Internet of Things, app, device portatili, software di realtà aumentata, intelligenza artificiale e sistemi per il monitoraggio e il cambiamento delle condizioni ambientali: l’ufficio sta diventando sempre più tecnologico. Come inquadrare nell’ottica del management dell’organizzazione questa svolta? In bilico tra essere strumento che permette ways of working più su misura ed efficienti e il diventare un potente strumento di controllo costante, una sana cultura tecnologica in azienda non può prescindere da una cultura della fiducia.
La tecnologia è tutto fuorché qualcosa di semplice, soprattutto quando la si analizza all’interno delle dinamiche di una organizzazione.
Innanzitutto, per quanto sia evidente come essa permetta un nuovo modello organizzativo più smart, flessibile, agile e people and goal oriented, dall’altra parte, la sua presenza crea dei vincoli e delle problematiche che emergono spesso nella quotidianità lavorativa.
Un esempio può essere fornito dall’utilizzo, sempre più diffuso, di app aziendali per prenotare i differenti spazi di lavoro di cui il lavoratore ha bisogno in un contesto di un ufficio activity-based.
La scelta di inserire questo strumento, se da una parte favorisce un nuovo modo più collaborativo e dinamico di lavorare, dall’altra stigmatizza automaticamente modi di lavorare diversi, creando all’interno dell’organizzazione una nuova etica lavorativa. La prima caratteristica della tecnologia è dunque che la sua intrinseca capacità di modellare sempre un possibile e accettabile campo di azione.
Nel fare questo, inoltre, la tecnologia permette anche che vengano sempre lasciate delle tracce sotto forme di dati, facendo in modo che i soggetti che le utilizzano siano sempre “visibili”. Sono questi due aspetti che suscitano più spesso contestazioni e resistenze all’interno dei contesti organizzativi. L’imposizione top-down di mezzi tecnologici rischia spesso di essere intesa come la volontà di creare un sistema panottico di controllo, in grado di mettere in crisi il proprio work-life balance e basato più che sull’implementazione di nuovi modelli, sulla volontà di ridurre il lavoratore ad una serie quantificabile di numeri e parametri.
Non si tratta, però, solo di concentrarsi sul comprendere come la tecnologia viene percepita dai destinatari, ma di co-disegnare insieme il suo impiego e le sue modalità di utilizzo attraverso un dialogo costruttivo. Partendo dalle modalità in cui le persone effettivamente e concretamente vivono il proprio lavoro e il luogo dove lo svolgono, la tecnologia può offrire davvero la possibilità di un costante rimodellarsi dell’ufficio e delle pratiche lavorative in base alle esigenze personali, tendendo ad una sana entropia che permette al sistema di evolversi costantemente in maniera efficace.
Come descritto in un recente studio, quando all’Università di Edimburgo la direzione del personale ha introdotto un sistema informatico per la prenotazione di alcune aule, la decisione ha causato un clima diffuso di diffidenza sull’utilizzo che si sarebbe fatto della tecnologia stessa e dei dati da essa raccolti. A seguito, però, di un dialogo costante e della stipulazione di policies chiare, sono stati gli stessi dipendenti a indicare nuovi impieghi di strumenti di IoT o di monitoraggio in base alle loro reali esigenze lavorative, proponendo ad esempio un sistema di monitoraggio del rumore.
Come diversi studi hanno dimostrato, l’accettazione della tecnologia e le modalità del suo utilizzo passano anche e soprattutto attraverso la fiducia percepita nei confronti dell’azienda: una fiducia costantemente messa in gioco e che costituisce la base essenziale della cultura aziendale.
La presenza e il significato che assumerà la tecnologia negli spazi ufficio, dunque, si giocherà sulla capacità delle aziende di considerarla come uno strumento in grado di creare una modalità organizzativa basata sulla fiducia che usa IoT, app, device portatili, software di realtà aumentata, macchine di intelligenza artificiale e sistemi per il monitoraggio per creare un ambiente di lavoro malleabile, costantemente co-creato da tutti gli attori in campo: una piattaforma creativa dove la tecnologia assuma il ruolo di facilitatore e contenitore di una necessaria e produttiva entropia.
Testo di Gabriele Masi.
Didascalie
In apertura e 1, Personal Skies at Workspheres, Fukusawa Naoto + Ideo.
Esposta al Moma di New York nel 2001, Personal Skies at Workspheres esplorava la creazione di uno spazio personale all’interno di un ambiente ufficio. Il design, creato per incoraggiare la partecipazione del pubblico, permetteva alle persone di sperimentare diversi scenari lavorativi.
2, 3 I.o.T (intelligence of Tecno), design studio Gtp e altri partner.
Di nome e di fatto la sfida di Tecno si lancia verso l’IoT con la sua scrivania che ora si amplia in un sistema intelligente votato al benessere e al cost-saving: arredi connessi ed integrabili a sistemi informativi, device, hub, per offrire in real time informazioni e soluzioni sia ai gestori di smart building che agli utilizzatori finali. Questo progetto raccoglie l’intuizione dello studio Gtp e si avvale da due anni della collaborazione di un team di lavoro composto da esperti del settore quali TIM, STMicroelectronics, Digitronica.it, Ilevia, InfoSolution e Videoworks.
4, Sede di Fondazione Agnelli a Torino.
Carlo Ratti Associati ha sviluppato un sistema personalizzato di riscaldamento, condizionamento e di illuminazione in grado di seguire, come una bolla personalizzata, gli occupanti mentre si muovono all’interno struttura.
5, Desk Panel Genius, Linak.
Pannelli concepiti per stimolare e agevolare l’utilizzo di scrivanie sit-stand da parte degli utenti, DPG ha vinto il Red Dot Design Award 2018. L’utilizzo intuitivo non richiede l’attivazione di alcun pulsante, il promemoria luminoso esorta a modificare la postura nell’arco della giornata lavorativa, quattro posizioni di memoria disponibili e connettività tramite app grazie alla tecnologia Bluetooth integrata.
6,7, se:connects, Sedus.
L’app se:connect di Sedus è un ottimo esempio di strumento che cerca di sfruttare l’utilità bifronte della tecnologia nello spazio, cercando di trovare soluzioni alle criticità dei nuovi spazi pensati in ottica smart working.
8, Tecno-IOT-Solutions, DINA
Piattaforma software multiprotocollo basata sul Cloud Computing di Microsoft, per gestire gli spazi di lavoro in modo intelligente.