche gli umani: il titolare Mauro Vitiello che insieme alla manager della Felicità Nathalie Pollina mi accompagnano nelle diverse aree della sede e negli spazi dedicati alle nuove divisioni.
Si tratta di quel tipo di workplace cosiddetto“Google Style” vivace, green, dinamico, ricco di grafiche stimolati e video mapping immersivi, un ambiente dall’identità forte che lascia spazio alle passioni di chi lo abita e che si lascia amare.
Per esempio le numerose piante e l’orto aziendale sono curati dal titolare e dai dipendenti. Ovunque ci sono tracce di vita e di persone: i divani della nonna, le moto e le biciclette, le foto scattate dai dipendenti…

E’ un luogo che ti conquista; non ci sorprende che i dipendenti siano quasi tutti presenti anche se le disposizioni per la pandemia consentirebbero di lavorare in home working. Qui non c’è aria di Great Resignation né di riluttanza al rientro in ufficio.
Sembra strano, ma anche in un luogo che è già così felice serve un Chief Happiness Officer perchè le organizzazioni sono organismi viventi, complessi, modificabili; hanno quindi bisogno di essere costantemente alimentate e monitorate.
Consapevole di questo, Mauro Vitiello ha chiesto a Nathalie -già di natura dotata di attitudine positiva- di frequentare il corso di CHO per per arricchire le sue competenze.

Nathalie, che cosa fai concretamente nel tuo ruolo di CHO?
Il generale, e a prescindere dalle singole iniziative, mi impegno perché ciascun responsabile di reparto comunichi in maniera fluida e trasparente con i propri collaboratori e cercando di costruire una cultura del feedback, offrendo occasioni di apprendimento su leadership, comunicazione e intelligenza emotiva.
Come CHO mi incarico in particolare di rendere il posto di lavoro un luogo felice, dove le persone si sentono sempre a proprio agio, apprezzate, comprese, valorizzate, motivate.
Ho costituito un team di progetto, il Good Vibes team, trasversale a tutti i reparti, per intercettare le esigenze delle persone e lavorare affinché le dinamiche tra colleghi conducano ad una collaborazione produttiva.

Promuoviamo la Felicità come strategia organizzativa e competenza chiave per il raggiungimento degli obiettivi e per un’evoluzione sostenibile. Ci preoccupiamo che l’esperienza in ufficio diventi, a tutti gli effetti, un’offerta di valore, creando occasioni di scambio, di gioco, di apprendimento, di crescita.
Incentiviamo anche uno stile di vita salutare e attivo come strumento di maggior benessere psico-fisico.
Esistono delle linee guida da seguire a sostegno di questo impegno verso l’obiettivo delle Felicità?
Coerentemente con i principi propri della Scienza della Felicità, attiviamo pratiche positive di benessere a sostegno di alcuni pilastri:
- Più chimica positiva e meno chimica negativa.
Così come agitazione e ansia producono ormoni dello stress che, se prodotti per lungo periodo causano un abbassamento delle difese immunitarie e quindi ci fa stare male, esistono ormoni positivi in grado di farci sentire bene e che migliorano le nostre capacità cognitive (Dopamina, Ossitocina, Serotonina, Endorfina).
Questi ormoni sono prodotti naturalmente in certe circostanze (stare al sole, a contatto con la natura, passeggiando a piedi o in bici, festeggiare i piccoli successi, ridere, ecc)
2. Più noi e meno io
Le persone che riescono a mantenere relazioni più felici e durature vivono più a lungo ed hanno una memoria migliore. In quest’ottica diventa fondamentale stabilire – anche in ufficio – relazioni positive e arricchenti.

Puoi farmi qualche esempio delle buone pratiche che avete attuato in linea con i due principi base?
Walk with Copying
prevede la possibilità di partecipare ad un gruppo di cammino in pausa pranzo, una volta a settimana
Ride with Copying
prevede la possibilità di usufruire durante la pausa pranzo di un paio di mountain bike messe e a disposizione dall’azienda.
Siamo alla Frutta
Ogni giorno è a disposizione frutta fresca acquistata attraverso un ecommerce a filiera corta, che offre solo prodotti da agricoltura biologica non intensiva da piccoli produttori del territorio, esclusivamente di stagione.
Officina del Benessere
Una volta al mese, incontri individuali (su base volontaria) con una naturopata.
Sottofondo
Playlist personalizzata in ufficio, che raccoglie i brani richiesti dai dipendenti
Postural Gym
Lezione settimanale di ginnastica posturale o pilates, a cura di una palestra del territorio
Relax a 100°
Attivazione della sauna finlandese presente in sede, su richiesta.
Myself Photo Project
Da poco alcuni quadri in corridoio e in cucina sono stati sostituiti da foto: abbiamo chiesto ai dipendenti di posare con un oggetto che li rappresentasse e parlasse di loro, per rendere l’ambiente ancora più familiare e trasmettere, anche ai visitatori, l’importanza che hanno per noi le nostre persone.
Nuove attività per il 2022
Attiveremo un percorso di formazione con una coach, trasversale su tutti i dipendenti, e due attività di team building (una più “concettuale”, l’altra più “pratica”, in barca a vela).
Tra tutte le attività di CHO qual è quella che ti ha dato, o ti dà, maggiori soddisfazioni?
La mia preferita, ancora in corso, è Teach Your Talent.
L’idea di base è che chiunque abbia una competenza, un talento, possa insegnarlo (esempio: corso di fotografia, corso degustazione vino, corso di cucina) o metterlo a disposizione degli altri (trattamenti shiatsu offerti dal collega).
Questo mette nell’ottica che si può imparare gli uni dagli altri e/o ci si può aiutare reciprocamente a prescindere dalle gerarchie e dai ruoli. Significa mettere a sistema le competenze di ciascuno e creare sinergie e dinamiche nuove, che possono favorire la comunicazione, il rispetto, il coinvolgimento.

Al di là della sensazione generale, come potete sapere se queste iniziative sono davvero apprezzate dei dipendenti? Il livello di felicità si può misurare?
Pratichiamo una misurazione trimestrale del benessere in azienda, che si chiama I FIL GOOD (dove FIL è l’acronimo di Felicità Interna Lorda].
Attraverso una survey anonima, monitoriamo costantemente l’efficacia delle nostre strategie e il livello di allineamento tra il benessere dei dipendenti e gli obiettivi di business.
Un business sempre spinto dalla volontà di cambiamento positivo e capace di nuotare controcorrente, proprio come le carpe Koi.
Testo di Renata Sias
