
Il WOW Learn & Lunch, organizzato in collaborazione con Linak e Wagner, si è svolto nel nuovo Copernico Zuretti a Milano raccogliendo intorno al tavolo un gruppo di qualificati professionisti che si sono confrontati in modo vivace, propositivo e proattivo su temi legati al benessere delle persone nel workplace, condividendo i propri punti di vista e le proprie esperienze progettuali e offrendo approcci evoluti e dinamici di ergonomia e comfort ambientale.
Lo spunto per questo Learn & Lunch intitolato “Comfort ed ergonomia dinamica per lo Smart Office” nasce dal recente articolo pubblicato su WOW! che riporta un’indagine svolta da Fellowes ed evidenzia i disturbi, le malattie e le alterazioni permanenti che gli elementi “malsani” dei nostri workplace possono provocare.
Per capire come prevenire questa situazione, è necessario affrontare in modo sistemico diversi aspetti: un proposito che WOW! sta attuando attraverso diversi incontri Learn & Lunch tematici.
Dall’indagine risulta che i principali imputati sono la mancanza di movimento e l’eccessiva sedentarietà. Da questi aspetti dunque si parte per capire che ruolo possono avere architetti e interior designer nel promuovere una diversa cultura del benessere e del comfort in azienda.
Ma l’idea di comfort è piuttosto soggettiva, spesso -soprattutto dalle generazioni âgée- intesa più nell’accezione di “comodità” in senso statico anziché di “ciò che dà forza e vitalità”, insomma di comfort attivo, come l’etimologia latina suggerisce…
Tema da non sottovalutare dato che nella nostra era stanno lavorando nello stesso ambiente di lavoro quattro diverse generazioni!
Lo confermano i progettisti presenti che, pur testimoniando una maturazione delle aziende in termini di cultura del benessere, spesso devono confrontarsi con pregiudizi e abitudini acquisite antitetiche alla visione smart del lavoro e dinamica dell’ergonomia.
A monte di queste divergenze, resta il fatto che in Italia la realtà nella quale i progettisti operano non è sempre quella dei “WOW Office” pubblicati dalle riviste, dichiara Carlo Beltramelli; fuori dalle grandi città e nelle piccole/medie aziende -il principale tessuto produttivo nel nostro Paese- non sono ancora smantellate la struttura gerarchica e la visione tradizionale di ufficio, quindi la proposta di ambienti dinamici o di dispositivi finalizzati al comfort ambientale e al benessere sono visti come spese inutili.
Se da parte c’è la difficoltà a comunicare con una certa imprenditoria trincerata in una sorta di chiusura mentale di fronte a qualsiasi evoluzione del concetto di lavoro e di ambiente di lavoro, dall’altra -fortunatamente- i progettisti trovano anche “aziende illuminate” pronte a investire per un workplace capace di aggiungere valore al brand, di far stare bene le persone e – perchè no- anche di renderle più produttive.
Il primo compito dell’architetto è quindi analizzare che tipo di cliente ha di fronte; solo alcuni capiscono che la staticità dell’ambiente crea anche problemi di relazioni e accettano una visione dinamica del layout tale da invitare le persone a muoversi per trovare il proprio comfort, afferma Lucilla Magliulo e tutti concordano che avere esperienze professionali a 360° offre sicuramente maggiori possibilità di avere un approccio ibrido, capace di mixare le tendenze di settori diversi -casa, ristorazione, hotel, retail- per progettare un ambiente più ricco di stimoli, articolato e pensato in un’ottica di benessere.
Talvolta capitano anche clienti estremamente evoluti in grado di svolgere analisi sulla popolazione interna e di fornire un briefing dettagliatissimo al progettista, comprensivo di dimensionanti delle diverse aree.
Come racconta Isacco Brioschi che ha progettato gli spazi per una società di trading in Irlanda che già dal 2008 ha richiesto la massima flessibilità dei propri uffici e dato la priorità ai cosiddetti “third spaces” ovvero, aree lounge, bar, sale riunione arredate con pouf e lavagne a muro per stimolare le persone ad alzarsi e andare a scrivere sulla parete, zone per pregare, aree verdi per meeting e forte presenza di piante dovunque, come elemento di biofilia e anche di comfort acustico.
Sono argomenti che appassionano i progettisti, in particolare Andrea Grassi, da un paio di anni ambassador in Italia di Fitwel, sistema di certificazione finalizzato al “Building Health for All” gestito dal governo americano che lo sta applicando negli edifici pubblici.
Un sistema di rating simile a WELL di GBC, però molto più economico, che si sta diffondendo in tutto il mondo con alle spalle un’organizzazione no profit voluta dagli enti governativi che hanno preso coscienza della gravità delle nuove malattie da colletto bianco e puntano sulla prevenzione e sulla lotta contro la sedentarietà, il fumo e gli stili alimentari scorretti.
Applicare questi concetti al progetto architettonico significa stimolare il movimento in senso verticale e orizzontale: rendere più invitanti le scale e collocarle in punti strategici; posizionare le sale riunione, le print area e le zone break lontane dalle workstation in open space.
Fare in modo che le persone camminino, non solo nel tempo libero, ma anche durante le ore lavorative, e utilizzare scrivanie sit-stand, tenendo presente che attivando la circolazione e aumentando l’ossigenazione aumenta l’energia e la vitalità.
Il primo edificio certificato Fitwel – dall’architettura agli arredi- sarà in corso Italia a Milano, ma è probabile che si diffonderà molto rapidamente perchè è molto accessibile.
Spesso, in un’ottica di Corporate Social Responsibility, l’attenzione al benessere dei dipendenti rientra nei valori aziendali. Su WOW! abbiamo pubblicato diversi articoli sul tema dell’ “Azienda Mamma” che ha a cuore il benessere a la salute dei dipendenti e mette a disposizione palestre e biciclette, scrivanie sit-stand e sedie ergonomiche, frutta fresca e ristorazione dietetica, visite mediche e sessioni di meditazione, fino a “imporre” stili di vita più sani.
Luca Brusamolino chiede Non si tratta di un eccesso? Dove è il confine tra impegno per il benessere e coercizione?
Aziende e progettisti non devono spingere verso il “Google style” a tutti i costi, ma affrontare il percorso verso lo smart working partendo dal change management e dal coinvolgimento dei dipendenti come fattori determinanti per il successo del cambiamento nella cultura aziendale e nello spazio.
In una visione che integra Ufficio e Casa Cristiana Trotta prende a modello il co-housing dove si applica la progettazione partecipata per le aree comuni, e parla di aziende che nei propri HQ prevedono aree senza una funzione specifica, gestite dai dipendenti e senza imposizioni, da dedicare a discussioni con esperti oppure a sessioni di yoga e pilates, oppure ai propri hobby e interessi.
Come si affrontano questi argomenti nei coworking lo spiegano Federico Lessio e Danilo Schipani di Copernico che progettano “user experience” e spazi accoglienti nel rispetto delle normative, con un feed back immediato sulle soluzioni più o meno appropriate.
Adottando i principi dell’activity based office, si deve anche stimolare l’utilizzatore, si deve creare la voglia di spostarsi, sia in termini di hot desking nelle aree condivise, sia nelle diverse aree.
I driver sono la socializzazione, l’arte, gli eventi, la qualità di tutti gli ambienti; strategica anche la posizione dell’accogliente reception al piano terra integrata con l’area bar.
Sicuramente chi decide di lavorare in uno spazio pensato per facilitare il coworking ha già un’attitudine per lo smart working, ma trovarsi in luoghi che mettono a disposizione una varietà così ampia di spazi -belli e curati in ogni aspetto del comfort ambientale e dell’ergonomia- invoglia chiunque a utilizzarli tutti (dalla sala lounge alla palestra, dalla sala meeting al giardino, dal bar alla postazione per concentrarsi), invita a muoversi nel building per vivere esperienze diverse.
Tra i presenti al L&L ci sono anche due “residenti” che testimoniano la stimolante atmosfera di vitalità e dinamismo che si vive in Copernico Zuretti: Lorenzo Facello e Andrea Rossetti rispettivamente fondatore e business developer di AirCare, una start up che ha messo a punto un dispositivo IoT per la misurazione del comfort negli ambienti indoor: grazie a 15 sensori può rilevare in tempo reale la qualità dell’aria, l’umidità, l’illuminazione, l’inquinamento acustico ed elettromagnetico, ecc.
Naturalmente hanno monitorato anche la qualità ambientale in Zuretti e il commento, da utenti e da specialisti, è positivo anche sotto questo punto di vista.
Sul tema qualità ambientale e sicurezza è particolarmente ferrato Giuseppe Benini di UL, società che ha istituito il marchio Greenguard per la certificazione della qualità dell’aria indoor e che -tra l’altro- ha redatto anche lo standard di sicurezza delle scrivanie sit stand, una tipologia di prodotto che dal punto di vista normativo è considerato una macchina e non un arredo. Questo argomento è approfondito in un articolo dedicato.
Si torna a parlare del conflitto generazionale perchè spesso si riscontra una certa resistenza al “Google style” da parte dei più anziani: seduti sui pouf o sulle palle stanno comodi solo i giovani palestrati, e qualcuno rifiuta di dover scendere un piano a piedi per andare al bar o in giardino per una riunione.
Per stimolare il movimento, alcune aziende arrivano a bloccare l’uso degli ascensori -in salita e discesa- per percorsi inferiori a due piani.
Ma, suggerisce Alessanda Di Pietro, è importante trovare soluzioni ergonomiche per tutti anche in una visione più tradizionale: a qualsiasi età si apprezza una sedia ergonomica e una scrivania sit stand (anche perchè ultimamente sono molto più belle e curate nel design!).
…Utilizzando sedie e postazioni troppo comode non si corre il rischio che nessuno più si muova? chiede provocatoriamente qualcuno…
Paradossalmente è possibile muoversi anche stando seduti, spiega Norina Palese, country manager di Wagner, sostenitrice del “Sitting in Motion”. Questa azienda tedesca ha sviluppato insieme alla Clinica Ortopedica dell’Università di Regensburg e brevettato il meccanismo Dondola, in sostanza si tratta di uno snodo tridimensionale, di piccole dimensioni e con un bellissimo design, che può essere posizionato sotto il sedile di diversi modelli di task chair da ufficio, poltrone lounge e anche sedie classiche di legno e sgabelli.
Questa tecnologia genera micro-movimenti su quattro assi (avanti, indietro, destra, sinistra) quasi impercettibili che assecondano i movimenti della persona seduta e producono una sorta di ginnastica passiva.
Grazie a questo snodo la seduta non è mai statica e, sebbene non possa sostituire una camminata, mantiene la muscolatura della schiena attiva.
Dunque, oltre a spostarsi nelle aree in-between per indurre una passeggiata, sono importanti le tecnologie che permettono il movimento anche quando si sta fermi alla scrivania perchè il movimento deve essere costante nell’arco della giornata.
E’ necessario alzarsi e fare interruzioni di 5 minuti ogni ora per mantenere attiva la circolazione e trarre tutti i benefici che derivano dal movimento, spiega Elena Marzorati, pr di Linak, illustrando i ben noti benefici delle scrivanie sit-stand che sempre più si stanno diffondendo anche in italia.
Abbiamo parlato in diversi articoli della visione attenta al benessere e alla sicurezza di Linak, produttore non di scrivanie ma di attuatori per la regolazione elettrica dell’altezza dei piani e di dispositivi IoT per il controllo a distanza.
E in fondo proprio i claim di Linak “We improve your life” e di Wagner “Move your life” nella loro efficace sintesi esprimono perfettamente il desiderio emerso dalle esperienze e dai punti di vista che sono stati condivisi in questo incontro.
Report a cura di Renata Sias.
Grazie ai partecipanti che hanno dato vita al Learn & Lunch:
Carlo Beltramelli (Beltramelli Interior Designer)
Isacco Brioschi (Studio Brioschi)
Luca Brusamolino (Workitect)
Federica De Leva (GBPA)
Alessandra Di Pietro (DEGW)
Andrea Grassi (Genius Loci)
Federico Lessio e Danilo Schipani (Copernico)
Lucilla Magliulo (Studio Magliulo)
Cristiana Trotta (Around Studio)
Giuseppe Benini (UL Environment),
Lorenzo Facello e Andrea Rossetti (Air Care),
Elena Marzorati (Linak),
Norina Palese (Wagner),
Gianluca Campana e Giovanni Invernizzi (Forum Progetti)