
Se il rispetto per l’ambiente è diventato un must e il Biophilic Design è una delle nuove discipline emergenti, è vero però che, già in era pre-pandemica, alcuni architetti sono stati pionieri di questa nuova sensibilità e hanno saputo integrare negli headquarter spazi verdi, utilizzati come luoghi per lavorare all’esterno.
Habitat urbani per l’outside working che in questa stagione nel rientro graduale in ufficio si rivelano non solo suggestivi, ma anche sicuri dal punto di vista sanitario.
Gli outdoor office che proponiamo sono case study realizzati da HW Style, azienda con la “green passion” nel suo DNA che offre servizi di gestione completa e progettazione del verde, dai progetti chiavi in mano agli allestimenti su musura.
Non è un caso che la parola outdoor compaia tra gli argomenti in pole position nelle classifiche dei motori di ricerca.
In parte si può ipotizzare uno stagionale interesse dovuto al risveglio primaverile o alle regole dell’ultimo decreto ministeriale che permettono la riapertura di ristoranti, bar e locali all’aperto.
Ma il vero motivo è che la pandemia, proprio perchè ci ha obbligati alla segregazione, ha reso evidente a tutti il valore di ciò che vive all’esterno: il significato del verde, della natura, degli alberi. O anche solo di una piantina di basilico sul davanzale: ci ricordiamo bene che piante ornamentali e aromatiche erano merce rara durante il lock down dello scorso anno, andavano letteralmente a ruba nei supermercati…
Il covid ha cambiato qualcosa nel nostro rapporto con la natura. Abbiamo percepito che l’equilibrio con il mondo vegetale è indispensabile per il nostro benessere.
Ne sono prova evidente le tendenze del mercato immobiliare che vedono la crescita esponenziale di richieste per case con terrazzi e giardini.
E non è solo il comparto residenziale del Real Estate a registrare questa domanda in costante aumento. Nei building per ufficio terrazzi e giardini si sono trasformati in apprezzatissimi luoghi di lavoro esterni.
Anche in questo caso – come per tanti altri meccanismi innescati dalla pandemia- non si tratta di un vero e proprio cambiamento ma piuttosto dell’accelerazione di una evoluzione che era già in atto.
Ora si tratta di dare forma al nostro rapporto con la natura nei contesti urbani, di introdurre il verde nelle nostre case e nei nostri uffici, non solo con la funzione tradizionale di elemento decorativo, ma come generatore di bellezza, di benessere e di felicità.
Già da qualche anno si parla di Biofilia e su WOW abbiamo già pubblicato diversi articoli sul design biofilico e anticipato la tendenza dell’outdoor office che già molte aziende illuminate stavano sperimentando nelle proprie nuove sedi dove talvolta erano allestiti anche orti aziendali gestiti dai dipendenti.
Un esempio spicca tra tutti: Coima che, non solo gode di un bellissimo terrazzo nella sua sede milanese disegnata da Cucinella e ha vinto innumerevoli premi per il Bosco Verticale di Boeri, ma estendendo la sua mission sostenibile e attitudine green ha regalato alla città la Biblioteca degli Alberi, un nuovo concetto di parco che tutti i milanesi hanno immediatamente amato.
Poiché appare evidente che il nuovo significato dell’ufficio post-pandemico è quello di luogo di relazione e interazione, di collaborazione e rigenerazione, l’evoluzione del workplace non può trascurare la sostenibilità né l’azione qualificante del mondo vegetale nell’ambiente di lavoro. Il ruolo fondamentale del verde indoor e di spazi emerge dalle ricerche svolte non solo da Coima, ma da tanti altri importanti studi di progettazione e developer.
Non è dunque utopica l’ipotesi di Andreas Kipar di LAND che propone di trasformare in aree verdi tutti quegli spazi -o interi piani di uffici- che la diffusione dello smart working renderà disponibili.
“Il ripensamento dell’ufficio post-pandemico non potrà prescindere dal sempre più forte desiderio di natura” dichiara il fondatore di LAND (società che ha come claim “reconnecting people with nature”).
Dello stesso parere è Bettina Bolten, ricercatrice e Biophilic Designer, che sottolinea la necessità, anche negli ambienti di lavoro, di riconnettersi con la natura evidenziando l’attrazione innata verso ciò che rappresenta una forma di vita e ci fa sentire affini.
Didascalie
Gli outdoor office che illustrano questo articolo, progettati da importanti studi di architettura e realizzati da HW Style, regalano suggestioni di grande bellezza, offrono esempi e anche indicazioni concrete per le specie arboree più adatte a realizzarli.
1. Società di Consulenza (Milano) progetto Albera Monti Architetti.
2.500 piante in mix del tipo Heuchera, Lonicera Lemon Beauty, Carex variegato giallo verde e bianco verde, Vinca Minor, Vinca Major, Ophiopogon Japonicum.
2. Amplifon (Milano) progetto 967 Arch Associati.
Bambu e Ligustro.
3. Jakala (Milano) progetto del verde arch Luca Strada (Foto di Filippo Podestà).
Canfora, Nandina Domestica, Hydrangea Paniculata, Aralia, Rosmarino Prostrato, Arbustus Unendo, Rhyncospermum, Osmanthus Fragrans, Cortaderia Selloana White Father, Cotinus Coggygria Young Lady, Amelanchier Lamarckii, Malus Coccinella.
4. Legance Avvocati Associati (Milano) progetto AG&P Greenscape e arch Lorena Iraldi, Paloma Architects.
Edera Rampicante e Ricadente, Acero Giapponese rosso, Azalee, Camelie, Banbu, Gelsomino Confina, Arbustus Unendo, Abelia. Per la parete vegetale: Clorophitum, Hedera helix, Heucera Verde, Vinca major, Varens Gemengd, Tradescantia.